L’attacco alla parrocchia di Gaza, l’indignazione del mondo cattolico

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ROMA, 18 LUG – Per tutta la giornata di ieri si sono susseguite le reazioni addolorate e indignate del mondo cattolico per il raid israeliano contro la parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza, che ha provocato tre morti e numerosi feriti, tra cui il parroco padre Gabriel Romanelli.

Il telegramma del Papa

“Sua Santità Papa Leone XIV è rimasto profondamente addolorato nell’apprendere della perdita di vite umane e dei feriti causati dall’attacco militare alla chiesa cattolica della Sacra Famiglia a Gaza e assicura al parroco, padre Gabriele Romanelli, e all’intera comunità parrocchiale la sua vicinanza spirituale”, si legge nel telegramma di cordoglio inviato dal Pontefice, a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. “Nell’affidare le anime dei defunti all’amorevole misericordia di Dio Onnipotente, il Santo Padre prega per la consolazione di coloro che sono nel dolore e per la guarigione dei feriti. Sua Santità rinnova il suo appello per un cessate il fuoco immediato ed esprime la sua profonda speranza nel dialogo, nella riconciliazione e in una pace duratura nella regione”.

La presidenza della Cei, “vicinanza e solidarietà”

“Apprendiamo con sgomento dell’inaccettabile attacco alla chiesa della Sacra Famiglia di Gaza. Esprimiamo vicinanza alla comunità della parrocchia colpita, con un particolare pensiero a coloro che soffrono e ai feriti, tra i quali padre Gabriel Romanelli”, ha dichiarato la Presidenza della Conferenza episcopale italiana. “Nel condannare fermamente le violenze che continuano a seminare distruzione e morte tra la popolazione della Striscia, duramente provata da mesi di guerra, rivolgiamo un appello alle parti coinvolte e alla comunità internazionale affinché tacciano le armi e si avvii un negoziato, unica strada possibile per giungere alla pace”. La Presidenza della Cei ha ringraziato quindi “la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, per il suo messaggio di solidarietà e quanti, in queste ore, stanno manifestando la loro prossimità alla Chiesa cattolica”.

Il Vicariato di Roma invoca “la conversione dei carnefici”

“Siamo profondamente addolorati per quanto è avvenuto stamane a Gaza. La strategia israeliana non ha risparmiato neanche la Parrocchia latina della Sacra Famiglia”, si legge in una nota della Diiocesi di Roma, che, “invocando il dono della Pace per quella terra martoriata e continuando a chiedere la liberazione degli ostaggi, si stringe in preghiera per le vittime, esprime la propria solidarietà alle loro famiglie e invoca la conversione dei carnefici”. “Dopo 600 giorni di guerra e oltre 60mila morti palestinesi, la comunità internazionale ha l’obbligo di adottare tutte le misure diplomatiche per arrestare questo assurdo e deplorevole bagno di sangue”, aggiunge la nota del Vicariato.

L’Azione Cattolica Italiana, “atto vile e ignobile”

Il raid israeliano che ha colpito la Chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, causando due morti e sei feriti gravi, tra cui il parroco padre Gabriel Romanelli, ferito alla gamba, “è un atto vile e ignobile, ma è anche l’ennesimo episodio di una campagna militare che ha da tempo smesso di distinguere tra obiettivi bellici e vite innocenti”. Lo afferma in una nota l’Azione Cattolica Italiana, secondo cui la giustificazione fornita – “errore di tiro” – è “un insulto all’intelligenza e al dolore di chi ancora piange i propri morti”. Proprio come il presunto “malfunzionamento” dietro la strage di bambini in fila per l’acqua. “Non si può più parlare di incidenti isolati, né di danni collaterali. La sistematicità di questi attacchi contro scuole, ospedali, campi profughi, e ora una chiesa cattolica – l’unica di Gaza, rifugio per cristiani e musulmani – testimonia un disprezzo crescente verso ogni principio di umanità e diritto internazionale”, prosegue. A giudizio dell’Azione Cattolica, “persino chi fino a ieri taceva o balbettava oggi è costretto a parlare”: Giorgia Meloni ammette finalmente che “nessuna azione militare può giustificare un tale atteggiamento”. Tajani parla di “atto grave contro un luogo di culto cristiano”. Parole tardive, ma necessarie. “Se la comunità internazionale non avrà il coraggio di fermare questa spirale di brutalità, sarà complice – aggiunge -. Chi continua a coprire l’operato del governo israeliano, chi rifiuta di pronunciare la parola “crimine”, dovrà guardare in faccia le vittime – oggi cristiane, ieri musulmane, tutte umane – e spiegare perché il loro sangue non vale quanto quello di altri”. “La guerra non giustifica tutto. Il diritto di Israele a esistere non può mai significare il diritto a distruggere tutto e tutti. Serve un sussulto morale. Serve giustizia. Subito”, aggiunge. L’Azione cattolica italiana, “nell’esprimere vicinanza alla comunità parrocchiale di Gaza, con un particolare pensiero a coloro che soffrono, ai feriti, a padre Gabriel Romanelli”, fa sue le parole dei vescovi italiani nel “condannare fermamente le violenze che continuano a seminare distruzione e morte tra la popolazione della Striscia, duramente provata da mesi di guerra”, e rivolge “un appello alle parti coinvolte e alla comunità internazionale affinché tacciano le armi e si avvii un negoziato, unica strada possibile per giungere alla pace”.

