Zuppi, "il Mediterraneo è un cimitero, giusto aiutare a ridurre questa sofferenza"

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In un'intervista a Tv2000 il presidente della Cei replica agli articoli di stampa che chiamano in causa la Chiesa italiana su presunti fondi alle Ong che fanno ricerca e soccorso in mare. Su questo tema pubblichiamo anche la nota diffusa ieri dalla Conferenza episcopale italiana.

Roma, 8 dicembre 2023. Medio Oriente, Ucraina e migranti i temi dell’intervista del Tg2000, il telegiornale di Tv2000, al presidente della CEI, il card. Matteo Zuppi.

“È un Avvento segnato da tanta violenza, tanta guerra, tanti episodi che manifestano un tessuto che dobbiamo riconnettere, tanta solitudine, una mentalità che porta l’individuo a prendere, a possedere e quindi a distruggere. Abbiamo un Avvento di pace che deve cominciare da essere artigiani di pace, attenti al prossimo, capaci di sconfiggere le tenebre con la luce dell’amore”.

Nel recente messaggio alla Cop28 il Papa ha rilanciato la proposta di costituire un fondo contro la povertà con i soldi delle armi. Perchè?

“L’idea di Papa Francesco è giustissima. Siamo in un periodo peraltro in cui c’è la tentazione al riarmo. Perché purtroppo i meccanismi di risoluzione dei conflitti con il multilateralismo, con gli organismi che possono nel diritto risolvere i conflitti sono molto diminuiti”.

Negli ultimi giorni stanno facendo rumore alcuni articoli legati a intercettazioni di un’inchiesta a carico dell’associazione Mediterranea circa l’attività di soccorso in mare dei migranti. Dalle intercettazioni, va precisato che non sono i vescovi a parlare, vengono chiamate in causa anche alcune diocesi. Che cosa si può dire?

“Le cose sono molto chiare: due diocesi hanno presentato un progetto alla CEI che prevedeva una formazione e anche il contributo per salvare i profughi in mare. Ancora l’altro giorno è morta una bambina di due anni, sappiamo quanto il Mediterraneo sia un cimitero. Quindi penso che le due diocesi abbiano fatto bene ad aiutare a ridurre questa sofferenza. Chi salva in mare è soprattutto la Guardia Costiera. Il 95% dei salvataggi in mare viene operato proprio dalla Guardia Costiera che fa un lavoro encomiabile e straordinario, di grandissima professionalità e anche soprattutto in difesa della legge del mare. L’impegno della Chiesa e della CEI è chiarissimo ed è soprattutto per aiutare a restare. La Chiesa ogni anno con l’8xmille distribuisce 80 milioni di euro nei Paesi di povertà o di guerra da dove tante volte partono i profughi e i migranti. La Chiesa aiuta a combattere l’illegalità con la legalità. I corridoi umanitari sono un’indicazione su cui la Chiesa, la Caritas, la Comunità di Sant’Egidio e altre organizzazioni si sono impegnate tanto e anche con un ingente impegno economico”.

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali
Nota
Circa le accuse diffamatorie di questi giorni

In questi giorni la Conferenza Episcopale Italiana e alcune Diocesi, insieme ai loro Pastori, sono state pretestuosamente chiamate in causa da qualche organo di informazione. Nel contesto di un’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Ragusa a carico di “Mediterranea Saving Humans – APS” per presunto favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e presunta violazione del codice della navigazione, sono state avanzate accuse diffamatorie nei confronti di persone e istituzioni ecclesiastiche, a partire da alcune chat usate in modo strumentale e improprio. Una pratica questa che, contro chiunque venga utilizzata, merita sdegno e disappunto.

Nel pieno rispetto della magistratura e nonostante non ci sia alcuna contestazione a carico della comunità ecclesiale, abbiamo volutamente atteso che l’iter giudiziario seguisse il suo corso prima di intervenire sulla vicenda.

La CEI non ha mai sostenuto in modo diretto “Mediterranea Saving Humans – APS”, ma ha accolto una richiesta presentata da due Diocesi in una cornice ampia che prevede, secondo il magistero di Papa Francesco, l’accoglienza, la protezione, la promozione, l’integrazione dei migranti e la cura e l’assistenza agli sfollati in zona di guerra in Ucraina. Tutto ciò con un sostegno nettamente inferiore rispetto a quello riportato sulla stampa: 100mila euro a ciascuna Diocesi nel 2022 e così pure nel 2023.

In questo solco, si muove e si muoverà l’azione ecclesiale con libertà e nel rispetto dei ruoli di ciascuno, schierandosi dalla parte di chiunque soffre fuggendo da guerre, violenze e povertà. L’impegno della Chiesa è combattere l’illegalità con la legalità, evitando che il Mediterraneo diventi sempre più un cimitero: ogni vita va salvata! La Chiesa è l’unica istituzione a finanziare attualmente con continuità e ingenti risorse progetti di sviluppo nei Paesi poveri o in situazioni di particolare difficoltà: circa 80 milioni di euro l’anno; a sostenere e promuovere insieme ad autorità di Governo e altre Istituzioni i corridoi umanitari – tre sono in arrivo proprio in questi giorni – unica alternativa legale e sicura ai viaggi della morte; a garantire l’accoglienza ai profughi: circa 50.000 nel solo primo semestre 2023 nel nostro Paese. Il tutto nella massima trasparenza e rintracciabilità.

Rinnoviamo l’invito ad affrontare il problema epocale delle migrazioni, sfuggendo alla polarizzazione del “tutti dentro o tutti fuori”, attraverso un sistema che dia garanzie e che combatta l’illegalità.

Roma, 8 dicembre 2023

(Foto: Vatican News)