Il Papa, "un inganno la guerra e l'idea della sicurezza basata sul deterrente della paura"
L'udienza ai Premi Nobel per la Pace e agli altri partecipanti al Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana organizzato dalla Fondazione Fratelli tutti. "Per garantire una pace duratura occorre tornare a riconoscersi nella comune umanità e a porre al centro della vita dei popoli la fraternità".
"In un pianeta in fiamme, vi siete riuniti con l’intento di ribadire il vostro 'no' alla guerra e 'sì' alla pace, testimoniando l’umanità che ci unisce e ci fa riconoscere fratelli, nel dono reciproco delle rispettive differenze culturali". Così papa Francesco si è rivolto ai Premi Nobel per la Pace e agli altri partecipanti al Meeting Mondiale sulla Fraternità Umana organizzato dalla Fondazione Fratelli tutti.
In proposito, ha continuato, "mi vengono alla mente le parole di un celebre discorso di Martin Luther King, quando disse: 'Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli' (MARTIN LUTHER KING, Discorso in occasione del conferimento del Premio Nobel per la Pace, 11 dicembre 1964)". "É proprio così - ha sottolineato -. E allora ci domandiamo: come possiamo, concretamente, tornare a far crescere l’arte di una convivenza che sia davvero umana? Vorrei riprendere l’atteggiamento-chiave proposto in Fratelli tutti: la compassione".
"Un poeta fa dire, in una sua opera, a San Francesco d’Assisi: 'Il Signore è là dove sono i tuoi fratelli' (É. LECLERC, La sapienza di un povero) - ha citato il Pontefice -. Nel pomeriggio voi incontrerete in dodici punti della Città del Vaticano e di Roma, per esprimere il vostro intento di generare un movimento di fraternità in uscita. In questo contesto, i 'tavoli' di lavoro, che si sono preparati in questi mesi, presenteranno alla società civile alcune proposte, centrate sulla dignità della persona umana, per costruire politiche buone, basate sul principio della fraternità, che 'ha qualcosa di positivo da offrire alla libertà e all’uguaglianza' (Fratelli tutti, 103)".
"Ho apprezzato questa scelta e vi incoraggio ad andare avanti nel vostro lavoro di semina silenziosa - ha detto ancora -. Da esso può nascere una 'Carta dell’umano', che includa, insieme ai diritti, anche i comportamenti e le ragioni pratiche di ciò che ci rende più umani nella vita. E vi invito a non scoraggiarvi, perché il dialogo 'perseverante e coraggioso non fa notizia come gli scontri e i conflitti, eppure aiuta discretamente il mondo a vivere meglio, molto più di quanto possiamo rendercene conto' (ivi, 198)".
In particolare," desidero ringraziare il gruppo degli illustri Premi Nobel presenti, sia per la Dichiarazione sulla fraternità umana elaborata il 10 giugno dello scorso anno, sia per l’impegno che avete assunto quest’anno nella ricostruzione di una 'grammatica dell’umanità', 'grammatica dell’umano', su cui basare scelte e comportamenti - ha osservato il Papa. Vi esorto ad andare avanti, a far crescere questa spiritualità della fraternità e a promuovere, con la vostra azione diplomatica, il ruolo degli organismi multilaterali".
"Cari fratelli e sorelle, la guerra è un inganno. La guerra sempre è una sconfitta, così come l’idea di una sicurezza internazionale basata sul deterrente della paura. È un altro inganno - ha aggiunto -. Per garantire una pace duratura occorre tornare a riconoscersi nella comune umanità e a porre al centro della vita dei popoli la fraternità. Solo così riusciremo a sviluppare un modello di convivenza in grado di dare un futuro alla famiglia umana".
"La pace politica ha bisogno della pace dei cuori, affinché le persone si incontrino nella fiducia che la vita vince sempre su ogni forma di morte - ha concluso Francesco -. Cari amici, nel salutarvi penso all’abbraccio che questa sera, come lo scorso anno, sarà realizzato da tanti giovani. Guardiamoli, impariamo da loro, come ci insegna il Vangelo: se «non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 18,3). Facciamo tutti di questo abbraccio un impegno di vita e un gesto profetico di carità. Grazie di quello che fate!".
[Photo Credits: L'Osservatore Romano]