Lo Ior a Podolyak, "non riceviamo denaro dalla Russia". "Abbiamo politiche stringenti, dichiarazioni basate sul nulla"
CITTÀ DEL VATICANO, 09 SET - "Lo Ior non riceve né investe denaro della Russia". L'Istituto per le Opere di Religione, in altre parole la 'banca vaticana', "respinge con forza le illazioni del consigliere, secondo cui lo Ior starebbe investendo denaro russo".
E' secca la replica dell'istituto finanziario d'Oltretevere alle affermazioni di Mykhailo Podolyak, consigliere capo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che in un'intervista al Canale 24 del suo Paese ha fatto cenno a investimenti della Russia nello Ior. "Dobbiamo guardare agli investimenti che la Russia sta facendo nella Banca Vaticana, dobbiamo analizzare questo in modo un po' più dettagliato", ha detto Podolyak nell'intervista.
Ma lo stesso Ior nega recisamente e argomenta le sue ragioni: "Oltre a non corrispondere a verità, una simile attività sarebbe altresì impossibile in considerazione delle stringenti politiche dello Ior e delle sanzioni internazionali che si applicano anche al settore finanziario", afferma oggi in una nota.
In primo luogo, infatti, "lo Ior non accetta, come clienti, istituzioni o persone fisiche che non abbiano una stretta relazione con la Santa Sede e la Chiesa Cattolica. In secondo luogo, "lo Ior è un intermediario finanziario soggetto a vigilanza, che opera tramite banche corrispondenti internazionali di altissimo livello e di impeccabile reputazione tenute al rispetto delle norme internazionali". "Le dichiarazioni rese in senso contrario sulla stampa si basano sul nulla e vanno, quindi, considerate come tali", aggiunge l'Istituto.
Le illazioni avanzate dal consigliere di Zelensky su investimenti russi nello Ior vengono quindi rimandate al mittente. Reazioni ufficiali del Vaticano non ci sono state, invece, su quanto affermato da Podolyak sul conto del Papa, per il quale non sarebbe pensabile "nessun ruolo di mediazione", essendo "filorusso, non credibile". "Non ha senso parlare di un mediatore chiamato papa Francesco se questi assume una posizione filorussa che è del tutto evidente a tutti", ha detto il consigliere di Zelensky, anche in seguito al richiamo del Pontefice ai giovani cattolici russi sull'eredità della "grande madre Russia", anche se Francesco ha poi precisato che parlava solo "in senso culturale".
"Il Vaticano non può avere alcuna funzione di mediazione, perché sarebbe una funzione che ingannerebbe l'Ucraina o la giustizia", ha sentenziato Podolyak, sembrando mettere la parola fine alle residue ambizioni della Santa Sede per un ruolo nella pacificazione in Ucraina, malgrado sia ancora in corso la missione del cardinale Matteo Zuppi, che dopo Kiev, Mosca e Washington attende di partire per la sua tappa a Pechino.
Su questo è intervenuta però una personalità molto vicina al Papa, padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica.
"Non credo ci sia al momento sulla faccia della terra un leader che tuoni costantemente contro l'imperialismo come papa Francesco - ha detto sui suoi profili social -. Occorre comprendere una cosa: il Papa non è un politico. È un pastore. Chiaro che ha una visione del mondo che, in sintesi è questa, così come l'ha riassunta lui stesso: 'Si continua a governare il mondo come uno 'scacchiere', dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a danno degli altri'".
Secondo Spadaro, "la sua idea sulla guerra basata sui 'nuovi imperialismi' è altrettanto chiara. Francesco continua a definire la guerra di invasione contro l'Ucraina 'inaccettabile aggressione armata', 'guerra ripugnante', 'massacro insensato', 'invasione', 'barbarie', 'atto sacrilego'". "Da pastore Francesco agisce secondo lo spirito evangelico, che è di riconciliazione anche contro ogni speranza visibile durante questa guerra di aggressione. Fraintendere questa o quella sua espressione (dentro discorsi che sono appelli alla fine del conflitto) temo non serva alla pace", ha concluso.
(Questo articolo è stato pubblicato oggi dall'ANSA - Foto: Vatican News)