Coreis, "rammarico per il veto Usa alla risoluzione Onu sul cessate il fuoco tra Israele e Hamas"
Pubblichiamo il punto di vista della Comunità religiosa islamica italiana.
La COREIS esprime rammarico per il veto degli Stati Uniti d’America e per l’astensione del Regno Unito nella recente riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La proposta di risoluzione da parte degli Emirati Arabi Uniti, rappresentante arabo nel Consiglio, sostenuta dal segretario generale Antonio Guterres con riferimento alla minaccia contro il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, è stata bocciata per il potere di veto che uno dei cinque membri permanenti ha il diritto di esercitare.
Questa volta siamo d’accordo con il segretario generale dell’ONU che ha presentato la richiesta di cessate il fuoco immediato e una tregua per agevolare gli aiuti umanitari dichiarando che “la brutalità di Hamas non giustifica la punizione collettiva” del popolo palestinese. La lotta, senza compromessi, al terrorismo di Hamas e a tutte le organizzazioni criminali - che usano la guerriglia “giustizialista” e l’ideologia tirannica con la pretesa di una copertura basata su una discutibile “rappresentanza” popolare o persino su un abuso dell’identità religiosa ridotta a grotteschi slogan di propaganda di odio e boicottaggio - non deve mai culminare in una violenza generalizzata e indiscriminata contro famiglie e civili innocenti.
Purtroppo, tutto ciò continua a perpetrarsi ancora in altre parti del mondo. Il sedicente governo dei talebani in Afghanistan, che specula sulla coltivazione e commercializzazione della droga e che rivendica con le armi la legittimità della propria autorità di governo maschilista, non può ricevere alcun riconoscimento di dignità politica, religiosa e culturale e non deve meritare alcun credito istituzionale.
Occorre, per il bene del popolo afghano, e con ben altri interlocutori affidabili, favorire lo sviluppo di una classe dirigente che sappia ancora fare gli interessi fondamentali dei cittadini e dei credenti senza essere fagocitata da milizie di sedicenti studenti privi di intelligenza, sensibilità e fede. Perché non si riesce a fare un parallelismo anche relativamente a Hamas e il popolo palestinese?
Liberiamo i popoli israeliano e palestinese da Hamas, non Gaza dai palestinesi!
Il ritiro dell’esercito USA dall’Afghanistan e il veto alle Nazioni Unite all’emergenza per la salute e la pace a Gaza sembrano rappresentare due miopie politiche simili che possono provocare due conseguenze altrettanto simili: la consegna di un territorio e di un popolo alla barbarie locale.
L’Italia combatte la guerra contro il terrorismo e contro le mafie sul fronte della tutela della sicurezza nazionale, e lotta contro la corruzione in campo politico ed economico favorendo un’educazione vigile che prevenga l’infiltrazione perversa della mentalità e della cultura.
Prevenire lo scatenamento delle forze del caos e avere la lungimiranza di un programma concreto e sostenibile di formazione e costruzione dovrebbe essere alla base di una responsabilità politica al servizio della collaborazione tra rappresentanti politici seri e interlocutori religiosi affidabili. Dopo due anni di conflitto in Ucraina e due mesi a Gaza, l’opzione militare non può essere l’unica soluzione.
La COREIS è preoccupata per la minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale e sostiene la risoluzione per il cessate il fuoco immediato e la tregua umanitaria; la COREIS sostiene ogni azione utile alla lotta contro il terrorismo di Hamas e contro ogni ambiguità antisemita nella salvaguardia della piena dignità e identità autentica dei popoli e delle comunità di credenti.
(Foto: Save the Children Italia)