Abu Mazen, "porre fine all'occupazione israeliana affinché prevalgano pace e stabilità"
Nell'intervista pubblicata ieri in esclusiva da Avvenire, il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) tra le altre cose prende le distanze dalla violenza come strumento di lotta, rilancia un piano di pace israeliano (quello dell’ex premier israeliano Ehud Olmert), manifesta l'intenzione di soppiantare Hamas offrendo che l’Autorità Nazionale Palestinese prenda il controllo di Gaza ormai esautorando quel che rimane di Hamas. Nell'edizione pubblicata sul sito compaiono anche alcune domande e risposte che per motivi di spazio sono rimaste fuori dall'edizione cartacea. Eccole di seguito.
Torniamo ai cristiani, come considera la loro posizione e quella del Patriarca Pierbattista Pizzaballa?
I figli del popolo palestinese, musulmani e cristiani, dentro e fuori la Palestina, hanno un’appartenenza nazionale alla loro terra, alla loro causa e ai loro luoghi santi, e sono uniti nel difendere il loro paese e la loro giusta causa.
Cosa pensa della posizione espressa dal Papa e dalla diplomazia vaticana sulla guerra? Quando incontrerà il Pontefice, cosa gli chiederà?
Condividiamo una forte amicizia con Sua Santità Papa Francesco e apprezziamo le sue preghiere e i suoi appelli per la pace nella nostra regione, in particolare per la Palestina, per la Terra Santa. Inoltre, non dimentichiamo il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del Vaticano. Dopo quasi 420 giorni di guerra genocida intrapresa dalle forze di occupazione israeliane contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza, con più di 150.000 vittime, oltre il 70% delle quali erano bambini, donne e anziani, noi ci rivolgiamo a Sua Santità, alla sua grande levatura religiosa, spirituale e morale per chiedere la fine della guerra e andare verso la pace e la giustizia, secondo il diritto internazionale e il diritto umanitario.
Per quanto irrealistico, se le proponessero una soluzione con un unico Stato e pari diritti per i palestinesi, la prenderebbe in considerazione?
Tutte le risoluzioni sulla legittimità internazionale confermano che la visione di una soluzione a due Stati fondata sul diritto internazionale è la migliore. All'interno dello Stato di Palestina l'abbiamo accettata e abbiamo firmato accordi nel 1993 per stabilire la pace tra i due Stati. Palestina e Israele convivono fianco a fianco, ma l’attuale governo di occupazione israeliano sta lavorando ostinatamente per eludere questi accordi e imporre una soluzione di fatto basata sulla discriminazione razziale, sequestrando l’intera terra palestinese con la forza militare. Questo è contrario al diritto internazionale. Lo Stato di Palestina ha ottenuto la sua adesione come osservatore alle Nazioni Unite e siamo diventati membri a pieno titolo di più di un centinaio di organizzazioni e trattati internazionali. Abbiamo costruito le istituzioni del nostro Stato sul territorio dello Stato di Palestina, con Gerusalemme Est come capitale, con i confini del 1967. Tuttavia, questo stato è attualmente sotto l'occupazione israeliana e continuerà a funzionare con mezzi politici e legali. Bisogna porre fine all’occupazione israeliana, affinché la pace e la stabilità prevalgano per tutti.
Il popolo palestinese di Betlemme vive in uno stato di disperazione. Molte famiglie non hanno alcun reddito da più di un anno. Parteciperà quest'anno alla messa di mezzanotte?
Il nostro popolo palestinese è sotto occupazione. La Palestina sta soffrendo un assedio militare ed economico, quindi anche la nostra gente nella città di Betlemme sta soffrendo a causa dell'impedimento dell'arrivo di turisti e pellegrini. Il governo palestinese sta cercando di aiutare e di sostenere il nostro popolo a Betlemme, e sono ansioso di partecipare come ogni anno alla messa di mezzanotte. Da quando sono diventato Presidente dello Stato di Palestina, ho continuato a mantenere questa presenza e partecipazione, che è considerata un’occasione religiosa che condividiamo con la nostra gente.
[Fonte e Foto: Avvenire]