Zuppi, "ho riferito al Papa della missione a Mosca". In visita anche all'Ambasciata ucraina in Vaticano
"Sì, ho relazionato al Papa" sulla missione a Mosca. È quanto ha detto ai cronisti il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, arcivescovo di Bologna e inviato speciale del Papa per la missione di pace in favore dell'Ucraina, a margine della presentazione del libro di Andrea Riccardi "Il grido della pace". Zuppi - riferisce l'ANSA - ha spiegato che la sua tappa a Mosca è stata incentrata in particolare sul dossier dei bambini ucraini deportati: "Speriamo che si cominci dai più piccoli da quelli che sono più fragili". Alla domanda su quali passi ci saranno, ha risposto: "Dobbiamo mettere a punto un meccanismo e quanto prima fare quello che è possibile fare".
Oggi il card. Zuppi è andato in visita anche all'Ambasciata ucraina presso la Santa Sede. Lo ha reso noto su Twitter l'ambasciatore Andrii Yurash. "Dopo Mosca e alcune giornate bolognesi, il card. Matteo Zuppi, Inviato speciale del Papa, ha visitato oggi l'Ambasciata ucraina in Vaticano - ha twittato Yurash pubblicando anche alcune foto dell'incontro con Zuppi -: le conseguenze delle sue visite e le prospettive di coinvolgimento della Santa Sede nei campi umanitari, in particolare nella liberazione di prigionieri ucraini e nel ritorno dei bambini ucraini sequestrati, sono state discusse nei dettagli".
"Senza la ricerca della pace cresce solo la logica della guerra!": inizia intanto con queste parole l'intervista che il card. Zuppi ha rilasciato al presidente dell'Osservatorio Riparte l'Italia, Luigi Balestra, al ritorno dalla sua missione a Kiev e a Mosca. "Si tratta di un conflitto terribile e pericolosissimo. I conflitti si risolvono diversamente, questo lo spirito che ha animato la missione. Abbiamo parlato di pace, quale obiettivo che deve essere da tutti condiviso", ha continuato il presidente della Cei. E ha anche chiarito qual è il ruolo della Chiesa in questo conflitto: "La Chiesa tradizionalmente non media se non richiesta da tutte le parti. L'obiettivo era di portare un messaggio di pace e di ascoltare, favorire, incoraggiare e se serve prendersi responsabilità. Ma anche farle prendere!".
Sono tanti i problemi che affliggono la società di oggi: "la guerra e l'emergenza climatica devono essere riguardate, come Papa Francesco ha sottolineato, alla stregua di fenomeni pandemici, - ha sottolineato il card. Zuppi - i quali generano divari sociali ancor più profondi. Per uscirne allora, accanto alla consapevolezza, occorre la collaborazione di tutti, così come è avvenuto in occasione del rapido varo dei vaccini". Serve tracciare una strada per i giovani e per il futuro: "È importante pensare a itinerari di formazione; al tempo stesso occorre concepire percorsi di avvio al lavoro adeguati. La lotta al precariato e alla sicurezza nel mondo del lavoro deve rappresentare un elemento fondante delle scelte future. Siamo molto 'dichiarazionisti', parliamo, ma siamo carenti nella progettazione del futuro dei giovani".
Infine, una considerazione sullo stato di salute della Chiesa: "Stiamo andando verso il Sinodo, bisogna fuoriuscire, in quanto distorsiva, da una lettura della Chiesa che poggi su categorie vecchie ed ideologiche.- ha concluso il presidente della Cei - La Chiesa è comunione; deve guardare al futuro, non deve perdere le proprie tradizioni, ma non deve nemmeno diventare un museo. Deve comunicare agli individui di oggi; il rischio è che si parli o un linguaggio che non viene compreso o, al contrario, che non si dica niente".
(Foto: L'Osservatore Romano)