
Tavolo asilo e immigrazione, nuova visita di monitoraggio presso il centro di trattenimento di Gjader, in Albania

Giurisdizione senza diritti: voci dal centro di Gjader. Monitoraggio indipendente evidenzia gravi criticità nel modello Albania.
ROMA, 19 GIUGNO 2025 – Il 17 e 18 giugno 2025, una delegazione composta da rappresentanti del Tavolo Asilo e Immigrazione, insieme agli On. Rachele Scarpa e On. Matteo Orfini, ha effettuato una visita di monitoraggio indipendente presso il centro di trattenimento di Gjader, in Albania. La struttura ospita circa 30 trattenuti, trasferiti dai CPR italiani nell’ambito del cosiddetto modello Albania.
Nelle ultime settimane non si sono registrati nuovi trasferimenti coatti verso il centro. È probabile che questa sospensione sia collegata alla recente ordinanza della Corte di Cassazione penale, che ha rinviato alla Corte di giustizia dell’Unione europea la valutazione della compatibilità del modello con il diritto dell’Unione, in particolare con quanto previsto dalla direttiva rimpatri e dalla direttiva procedure. Si tratta di un passaggio giuridico cruciale, che mette in discussione la legittimità dell’intero impianto normativo alla base del trasferimento di persone già sottoposte a trattenimento in Italia.
Durante la visita, i colloqui con le persone trattenute hanno restituito un quadro complessivo di grave vulnerabilità psichica e isolamento giuridico. Alcune frasi raccolte nel corso degli incontri sono particolarmente emblematiche: “sono morto dentro”, “se le persone non hanno quello di cui hanno bisogno, impazziscono”, “ho scelto l’avvocato a caso da una lista, riesco a parlarci pochissimo”. Queste parole danno voce a una condizione di prostrazione e spaesamento che riguarda molti dei trattenuti, e rendono evidente l’assenza di garanzie effettive, sia sul piano del sostegno psicologico che dell’accesso alla tutela legale.
La sofferenza psicologica è emersa in modo diffuso: in parte collegata a traumi precedenti, in parte – secondo quanto dichiarato – direttamente causata dal trasferimento coatto in Albania, vissuto come un evento disorientante e privo di prospettive. Non appare casuale, infatti, che la Commissione Vulnerabili – che ha il compito di valutare l’eventuale presenza di condizioni di incompatibilità di ordine sanitario con la permanenza nei CPR tra le persone trattenute – ogniqualvolta interpellata, risulta aver decretato l’idoneità dei soggetti esaminati alla permanenza in comunità ristretta, circostanza che appare confermare una generale inadeguatezza della struttura.
Alcune persone presentano condizioni fisiche che necessitano di una presa in carico sanitaria immediata in Italia. Particolarmente critica è anche la situazione dell’assistenza legale: molte persone hanno riferito di non riuscire a parlare con il proprio avvocato, o di farlo solo in maniera sporadica e non riservata. Altri si trovano in Italia da vent’anni, con figli, mogli, famiglie e reti sociali consolidate: l’allontanamento dall’Italia ha prodotto una frattura violenta e ingiustificata nelle loro vite.
Alla luce di quanto osservato, il Tavolo Asilo e Immigrazione e il gruppo parlamentare di contatto chiedono l’immediata sospensione del progetto di trasferimento in Albania e la cessazione della permanenza delle persone trattenute nel centro di Gjader. Ribadiscono la richiesta di chiusura definitiva della struttura e sollecitano l’attivazione urgente di meccanismi effettivi di presa in carico socio sanitaria delle persone attualmente trattenute a Gjader. È indispensabile fermare tempestivamente una sperimentazione pericolosa e opaca, che rischia di minare in profondità i fondamenti dello Stato di diritto.
Giornata del Rifugiato: Acli, “sia una giornata di verità impegno e umanità. Basta silenzi e complici indifferenze”
“No al rinnovo del Memorandum con la Libia. Accogliere è un atto di civiltà”.
In occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno), le ACLI rilanciano un appello forte e chiaro per la tutela dei diritti, l’accoglienza e la promozione della dignità di milioni di persone costrette a fuggire da guerre, persecuzioni e disastri umanitari.
«Parliamo di oltre 120 milioni di persone nel mondo – dichiara Gianluca Mastrovito, Delegato Nazionale per l’Immigrazione e l’Accoglienza delle Acli – ma dietro i numeri ci sono storie, nomi, sogni spezzati, vite che hanno perso tutto tranne la speranza. Ed è nostro dovere accoglierle e costruire insieme percorsi di umanità condivisa».
Le ACLI lanciano anche un appello al Governo italiano: non rinnovare il Memorandum d’intesa con la Libia, siglato nel 2017 e ritenuto da numerose organizzazioni internazionali responsabile di gravi violazioni dei diritti umani.
«Dal 2017, oltre 85.000 persone sono state intercettate in mare e riportate in Libia – afferma Mastrovito – molte di loro sono state detenute, torturate, sfruttate. È inaccettabile continuare a collaborare con chi viola ogni principio di legalità e umanità».
L’accoglienza non è emergenza, ma scelta politica e culturale. Significa costruire percorsi di integrazione, inclusione, ascolto e valorizzazione delle persone.
«Con il giusto sostegno, i rifugiati possono diventare protagonisti dell’innovazione sociale e dello sviluppo economico. In un’Italia colpita dall’inverno demografico, – conclude Mastrovito – questa è una verità che non possiamo più ignorare».
Del Tavolo Asilo e Immigrazione fanno parte:
A BUON DIRITTO, ACAT ITALIA, ACLI, ACTIONAID, AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA, ARCI, ASGI, AVVOCATO DI STRADA ONLUS, CARITAS ITALIANA, CENTRO ASTALLI, CGIL, CIES, CIR, CNCA, COMMISSIONE MIGRANTI E GPIC, MISSIONARI COMBONIANI ITALIA, COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO, COMUNITA’ PAPA GIOVANNI XXIII, CONNGI, DANISH REFUGEE COUNCIL ITALIA, EMERGENCY, EUROPASILO, FCEI, FOCUS – CASA DEI DIRITTI SOCIALI, FONDAZIONE MIGRANTES, FORUM PER CAMBIARE L’ORDINE DELLE COSE, INTERNATIONAL RESCUE COMMETTEE ITALIA, INTERSOS, LEGAMBIENTE, MEDICI DEL MONDO ITALIA, MEDICI PER I DIRITTI UMANI, MOVIMENTO ITALIANI SENZA CITTADINANZA, MEDICI SENZA FRONTIERE ITALIA, OXFAM ITALIA, REFUGEES WELCOME ITALIA, SAVE THE CHILDREN, SENZA CONFINE, SOCIETÀ ITALIANA MEDICINA DELLE MIGRAZIONI, UIL, UNIRE.
[Foto: Amnesty International]



