Il card. Pizzaballa a Gaza, “ricostruiremo tutto, non vi lasceremo mai”

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Visita ieri mattina del patriarca latino di Gerusalemme, card. Pizzaballa, alla parrocchia latina della Sacra Famiglia di Gaza. Una visita tradizionale che cade sempre la domenica precedente al Natale e che ha visto il patriarca lanciare un forte appello: "quando questa guerra finirà costruiremo tutto, costruiremo le nostre scuole, i nostri ospedali, le nostre case. Potete essere certi che non vi lasceremo mai e faremo di tutto per sostenervi. Dobbiamo rimanere resilienti e pieni di forza". Ne riferisce Daniele Rocchi sul Sir.

“Non dovete perdere la speranza, perché il Natale è la festa della speranza, perché la luce di Cristo è in mezzo a voi. Prima o poi questa guerra finirà. Quando sarà finita, costruiremo tutto, costruiremo le nostre scuole, i nostri ospedali, le nostre case. Potete essere certi che non vi lasceremo mai e faremo di tutto per sostenervi. Dobbiamo rimanere resilienti e pieni di forza”. Lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, celebrando ieri la messa nella parrocchia latina della Sacra Famiglia, a Gaza. Il patriarca, con la sua delegazione, è entrato intorno alle ore 10 locali dal valico di Erez per raggiungere la comunità cristiana gazawa sfollata negli ambienti parrocchiali a causa della guerra. A dare la notizia è stato lo stesso patriarcato latino di Gerusalemme: “Il patriarca, card. Pizzaballa, questa mattina è giunto nella Striscia di Gaza e ha raggiunto la parrocchia della Sacra Famiglia per una visita di solidarietà e per celebrare la Natività del Signore”.

Il corteo di auto con il logo di Caritas Jerusalem e le bandiere vaticane è entrato a Gaza con un piccolo carico di aiuti. Già giovedì scorso, secondo quanto riferito dal Cogat, il Coordinamento delle attività governative israeliane nei Territori, erano stati consegnati aiuti umanitari a nome del Patriarcato latino. Sono circa 500 i cristiani ospitati nella Sacra Famiglia, altri 200 sono si trovano nella vicina parrocchia greco-ortodossa di san Porfirio. Tutte e due le parrocchie sono situate a Gaza-City, nella zona nord della Striscia. Importante l’aiuto donato in questi mesi dal Patriarcato a Gaza e alla Cisgiordania: circa 10 milioni di dollari frutto delle donazioni ricevute dopo l’appello lanciato all’indomani dello scoppio della guerra del 7 ottobre. Aiuti che sono andati non solo ai cristiani ma anche ad altri “40mila gazawi rimasti nel nord di Gaza dopo gli ordini di evacuazione emanati dall’Esercito israeliano”. Si spengono così le polemiche sorte dopo le parole di Papa Francesco che due giorni fa, durante l’incontro di auguri con la Curia, aveva affermato: “Ieri (20 dicembre) al Patriarca non è stato permesso entrare a Gaza”. A stretto giro, su X, la risposta dell’ambasciata di Israele presso la Santa Sede: “Contrariamente alle false accuse pubblicate sui media, la richiesta del patriarca latino di Gerusalemme, il card. Pierbattista Pizzaballa, di entrare a Gaza è stata accolta, come già avvenuto in passato e secondo le sue preferenze”.

“Luce della nostra chiesa”. Nell’omelia, trasmessa in diretta Facebook mentre in sottofondo si sentiva il rumore dei droni israeliani, il patriarca ha voluto esprimere la sua gioia per essere “tra voi oggi e vi porgo i saluti di tutti coloro che vi esprimono il loro amore, le loro preghiere e la loro solidarietà. Tutti volevano venire e stare con voi e portare doni, ma non abbiamo potuto portare molto”. “Siete diventati la luce della nostra Chiesa nel mondo intero”.

“Viviamo in un tempo pieno di oscurità. In questi momenti dobbiamo guardare a Gesù, perché Lui ci dà la forza di sopportare questo periodo buio. Nell’ultimo anno, abbiamo imparato che non possiamo fare affidamento sugli esseri umani. Quante promesse sono state fatte e mai mantenute? E quanta violenza e odio sono sorti a causa delle persone? Per rimanere saldi nella speranza – ha detto il cardinale – dobbiamo essere profondamente radicati in Gesù. Se siamo stretti a Lui, possiamo guardarci l’un l’altro in un modo diverso”. Forte l’appello del patriarca: “Non dobbiamo permettere all’odio di infiltrarsi nei nostri cuori. Dobbiamo rendere i nostri cuori disponibili solo per Gesù. Dobbiamo rimanere saldi nella nostra fede, pregare per la fine di questa guerra. Con Cristo, nulla può sconfiggerci”.

