Il Papa, "il modello di crescita ci divide e ci ruba il futuro. Il mondo sviluppato brancola tra diseguaglianze e conflitti"

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CITTÀ DEL VATICANO, 01 FEB - Nel Messaggio per la Quaresima 2024, sul tema "Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà", il Papa punta il dito contro "un modello di crescita che ci divide e ci ruba il futuro". Lo definisce "un dominio che ci rende esausti e insensibili". "La terra, l'aria e l'acqua ne sono inquinate, ma anche le anime ne vengono contaminate", dice. Infatti, "sebbene col battesimo la nostra liberazione sia iniziata, rimane in noi una inspiegabile nostalgia della schiavitù. È come un'attrazione verso la sicurezza delle cose già viste, a discapito della libertà".

E' anche un duro atto d'accusa contro l'assetto socio-economico - bollato come "il dominio del Faraone" - e contro gli "idoli" da cui i singoli si lasciano possedere, questo documento papale che d'altra parte descrive la Quaresima come il momento della "conversione " e della "libertà", da perseguire contro le odierne "schiavitù". "Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo - avverte -. Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove?".

Ed è anche un "deficit di speranza" quello che denuncia il Papa: "non si spiegherebbe altrimenti come mai un'umanità giunta alla soglia della fraternità universale e a livelli di sviluppo scientifico, tecnico, culturale, giuridico in grado di garantire a tutti la dignità brancoli nel buio delle diseguaglianze e dei conflitti".

Per Francesco, "più temibili del Faraone sono gli idoli", ammonisce: "potere tutto, essere riconosciuti da tutti, avere la meglio su tutti - elenca -: ogni essere umano avverte la seduzione di questa menzogna dentro di sé. È una vecchia strada. Possiamo attaccarci così al denaro, a certi progetti, idee, obiettivi, alla nostra posizione, a una tradizione, persino ad alcune persone". "Invece di muoverci, ci paralizzeranno. Invece di farci incontrare, ci contrapporranno", mette in guardia.

"Esiste però una nuova umanità - suggerisce -, il popolo dei piccoli e degli umili che non hanno ceduto al fascino della menzogna. Mentre gli idoli rendono muti, ciechi, sordi, immobili quelli che li servono, i poveri di spirito sono subito aperti e pronti: una silenziosa forza di bene che cura e sostiene il mondo".

Per il Pontefice, la Quaresima è un tempo in cui "rallentare e sostare". In cui "preghiera, elemosina e digiuno non sono tre esercizi indipendenti, ma un unico movimento di apertura, di svuotamento". E l'invito è anche alle comunità cristiane a "offrire ai propri fedeli momenti in cui ripensare gli stili di vita", a "decisioni comunitarie, di piccole e grandi scelte controcorrente, capaci di modificare la quotidianità delle persone e la vita di un quartiere: le abitudini negli acquisti, la cura del creato, l'inclusione di chi non è visto o è disprezzato".

E il Papa indica "il balenare di una nuova speranza" nelle stesse parole che ha rivolto l'estate scorsa ai giovani a Lisbona: "Stiamo vedendo una terza guerra mondiale a pezzi. Ma abbracciamo il rischio di pensare che non siamo in un'agonia, bensì in un parto; non alla fine, ma all'inizio di un grande spettacolo".

Il Messaggio è stato presentato oggi dal card. Michael Czerny, prefetto per lo Sviluppo umano integrale, da don Andrea Cavallini della diocesi di Roma, dallo street artist Maupal (al secolo Mauro Pallotta), quello del 'Super Pope', coinvolto nella campagna vaticana per la Quaresima. A sottolineare la valenza sociale del Messaggio, la docente alla Gregoriana Emilia Palladino: "Le disuguaglianze oggi presenti sono un abominio: non si tratta solo della distanza in termini economici fra chi ha e chi non ha, ma anche della negazione della dignità umana e dei diritti umani basilari per intere porzioni dell'umanità mantenute in schiavitù".

E giù dati: per l'Oms, tre persone su dieci non hanno accesso ai servizi sanitari essenziali; per l'International Labour Office, sono ancora 152 milioni i bambini e adolescenti vittime di lavoro minorile; secondo un rapporto Onu, 28 milioni di persone sono costrette al lavoro forzato e 22 milioni al matrimonio forzato, "senza parlare della tratta degli esseri umani di cui quasi giornalmente abbiamo notizia".

(Questo articolo è stato pubblicato oggi dall'ANSA; Foto: Dicastero per lo Sviluppo umano integrale/Maupal)