Zuppi, “la pace sia scelta dagli ucraini, con la Cina tempi lunghi”. “I giudizi di Kiev sul Papa non pregiudicano la mia missione”

BERLINO, 11 SET – “Dev’essere una pace, scelta dagli ucraini, con le garanzie, l’impegno, lo sforzo di tutti. E quindi chiaramente quello della Cina è uno degli elementi forse più importanti”. Così il cardinale Matteo Zuppi, a margine dei lavori a Berlino dell’incontro di Sant’Egidio “L’audacia della pace”, ha risposto ai giornalisti sulle aspettative della sua missione in Cina. E sui tempi ha ironizzato: “I tempi notoriamente sono eterni, i tempi della Santa Sede e i tempi della Cina sono notoriamente molto lunghi”.
Sul ‘muro’ che esiste nella diplomazia tra l’Ucraina e la Russia, il cardinale presidente della Cei, emissario di pace del Papa, ha sottolineato che “ci sono tante difficoltà, per forza, è una situazione tragica da mesi a questa parte. E’ chiaro che ci sono tante difficoltà di una situazione che si è creata, dobbiamo sempre ricordare l’aggressore e l’aggredito, che però deve trovare una soluzione”.
E sulle attese per la sua tappa a Pechino, dopo quelle a Kiev, Mosca e Washington, Zuppi ha spiegato che sono quelle “di continuare a creare tutte le condizioni e a spingere nell’unica direzione che ovviamente è quella di una pace giusta e sicura”. “Credo, come si è visto anche recentemente, che serve l’impegno di tutti, in particolare di quelli che hanno maggiore importanza come ovviamente la Cina – ha aggiunto -. La pace richiede lo sforzo di tutti, non è mai qualcosa che può essere imposto da qualcuno”.
Secondo il card. Zuppi, i duri giudizi di Kiev su papa Francesco, in particolare quelli del consigliere capo del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, secondo cui per il Pontefice “non può esserci alcun ruolo di mediazione” essendo “filorusso, non credibile”, non mettono a rischio la sua missione di pace. “Non credo, no, non credo – ha risposto -. Anche perché nessuno ha mai parlato di ‘mediazione’, non è mai stata una mediazione. E’ sempre stata una missione, lo spiegò subito il Papa e lo ha ridetto qual è la sua aspettativa di questa missione, e che appunto non era e non è la ‘mediazione’, ma è aiutare”.
“Credo che sia così chiaro – ha osservato – e penso che se ci sono delle nubi ovviamente si sono già chiarite o si chiariranno: sono comprensibili in una tensione così forte. Credo che il governo e il popolo ucraino conoscono il sostegno che la Chiesa e papa Francesco hanno sempre avuto per la loro sofferenza”.
Sul fatto che la sua missione sia troppo lunga e rischi di fallire, “quello certamente – ha riconosciuto Zuppi -. Dopo di che, se non fai niente non fallisci, ma non fai niente. E’ sempre meglio provare e poi a volte, certo è sempre lenta, considerando il dolore e la sofferenza della guerra, si arriva sempre troppo tardi, la pace arriva sempre troppo tardi”. “Dovrebbe arrivare subito – ha insistito il cardinale di Bologna -, o meglio dovrebbe essere la condizione in cui si vive. A volte c’è anche tanto bisogno di pazienza, per costruire e ricostruire quel tessuto che la divisione, la violenza, la guerra e l’ingiustizia hanno lacerato. A volte c’è anche bisogno di pazienza, di maturare i tempi, però anche di saperli cogliere, e ricordarsi sempre che la pace arriva comunque sempre già tardi: deve arrivare subito, deve arrivare quanto prima”.
Per quanto riguarda l'”audacia della pace”, tema dell’incontro internazionale di Sant’Egidio a Berlino, “papa Francesco ha usato un’espressione molto importante a mio parere, che è quella della ‘pace creativa’ – ha spiegato Zuppi -. I percorsi della pace sono anche qualche volta imprevedibili. Ripeto, hanno bisogno dell’impegno di tutti, del coinvolgimento di tutti. E di una grande alleanza per la pace, per spingere nella stessa direzione”. “Ed è quello che papa Francesco fa in tanti modi – ha concluso -, con il card. Krajewski sulla carità, con tanto sostegno, e anche con questa missione per aiutare a spingere nell’unica direzione, che richiede l’impegno di tutti, che è la pace”.
(Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’ANSA – Foto: Vatican News)