Migranti: Forti (Caritas), "trovare soluzioni durevoli. Percorsi legali e sicuri modo migliore per combattere la tratta"

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ROMA, 19 SET - "In Italia, soprattutto a Lampedusa, vi è adesso un fenomeno che ci dimostra quanto sia necessario trovare soluzioni durevoli" sul fenomeno migratorio. E "non dobbiamo vedere l'immigrazione come un peso, ma dobbiamo gestirla insieme e trasformare i flussi migratori in opportunità, sapendo che molti migranti hanno un enorme potenziale come studenti, come lavoratiti e come individui". Lo ha detto Oliviero Forti, responsabile Politiche migratorie e Protezione internazionale della Caritas Italiana, intervenendo oggi alla conferenza online di Caritas Internationalis su "Soluzioni durature per migranti e rifugiati", evento virtuale in occasione della 109/a Giornata mondiale del migranti e del rifugiato.

Secondo Forti, "promuovere percorsi legali è il modo migliore e più concreto per combattere la tratta di esseri umani e investire nell'impegno della comunità in modo giusto per costruire solidarietà, rafforzare una cultura dei diritti umani e promuovere programmi di gestione sostenibile della migrazione".

Forti ha portato l'esempio italiano dei "corridoi umanitari" che vede impegnate oltre alla Caritas anche altre ong ed espressioni della società civile, per l'ingresso legale di rifugiati dall'Africa, dal Medio Oriente e dall'Asia, e che ha definito "uno dei modi principali per combattere la tratta di esseri umani e per evitare che le persone muoiano durante il viaggio". Ad essi si aggiungono anche i "corridoi del lavoro" e i "corridoi universitari", per l'ingresso di persone con destinazione sia nell'occupazione che in esperienze di studio.

Secondo Oliviero Forti, "ci sono alcuni percorsi legali e sicuri che però non vengono utilizzati dai Paesi in maniera adeguata. La diffusa narrativa sovranista prevalente nell'opinione pubblica in molti Paesi contribuisce anch'essa a ridurre le opportunità di attuare percorsi sicuri e legali. E vediamo quel che avviene ad esempio in Italia, ma anche in altri Paesi europei". "A causa di questo squilibrio tra le necessità di protezione e le reali possibilità di raggiungere un Paese sicuro in modo legale, migranti e rifugiati finiscono nelle mani dei trafficanti oppure bloccati in Paesi di primo asilo in attesa di una soluzione duratura", ha aggiunto.

Il rappresentante di Caritas Italiana ha ricordato che "alla fine del 2022 c'erano 108 milioni di sfollati nel mondo a causa di persecuzioni, conflitti, violenze, violazioni dei diritti umani o eventi che disturbano gravemente l'ordine pubblico. E' chiaro per tutti noi che le politiche attuali non riescono a gestire tale fenomeno e tale sfida. La maggior bisogno della necessità di protezione si concentra nei Paesi di primo asilo del continente africano". Per quanto riguarda i Paesi di origine "pensiamo ai siriani, che rappresentano la popolazione con il più alto bisogno globale di reinsediamento, e poi ci sono i rifugiati dall'Afghanistan, che sono al secondo posto nelle esigenze di reinsediamento a livello globale".

"Nonostante questo bisogno di protezione immenso - ha concluso Forti -, solo 114 mila persone sono state reinsediate, con o senza l'assistenza dell'Unhcr. E' evidente che i percorsi per entrare nei Paesi di destinazione sono pochissimi e spesso richiedono molto tempo. E non dimentichiamo che spesso i rifugiati hanno bisogno di viaggiare molto a lungo per raggiunge un Paese sicuro".

(Questo articolo è stato pubblicato oggi dall'ANSA - Foto: Wikimedia Commons)