Sinodo: si chiederà perdono per gli abusi e per i migranti. Presenti due vescovi cinesi

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I partecipanti con diritto di voto saranno 368, di cui 96 non vescovi. Torna anche Luca Casarini.

CITTÀ DEL VATICANO, 16 SET - Una veglia penitenziale, la sera di martedì 1/o ottobre nella Basilica di San Pietro, presieduta da papa Francesco, sarà una delle novità della seconda sessione del Sinodo dei vescovi che, dal 2 al 27 ottobre prossimi in Vaticano, dopo la prima dell'ottobre 2023, tratterà il tema della sinodalità nella Chiesa. E nella celebrazione penitenziale, che seguirà e concluderà i due giorni si ritiro preparatorio ai lavori, "si chiameranno per nome alcuni dei peccati che più suscitano dolore e vergogna, invocando la misericordia di Dio", ha spiegato oggi in una conferenza stampa il segretario generale del Sinodo, card. Mario Grech.

La veglia prevede in particolare tre testimonianze di persone che hanno subito il peccato: quello degli abusi sessuali, quello della guerra è quello contro i migranti. Ed è soprattutto a quest'ultimo, il peccato "dell'indifferenza di fronte al dramma presente nel fenomeno crescente di tutte le migrazioni", che si collega invece una conferma rispetto alla sessione precedente del Sinodo: la presenza anche quest'anno ai lavori come "invitato speciale", quindi senza diritto di voto, dell'ex no-global Luca Casarini, capo missione di Mediterranea Saving Humans e della nave Mare Jonio di soccorso ai migranti.

Altri "peccati" di cui si chiederà perdono nella veglia del 1/o ottobre, quelli contro il creato, le popolazioni indigene, le donne, la famiglia, i giovani, quello "della dottrina usata come pietre da scagliare contro", il peccato contro la povertà e infine quello contro la sinodalità (mancanza dell'ascolto, comunione e partecipazione di tutti).

Nella conferenza stampa di oggi, moderata dal prefetto della Comunicazione Paolo Ruffini, sono intervenuti anche il relatore generale del Sindo, card. Jean-Claude Hollerich, i segretario speciali padre Giacomo Costa e mons. Riccardo Battocchio, la segretario della Commissione per l'Informazione Sheila Pires.

Sono stati illustrati il calendario dei lavori, la metodologia, il regolamento, le altre occasioni speciali, come i quattro forum "teologico-pastorali" del 9 e 16 ottobre, e la preghiera ecumenica di venerdì 11 ottobre con i "delegati fraterni" delle altre Chiese cristiane, che quest'anno salgono da 12 a 16 (ma non c'è la Chiesa ortodossa russa).

In sintesi - come ha illustrato il card. Hollerich -, in tutto i "membri" del Sinodo (cioè i partecipanti con diritto di voto) saranno 368, di cui 272 investiti dal munus episcopale e 96 non vescovi (pari circa al 25 per cento). Fra i 368, le donne sono 33. I cambiamenti e sostituzioni rispetto all'anno scorso sono in tutto 26. Anche quest'anni ci saranno due vescovi dalla Cina continentale: mons. Giuseppe Yang Yongqiang, vescovo di Hangzhou (Provincia del Zhejiang), e mons. Vincenzo Zhan Silu, vescovo di Funing/Mindong/Xiapu (Provincia del Fujian).

Poi vi sono gli otto "invitati speciali" e i "delegati fraterni" che da 12 sono passati appunto a 16: "Papa Francesco ha consentito di aumentare il loro numero visto il grande interesse che le Chiese sorelle hanno testimoniato nei confronti di questo cammino sinodale".

La discussione e l'elaborazione dell'assemblea sinodale, a partire dall'Instrumentum laboris che raccoglie il lavoro e i contributi apportati finora, dovrà portare a un documento conclusivo da consegnare al Papa, il quale potrebbe poi - d'altronde come sempre accaduto finora - firmare un'esortazione post-sinodale. In ogni caso, dopo tre anni di lavoro - assicura il card. Grech - "i frutti ci sono già", e in tanti campi "la Chiesa sinodale è già in atto".

[Questo articolo è stato pubblicato ieri dall'ANSA; Photo Credits: Vatican News]