Zuppi, "l'antisemitismo preoccupa, ma basta vittime innocenti". "Restituire gli ostaggi alle famiglie, le lacrime sono tutte uguali"

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ROMA, 13 NOV - La pace, secondo il cardinale Matteo Maria Zuppi, "è il problema dei problemi", in un momento in cui "le guerre che dominano gli scenari del mondo, con il loro tragico seguito di morti, violenze, distruzioni, barbarie e profughi", fanno temere "che la Terza Guerra mondiale a pezzi - come ripete da tanti anni papa Francesco - possa diventare un'unica guerra". E l'invocazione "che il mondo si fermi sulla via della guerra", dettata non da "pessimismo", ma da "realismo e responsabilità", domina tutta la prima parte dell'introduzione con cui l'arcivescovo di Bologna e presidente della Cei ha aperto oggi ad Assisi la 78/a assemblea generale straordinaria dei vescovi italiani.

"Tutto è perduto con la guerra - ha avvertito Zuppi citando Pio XII -: lo sappiamo, ma non impariamo! Addirittura tanta cultura diventa cedevole nell'accettazione della guerra come fosse una compagna naturale, se non dolorosamente benefica, della storia dei popoli". E per il presidente Cei, "l'alternativa alla guerra è riprendere a trattare con buona volontà e rispetto dei vicendevoli diritti. Non bisogna smettere di credere che si può arrivare a comprendersi!".

Zuppi ha ricordato anche la missione di pace affidatagli dal Papa per l'Ucraina: "La pace richiede il concorso di tutti. Ho visto come esistano fili tenui per la pace e l'esercizio dell'umanità: tenui ma reali, messi in discussione dall'assenza di dialogo che può, invece, rafforzali. Occorre tanta insistenza e la convinzione che è la pace il destino, non la guerra o l'ingiustizia".

Sul conflitto-simbolo di questo ultimo mese, partito col sanguinario attacco del 7 ottobre di Hamas a Israele, la posizione di Zuppi è chiara e parla di "difficile ma indispensabile soluzione politica". La richiesta è che i rapiti israeliani nelle mani di Hamas "siano restituiti alle famiglie". Ma anche la reazione militare israeliana nella Striscia di Gaza "a sua volta ha causato al popolo palestinese, in gran parte profughi, migliaia di vittime innocenti, molti dei quali bambini". "Le lacrime sono tutte uguali. Ogni uomo ucciso significa perdere il mondo intero", ha ammonito Zuppi parafrasando il Talmud, e "l'odio non deve mai giustificare la violenza contro gli innocenti".

Ciò non toglie, ha proseguito, che "preoccupa, in queste ore, il risorgere dell'antisemitismo. Sappiano i nostri fratelli ebrei italiani che la Chiesa non solo è loro vicina, ma che considera ogni attacco a loro, anche verbale, come un colpo a sé stessa e un'espressione blasfema di odio". "Non resteremo indifferenti! La fine dell'antisemitismo è un impegno educativo, religioso e civile della Chiesa italiana, che non sottovaluta i rigurgiti di odio e razzismo, per chiunque", ha insistito il presidente dei vescovi.

L'introduzione all'Assemblea Cei ha toccato varie altre questioni, come i tanti disastri ambientali in Italia e le speranza nella Cop28 di Dubai sul clima, cui parteciperà anche il Papa. Come la povertà crescente nel Paese e l'urgenza della "questione casa". In tema migranti, ha detto Zuppi, "non abbiamo ancora tutti gli elementi per comprendere come sarà realizzata la creazione dei centri in Albania per i richiedenti asilo.
Auspichiamo che i diritti umani dei richiedenti asilo siano rispettati. Riaffermiamo che sui migranti serve un'azione dell'Europa corale, comune e condivisa dove l'esternalizzazione non può essere la soluzione".

Mentre sul tema della riforma costituzionale e dell'elezione diretta del premier il presidente della Cei ha riaffermato che "per un'efficace riforma, che tocca meccanismi delicati del funzionamento della democrazia, è indispensabile creare un clima costituente, capace di coinvolgere quanto più possibile le varie componenti non solo politiche".

(Questo articolo è stato pubblicato oggi dall'ANSA; Foto: Chiesacattolica.it)