Molti miracoli. Da Pizzaballa anche motivi di speranza: “Nonostante la violenza cui abbiamo assistito l’anno scorso, abbiamo anche visto molti miracoli. In mezzo all’oscurità, c’erano persone che ci volevano aiutare. Il mondo intero, non solo i cristiani, voleva sostenerci”. E infine un impegno, una missione: “Dobbiamo preservare la nostra unità per mantenere la luce di Cristo qui a Gaza, nella nostra regione e nel mondo. Uno di voi una volta mi ha detto: ‘Siamo cristiani, non c’è violenza nel nostro sangue. Vogliamo rimanere cristiani e essere luce in questa terra’. Grazie per tutto quello che fate. Siamo orgogliosi di voi, non solo per quello che fate ma perché avete preservato l’identità di cristiani appartenenti a Gesù. L’appartenenza a Gesù rende tutti amici e le nostre vite così diventano donazione per tutti”. Durante la messa il patriarca ha amministrato i sacramenti della Cresima e della Comunione ad un piccolo gruppo di bambini e bambine.

Il ‘grazie’ della Caritas Jerusalem. “Un faro di speranza, saggezza e unità in mezzo alle sfide che la nostra Chiesa e la nostra regione devono affrontare”: così Anton Asfar, direttore generale di Caritas Jerusalem, ha definito il patriarca latino di Gerusalemme, card. Pizzaballa, in occasione della sua visita odierna a Gaza. “Il suo impegno costante per la giustizia, la pace e il dialogo – afferma Asfar rivolgendosi al patriarca – riflette il vero messaggio di questo tempo: la nascita dell’Emmanuele, Dio con noi. Grazie per la sua instancabile dedizione e per aver ricordato a tutti noi che di fronte alle prove, la fede e il coraggio trionferanno sempre”.

La visita di ieri fa seguito a quella effettuata lo scorso maggio, la prima dopo lo scoppio della guerra del 7 ottobre 2023. In quella occasione il patriarca aveva anticipato la notizia in un videomessaggio di incoraggiamento e vicinanza alla piccola comunità della Striscia. “Lo scopo di questa mia visita – esordiva così il cardinale – è stare con loro, abbracciarli, aiutarli quanto più possibile, verificare le loro condizioni e migliorarle”. Cosa che si è ripetuta ieri quando il patriarca ha fatto ingresso nel cortile della parrocchia, accolto dal parroco, padre Gabriel Romanelli, insieme al suo vicario, padre Yousef e a padre Carlos Ferrero, Superiore Provinciale dell’Istituto del Verbo Incarnato (Ive). Domani, 24 dicembre, il card. Pizzaballa sarà a Betlemme dove, nella chiesa di Santa Caterina, celebrerà la messa della notte di Natale.

La nota del Patriarcato

Intanto stamane il Patriarcato ha pubblicato un comunicato per dire che "Sua Beatitudine Pierbattista Cardinale Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei latini, ha concluso questa mattina la sua visita di solidarietà alla comunità cristiana di Gaza. Durante la visita il Cardinale Pizzaballa ha presieduto la celebrazione eucaristica della Natività del Signore presso la Chiesa della Sacra Famiglia, pregando con i fedeli e portando un messaggio di speranza e resilienza alla comunità parrocchiale".

"Sua Beatitudine ha anche incontrato l'arcivescovo Alexios nella parrocchia greco-ortodossa di San Porfirio, sottolineando lo spirito di fraternità e di unità tra le comunità cristiane di Gaza". Il Patriarca "ha anche visionato le iniziative di aiuto umanitario in corso organizzate dal Patriarcato latino e dal Sovrano Ordine di Malta. Ha verificato i risultati delle consegne di aiuti e ha valutato i bisogni urgenti della comunità locale. Insieme alla parrocchia locale, Sua Beatitudine ha confermato le prossime tappe degli aiuti umanitari e ha approvato i piani e le iniziative per l'apertura della scuola".

Il Patriarcato Latino di Gerusalemme - conclude la nota - "prega affinché questo Natale porti una rinnovata speranza per la fine della tragedia in corso a Gaza e nella regione in generale, segnando l'inizio di un futuro più luminoso e pacifico per tutti".

[Fonti: Sir, Patriarcato Latino di Gerusalemme; Foto: Lpj.org]