David Grossman, "se Israele entra a Gaza ci saranno tantissime vittime da una parte e dall’altra"

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"Essere esposto a una brutalità così incredibile, a questo male totale come siamo stati esposti tutti durante l’attacco di Hamas, ti fa non voler essere in quel mondo che permette comportamenti di questo genere. Si ha la sensazione che la mente non riesca a contenere tutto questo, che la lingua non possa spiegare ciò che sta accadendo". Così David Grossman intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa, sul canale Nove.

"Ci sono molti modi per essere critici nei confronti di Israele, che nel corso degli anni e dell’occupazione ha fatto molte cose terribili. Di fatto noi da 55-56 anni stiamo occupando la terra di un altro popolo. Già solo questa è una cosa che ti fa pensare che non è possibile una situazione di questo genere. Ma poi questa situazione si deteriora e distorce sia gli Israeliani che i Palestinesi, provoca una frustrazione, violenza e crudeltà sempre maggiori - prosegue -. Se ci deve essere una via d’uscita da questa situazione, forse ci sarà. Ma attualmente, anche se noi denunciamo quello che ha fatto Israele negli ultimi anni, siamo intrappolati in una situazione che di fatto presuppone un altro tipo di analisi. Non è possibile neanche paragonare i 56 anni di occupazione con questo massacro brutale perché il massacro ha uno scopo: quello di colpire coloro che sono totalmente inermi, avete citato donne e bimbi. Ebbene, c’è qualcosa dentro a questa brutalità così diretta".

"Se hai un vicino di questo genere, credo che hai il diritto di mettere a punto una certa punizione o cercare di arrestare questo tipo di reati - aggiunge Grossman -. C’è un punto in cui si deve capire che c’è una differenza tra vendetta, punizione e una certa mancanza di logicità, come qualcuno ha detto. Credo che si debba essere molto, molto cauti a tracciare una linea di demarcazione tra punizione e reazione che Israele dovrebbe avere giustamente per difendersi. Bisogna stare molto molto attenti. Bisogna creare dei corridoi umanitari, come già si è iniziato a fare e questo permetterà, speriamo, alla maggior parte delle persone di spostarsi da nord a sud della Striscia di Gaza, in modo da togliersi dall’influenza militare israeliana. Ci sono palestinesi che si stanno già muovendo da nord verso sud in posti più sicuri. Hamas sta andando contro questo loro desiderio".

"Bisogna ricordarsi che, quando si parla di Gaza, ci sono atti orribili che si stanno perpetuando su popolazioni che l’unica cosa che vogliono avere è una vita normale, la dignità - osserva lo scrittore -. Cosa dobbiamo fare con questo gruppo che si è appropriato della Striscia di Gaza ed ha soggiogato la maggior parte di coloro che ci vivono? Io non so se ci può essere una soluzione. Io non ce l’ho. Se Israele entra a Gaza ci saranno tantissime vittime da una parte e dall’altra. Credo che lo scopo per il qualche si vuole far scoppiare questa guerra verrà raggiunto, ma durerà pochissimo perché poi si tornerà a un’altra situazione. È un incubo, perché noi andiamo per strada e giustamente parliamo proprio di questo, dell’incubo. Non ci sono parole per definire questa brutalità”. 

Sulla possibilità di trovare l’umanità nel nemico: “Credo che sia difficilissimo adesso. Da 35, 40 anni scrivo su questo conflitto. Ho scritto libri e ci penso. È una situazione personale, la mia famiglia ha pagato un prezzo altissimo. La vita di mio figlio Uri è stata sacrificata 17 anni fa. Ci sono momenti in cui si comprende che il Male non è sempre uguale ad altre forme di Male. Questo è un Male assolutamente unico, estremo. Un Male che non abbiamo mai conosciuto prima. Sento gente dirmi che dobbiamo essere obiettivi. Sì, dobbiamo esserlo sul Male e su quello che stanno facendo israeliano e palestinesi. Credo che sì, vale la pena di essere critici nei confronti di Israele però l’obiettività in questi casi è una copertura del nostro paradiso. Ci sono momenti in cui bisogna ascoltarsi all’interno, basarsi sull’intuizione nazionale che ti dice che questa cosa è diversa dagli altri massacri. Che non è pericolosa solo perché semplicemente mette in pericolo Israele, ma è un pericolo esistenziale. Stiamo parlando di questo. dieci giorni fa eravamo sull’orlo di essere invasi da Hamas, stavano arrivando a Tel Aviv".

"Voglio dire una cosa a proposito degli israeliani - conclude -: sono stati traditi dalla loro leadership, sia la mattina di sabato quando non c’è stata protezione, ma lo sarà ancora di più nei giorni a venire. Israele non è come qualsiasi altro Paese. Certo, ogni Paese è unico, ma Israele è ancora più unico proprio per la nostra storia, la stratificazione della nostra fede, siamo stati per anni in esilio, poi abbiamo creato questo luogo meraviglioso che è Israele. La grande idea che è il cuore e la base di Israele è che è la patria per gli Ebrei. Il primo ministro Israeliano avrebbe dovuto tener conto di questa situazione unica e miracolosa, perché dopo tantissimi anni di esilio abbiamo avuto una terra. Nella sua leadership invece non ha preso in considerazione questa cosa e non ha capito la grandissima responsabilità che ha nei confronti degli israeliani e del Paese, la garanzia che possa esistere. Costoro hanno tradito queste cose e il cuore e la mente delle persone. La nostra paura è quello di perdere il nostro Paese, quindi di pagare un prezzo incredibilmente grande”.

(Foto: Moked)