La pace tema che 'irrompe' nel Giubileo 2025
Il Papa chiede ai governanti atti concreti come "segni di speranza".
CITTA' DEL VATICANO, 24 DIC - Il motto del Giubileo 2025 - che si inaugura questa sera con l'apertura della Porta Santa di San Pietro da parte di papa Francesco - è "Pellegrini di speranza", e nell'attuale contesto della "guerra mondiale a pezzi" questo inno alla speranza non può che legarsi al tema della pace. Ed è il Papa stesso a lasciare capire già nella Bolla di indizione dell'Anno Santo, la 'Spes non confundit' emanata il 9 maggio scorso, in cui proprio la pace tra le Nazioni è indicata come "primo segno di speranza" auspicato per il Giubileo.
"È necessario porre attenzione al tanto bene che è presente nel mondo per non cadere nella tentazione di ritenerci sopraffatti dal male e dalla violenza", dice il Pontefice nel capitolo "Segni di speranza". E "il primo segno di speranza si traduca in pace per il mondo, che ancora una volta si trova immerso nella tragedia della guerra", afferma.
"Immemore dei drammi del passato, l’umanità è sottoposta a una nuova e difficile prova che vede tante popolazioni oppresse dalla brutalità della violenza - prosegue il Pontefice -. Cosa manca ancora a questi popoli che già non abbiano subito? Com’è possibile che il loro grido disperato di aiuto non spinga i responsabili delle Nazioni a voler porre fine ai troppi conflitti regionali, consapevoli delle conseguenze che ne possono derivare a livello mondiale? È troppo sognare che le armi tacciano e smettano di portare distruzione e morte?".
Secondo Francesco, "l’esigenza della pace interpella tutti e impone di perseguire progetti concreti. Non venga a mancare l’impegno della diplomazia per costruire con coraggio e creatività spazi di trattativa finalizzati a una pace duratura".
E a pochi giorni di distanza dall'indizione, pur spiegando che nel calendario degli eventi dell'Anno Santo non ce n'è uno specifico per la promozione della pace, l'arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del dicastero per l'Evangelizzazione e responsabile dell'organizzazione del Giubileo, ha fatto sapere che "quello che è stato pensato è il Giubileo dei governanti", cui "saranno presenti diversi capi" di Stato o di governo: "potrebbe essere quella una grande opportunità, noi abbiamo pensato per sollecitarli maggiormente, alla dimensione del Creato ma nulla vieta che possa diventare un momento di confronto sulla pace".
Sempre mons. Fisichella, in una successiva occasione, ha sottolineato: "Credo che il Papa nella bolla di indizione abbia dato una indicazione estremamente originale dicendo noi non facciamo un Giubileo dove si parla, si annuncia, solamente la speranza ma dove bisogna dare anche dei segni concreti: il Papa ne elenca differenti, ad esempio essere capaci di giungere alla pace, questo non è un obiettivo da poco".
Intanto, l'afflato una speranza di pace ha 'contagiato' anche il fronte laico impegnato a promuovere eventi sul piano civile per la durata del Giubileo. Uno scrittore ucraino che stringe la mano a uno studioso russo, un religioso palestinese fianco a fianco a un rabbino israeliano per parlare di pace, e sullo sfondo la città di Roma: è sicuramente un "progetto ambizioso" quello lanciato ad esempio dal Campidoglio in vista dell'Anno Santo 2025. Il neo-assessore alla Cultura di Roma Capitale, Massimiliano Smeriglio, ha infatti in mente una serie di incontri nel segno "del dialogo e del disarmo", invitando nella Città Eterna esponenti dei Paesi che oggi si combattono armi in pugno negli scenari più sanguinosi del pianeta.
[Foto: Catholic News Agency]