LA STORIA / Quando Humphrey Bogart e Lauren Bacall abitavano nel Villino di Papa Pacelli in Via Aurelia
La Repubblica dei Ragazzi nacque a Santa Marinella, con l'aiuto e il contributo della coppia di star.
ROMA - Tutto iniziò quando papa Pio XII incaricò mons. Carroll Abbing e suo nipote il principe Marcantonio Pacelli di occuparsi dei tanti orfani di guerra abbandonati nelle strade. A loro - per la raccolta dei fondi - si unirono Humphrey Bogart e Lauren Bacall, in Italia al seguito delle truppe americane, stabilendosi tutti nel Villino dei Pacelli a Santa Marinella in Via Aurelia.
E' il professor Livio Spinelli, tra gli animatori del Comitato Papa Pacelli, a raccontare di aver visionato negli Stati Uniti la documentazione sulla nascita della “Repubblica dei Ragazzi di Civitavecchia”, nell’archivio della Casa madre della Provincia americana delle Suore Maestre Pie Filippini (Morristown, New Jersey), grazie a suor Margherita Marchione - di cui Spinelli è stato segretario -, cittadina onoraria di Santa Marinella e amica di Lauren Bacall.
Humphrey Bogart e la Bacall intervistati dal “Chicago Daily Tribune” (30 marzo 1949) in occasione della presentazione del Film “I bassifondi di San Francisco” (Knock on Any Door) raccontano, come nacque La Città dei Ragazzi - un progetto molto importante per Bogart e sua moglie: "Mons. John Patrick Carroll-Abbing, finita la guerra, aprì la prima casa per bambini orfani di guerra in una stanza di una villa danneggiata dalle bombe a Santa Marinella, vicino Roma".
"La Città ora si prende cura di 100-150 ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 15 anni e il modello si sta diffondendo in altre parti d'Italia. A parte la cucina e una lavanderia, i ragazzi sono completamente autosufficienti, gestendo il proprio governo cittadino e i tribunali. Mons. Abbing svolge solo un ruolo consultivo e si assicura che vengano loro insegnati mestieri come la falegnameria, la calzoleria e la tipografia. Il progetto è sponsorizzato dall'American Relief for Italy, tra i cui membri del consiglio ci sono Amedeo P. Giannini, fondatore della Bank of America, e Myron C. Taylor".
“I ragazzi arrivano lì di loro spontanea volontà”, diceva Bogart. “Ragazzi di strada - duri, furbi, astuti. Arrivano con l'idea che 'qui c'è un ‘pollo da spennare’. Prendo quello che posso e poi me ne vado'. Ma dopo pochi giorni alla Città dei Ragazzi non se ne vanno più".
“Monsignore sta cercando di ottenere più aiuti americani”, continuava. “Vuole espandere il suo programma in tutta Italia e in altri paesi europei e avviare una sorta di fondo di disoccupazione per sostenere i ragazzi che potrebbero non trovare subito lavoro quando lasciano la Città dei Ragazzi”.
“Questo è importante”, aggiungeva Lauren Bacall seriamente. “Se quei ragazzi non possono iniziare a guadagnarsi da vivere - senza alcuna colpa loro - potrebbero ricominciare a rubare, a prendere una brutta strada”.
Così i Bogart stavano cercando di interessare più persone al programma dell'American Relief per l’Italia. “L'Italia ha avuto una bella ripresa, soprattutto con le proprie forze”, disse Bogart. “Ma il suo futuro dipende da quei ragazzi - e da noi - per aiutarli ad avere un buon inizio nella vita”.
Molto commovente è un lungo racconto di quando Bogart e la Bacall in una delle loro visite al Villaggio del Fanciullo furono accolti da mons. Abbing, don Rivolta e dai ragazzi, che all’epoca avevano un proprio sindaco eletto da loro, un giornale e persino un tribunale, i cui giudici erano eletti a turno fra gli stessi ragazzi.
Bogart durante la visita assistette all’episodio di un ragazzo, tale Alessandro - soprannominato “Sciancato” - che dopo aver tirato un sasso contro una finestra, rompendo il vetro, andò a nascondersi sotto un letto. Spiegarono all'attore che diversi ragazzi non riuscivano ad adattarsi e a rispettare le regole del villaggio e per Alessandro, proprio quel giorno il tribunale si sarebbe riunito per deciderne l’espulsione.
All’improvviso a Bogart tornò in mente quando a Salerno nel dicembre 1943, al seguito degli Alleati per organizzare spettacoli per le truppe, tra un gruppo di ragazzi in cerca di cibo tra i rifiuti vide un bambinetto di sei anni, claudicante, che i compagni chiamavano “sciancato”. Bogart gli offrì una scodella di minestra e due barrette di cioccolato facendo comparire un sorriso sul viso del bambino, che adottato dai soldati col nome di Al, imparò presto a parlare inglese chiedendo loro come fossero i bambini in America e quali giocattoli avevano: rimanendo peraltro meravigliato nel sapere che quasi tutti i bambini americani avevano una bicicletta, cosa che andava al di là dei suoi sogni. E i soldati americani allora gli avevano promesso una bicicletta come regalo di Natale.
In quel momento Bogart realizzò che quel ragazzo, che poco prima aveva lanciato la pietra, non era altro che Al e si sentì cadere sulle spalle tutta la responsabilità verso di lui, e della promessa di una bicicletta che non era riuscito a mantenere. Partecipò quindi al processo del ragazzo, e fu chiamato a testimoniare.
Il lungo racconto narra con dovizia di particolari tutto ciò che dichiarò Bogart a difesa di quel bambino: monsignor Carroll Abbing e don Rivolta assistevano in silenzio. Il tribunale dei ragazzi, dopo le dichiarazioni di Bogart, emise una sentenza di perdono a favore di Al. Appena la seduta fu sciolta, quei ragazzi che lo avevano appena giudicato gli si fecero intorno, facendogli coraggio: “ora qui sei tra amici!”.
Bogart si era allontanato, riacquistando la sua espressione taciturna, si era fatto tardi, affrettò il passo insieme a sua moglie Lauren lungo il vialetto verso l’Aurelia: era ora di tornare a casa.
La versione integrale di questa storia di Natale fu pubblicata nel giornale “American Weekly” il 21 dicembre 1951, col titolo "A boy and a bike" (Un bambino e una bicicletta).
[Foto: Famiglia Pacelli]