La Santa Sede all'Iran, "evitare di allargare il conflitto". Ribadita la soluzione "due popoli, due Stati"
CITTÀ DEL VATICANO, 30 OTT - La Santa Sede è costantemente preoccupata che la guerra di Israele contro Hamas possa trasformarsi in un conflitto regionale. E oggi una conversazione telefonica tra mons. Paul R. Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, e Hossein Amir-Abdollahian, ministro degli Affari Esteri della Repubblica Islamica dell'Iran, "richiesta da quest'ultimo" e di cui ha dato notizia il portavoce vaticano Matteo Bruni, è stata l'occasione per fare appello a una delle maggiori potenze regionali sull'"assoluta necessità di evitare di allargare il conflitto".
Nella conversazione, ha fatto sapere il direttore della Sala stampa della Santa Sede, "mons. Gallagher ha espresso la seria preoccupazione della Santa Sede per quanto sta accadendo in Israele e in Palestina, ribadendo l'assoluta necessità di evitare di allargare il conflitto e di addivenire alla soluzione dei due Stati per una pace stabile e duratura nel Medio Oriente".
E' di ieri il grido del Papa per un "cessate il fuoco" a Gaza, con annesso richiamo a lasciar entrare gli aiuti umanitari nella Striscia e a che siano liberati gli ostaggi israeliani in mano ad Hamas. "Che nessuno abbandoni la possibilità di fermare le armi", si è appellato Francesco. "Fermatevi! La guerra sempre è una sconfitta!".
Intanto, a ricordare che quella di due popoli, due Stati "è sempre stata" e continua ad essere "la posizione" della Santa Sede per Israele e Palestina, nonché "l'unica soluzione viabile che potrebbe assicurare un futuro di pace e di serena vicinanza, attraverso un dialogo diretto tra le due parti", è stato venerdì, a margine di un evento dedicato al card. Achille Silvestrini - il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin.
Il quale ha chiesto di guardare soprattutto ai bambini vittime del nuovo conflitto: "Pensiamo ai bambini che sono stati straziati da Hamas, ma anche i tanti bambini che muoiono sotto le bombe a Gaza. L'appello è soprattutto per loro, a tener conto della loro innocenza, del loro futuro".
"Tutto quello che è possibile fare lo faremo, il Papa è molto disponibile su questo", ha spiegato Parolin ai giornalisti, ricordando anch'egli gli appelli di Francesco affinché "le ragioni della pace possano prevalere sulla violenza e sulla guerra" e "anche l'appello per la liberazione degli ostaggi e poi per la crisi umanitaria di Gaza". "Questi sono i due focus sui quali si sta concentrando l'azione della Santa Sede", ha sottolineato, riconoscendo tuttavia che al momento non ci sono "grandi spazi" per una mediazione della Santa Sede. "C'è però la possibilità in loco - con la presenza della Chiesa locale, attraverso il Patriarcato latino di Gerusalemme - che ci sia qualche interlocuzione e scambio di messaggi. È più su quel versante che si sta cercando di fare qualcosa".
(Questo articolo è stato pubblicato oggi dall'ANSA; Foto: Vatican News)