Gaza: “le persone crollano per strada per la fame, i bambini sono scheletri”

Lo staff di ActionAid a Gaza è allo stremo. L’organizzazione denuncia la fame usata come arma da Israele e chiede l’accesso agli aiuti senza ostacoli. Intanto la Caritas Italiana presenta nuovi progetti per la Terra Santa.
Con la fame a Gaza ormai a livelli catastrofici, ActionAid chiede un accesso umanitario immediato e senza restrizioni, che consenta la distribuzione su larga scala degli aiuti attraverso le Nazioni Unite -inclusa l’UNRWA- e le agenzie umanitarie con comprovata esperienza e capacità di risposta. I leader mondiali devono agire subito. In tutta Gaza, lo staff di ActionAid e i partner locali continuano a sostenere le comunità, anche mentre sono allo stremo e affrontano loro stessi una condizione drammatica.
Una madre racconta ad ActionAid: “Pur cercando in tutto il vocabolario della lingua araba, non esiste una parola che riesca a descrivere l’orrore che stiamo vivendo. Parlo con il peso della fame sul petto. È una tragedia reale. Come donna che lavora, la fame mi sfianca più del lavoro stesso. Ogni giorno torno a casa a mani vuote, senza nulla da dare da mangiare ai miei figli. Il pane è irraggiungibile e le lacrime non bastano più a calmare i bambini. La fame non è temporanea: vive con noi.”
Questa è una carestia deliberatamente e sistematicamente prolungata. Alaa AbuSamra, responsabile della risposta emergenziale di ActionAid a Gaza, afferma: “Le persone crollano per strada per la fame. Le madri danno ai loro bambini acqua con zucchero al posto del latte. I bambini sono scheletrici. Il cibo è introvabile o ha prezzi inaccessibili. La comunità internazionale è complice. Dove sono i camion degli aiuti? Dove sono le sanzioni promesse? Invece di portare sollievo, hanno firmato una condanna a morte. Gaza è un incubo e tutto questo deve finire.”
Nonostante il peggiorare della crisi, le autorità israeliane continuano a bloccare, limitare e militarizzare sistematicamente la distribuzione degli aiuti umanitari, in violazione del diritto internazionale. L’attuale sistema mina i principi fondamentali dell’azione umanitaria -imparzialità, neutralità, indipendenza – e contribuisce direttamente alla carestia.
Faten Abu Shamalah, coordinatrice di progetto per Wefaq, partner di ActionAid, denuncia: “I terreni agricoli sono inaccessibili, i mercati distrutti, gli aiuti bloccati. Le persone sopravvivono con cibo in scatola, quando si trova. Le verdure fresche sono rarissime e comunque inavvicinabili per la maggior parte di noi. Le persone bevono acqua contaminata e le malattie si diffondono. In preda alla disperazione, si cucina con legna, plastica, persino rifiuti, a causa della totale assenza di carburante ed elettricità.”
La scorsa notte i bombardamenti sono stati pesanti a Gaza. Ma è la fame, oggi, la vera arma. ActionAid chiede un cessate il fuoco immediato e l’accesso umanitario pieno e senza ostacoli.
Caritas Italiana: sostegno al lavoro, aiuti alla parrocchia di Gaza, promozione del dialogo
La “barbarie della guerra” in Medio Oriente non cessa e le cronache quotidiane da Gaza e dalla Cisgiordania parlano di stragi e violenze, le cui vittime sono soprattutto civili innocenti. A monte dei vari appelli lanciati in questi giorni da papa Leone, dalle Chiese di Terra Santa, da Caritas Internationalis e da Caritas Italiana, non si ferma l’azione umanitaria in tutta la regione. Un nuovo programma di interventi è stato definito da Caritas Italiana, con tre importanti obiettivi:
- fornire un aiuto umanitario immediato ai più vulnerabili, a Gaza e in Cisgiordania;
- avviare un percorso di riabilitazione socioeconomica per i tanti che hanno perso il lavoro in Cisgiordania;
- continuare il fragile percorso di costruzione di un dialogo tra israeliani e palestinesi, per una pace duratura.
Questo programma di interventi, per un valore totale di oltre 260.000 euro, avrà un’attenzione particolare, ma non esclusiva, per la comunità cristiana della Terra Santa, che proprio nei giorni scorsi ha subito gravi attacchi. Queste piccole comunità continuano ad annunciare, pur nella distruzione, la “buona notizia” e sono chiamate a “cucire trame di pace”.
Il programma si struttura in tre progetti specifici:
- Empowerment socio-economico per famiglie e individui vulnerabili in Cisgiordania
Si tratta di tirocini di re-inserimento lavorativo per 30 disoccupati, per sei mesi. Assistenza con generi di prima necessità per almeno 140 famiglie, sostegno psico-sociale per bambini e genitori (help line e centro di ascolto), assistenza medica (copertura spese per prestazioni) e sociale per almeno 80 anziani.
- Sostegno ai bisogni urgenti della comunità parrocchiale di Gaza
Distribuzione di generi per l’igiene personale a Gaza, presso la parrocchia della Sacra Famiglia, per circa 500 persone.
- Impegno con i giovani nelle università
Prosecuzione del progetto di educazione alla pace e al dialogo israelo-palestinese, iniziato circa 30 anni fa dall’ong israeliana Friendship Village e portato avanti ora da School for Peace di Neve Shalom Wahat al-Salam. Si organizzeranno corsi semestrali, a partire da agosto 2025 fino a giugno 2026, in otto college e università israeliane, con formazione teorica e momenti esperienziali che favoriscano una conoscenza approfondita della storia e della cultura dei due popoli, i nodi politici e i punti per un possibile di dialogo.
Questi tre progetti sono interamente finanziati da Caritas Italiana, con il Contributo di Caritas Ambrosiana e del CSI.
[Foto: EMRO]