L’Ordine di Malta, “attacchi inammissibili”

Il Sovrano Ordine di Malta ritiene “inammissibili gli attacchi avvenuti questa mattina contro la parrocchia latina della Sacra Famiglia di Gaza”. L’Ordine di Malta esprime “la sua piena solidarietà al parroco, padre Gabriel Romanelli, e ai civili rimasti feriti nel raid che oggi ha colpito il luogo di culto, in questi mesi di conflitto rifugio per sfollati e centro di aiuto umanitario a Gaza”. “Si stringe intorno alle famiglie delle persone colpite, ribadendo la ferma condanna nei confronti degli attacchi contro la popolazione civile palestinese e delle violazioni del diritto umanitario internazionale”, aggiunge in una nota. “Proprio la Sacra Famiglia di Gaza è il cuore del progetto umanitario portato avanti dall’Ordine di Malta, attraverso Malteser International, in collaborazione con il Patriarcato latino di Gerusalemme – conclude -. Da maggio 2024 sono state consegnate 200 tonnellate di cibo a oltre 25.000 civili, ed è allo studio l’apertura di un punto di assistenza sanitaria per la comunità locale”.

Le Misericordie d’Italia esprimono vicinanza e rilanciano l’aiuto umanitario

Le Misericordie d’Italia esprimono “profonda preoccupazione per l’attacco di questa mattina alla chiesa della Sacra Famiglia a Gaza, unica chiesa cattolica dell’enclave palestinese. Tra gli otto feriti anche il parroco, padre Gabriel Romanelli, voce instancabile di fede e di pace”. “Profondo dolore per quanto accaduto. Un luogo di fede, rifugio e speranza, è stato ferito nel cuore. Ci stringiamo alla comunità cristiana di Gaza e a padre Gabriel Romanelli, al quale va il nostro affetto e la nostra preghiera”, dichiara Domenico Giani, Presidente delle Misericordie d’Italia. “Questo tragico episodio è un motivo in più per rafforzare il nostro impegno accanto alle Sorelle e ai Fratelli della Terra Santa, in particolare a Betlemme, dove le Misericordie sono attive da tempo con una sede e con progetti a sostegno della comunità locale – aggiunge Giani – Auspichiamo ora che i beni raccolti in questi mesi e in attesa al porto di Cipro – a cui si aggiungerà un carico di medicine – partano al più presto verso Gaza. Ogni aiuto, ogni contributo, è un modo per non arrendersi alla guerra e continuare a credere nella pace”.

La Comunità Papa Giovanni XXIII, “inorriditi dall’attacco alla parrocchia”

«Siamo attoniti e inorriditi di fronte al bombardamento della parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza, la sola presenza cattolica nella Striscia. Supplichiamo chi ne ha il potere di fermare questa ingiustizia e di ascoltare il grido delle vittime». E’ quanto dichiara Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII, in merito al bombardamento di stamane contro la parrocchia cattolica della Sacra Famiglia a Gaza. «Nella piccola parrocchia di Gaza in questi anni sono state ospitate fino a 600 persone tra cui anziani, bambini e disabili accuditi dalle suore di Madre Teresa. Bombardare i luoghi di accoglienza – continua Fadda –, dove si vive in uno stile evangelico e nonviolento, significa spegnere ogni speranza di pace».

Le Acli, “ennesima violazione delle leggi umanitarie da parte di Israele”

“Il bombardamento effettuato questa mattina sulla chiesa della Sacra Famiglia, unica presenza cattolica in Gaza, che ha portato al ferimento di diverse persone (in particolare due donne ricoverate in condizioni gravissime), fra cui il parroco padre Gabriel Romanelli, è un crimine che si aggiunge ai molti altri compiuti in questi mesi dalle forze armate israeliane”, affermano le Acli, secondo cui “in quella chiesa non c’era alcun terrorista, e alcuna minaccia alla sicurezza di Israele, che sta diventando un’ossessione cui vengono offerti veri e propri sacrifici umani, e che sta moltiplicando irresponsabilmente i fronti di intervento, come quello con il nuovo Governo siriano. Non è possibile parlare di “errori di tiro” in questo quotidiano stillicidio di violenza sconsiderata”. “Siamo di fronte ad una catastrofe umanitaria che ha perso da tempo ogni giustificazione sul piano militare, strategico e politico e che sembra mirata all’annichilimento puro e semplice di tutta la popolazione gazawi cosa che peraltro, sia pure su scala minore, sta accadendo in Cisgiordania”, proseguono le Acli. “La comunità della Sacra Famiglia è un punto di riferimento per moltissime persone, unico presidio di socialità e di carità nel deserto di morte e macerie creato dall’esercito israeliano. La strategia terroristica dell’esercito israeliano è ormai quella di disarticolare tutte le strutture della società civile della Striscia di Gaza facendo regredire la vita sociale verso la pura e semplice lotta per la sopravvivenza”, si legge ancora in una nota. La Caritas del Patriarcato latino di Gerusalemme ha ricordato in un comunicato che “colpire o mettere in pericolo i civili in cerca di rifugio è una grave violazione delle leggi umanitarie internazionali e un assalto diretto alla dignità umana”. “Facciamo nostre queste parole e chiediamo alla comunità internazionale, ed in particolare al Governo italiano di voler intervenire con una ferma condanna delle azioni del Governo e dell’esercito israeliano, che ormai si configurano quali veri e propri crimini di guerra, adottando tutte le misure necessarie perché cessino queste violenze indiscriminate, gli ostaggi ancora in mano ad Hamas (vivi o morti che siano) vengano rilasciati e si arrivi ad una tregua permanente”, concludono le Acli.

La Caritas Italiana, “si sospenda subito la vendita delle armi che alimentano i conflitti”

Le immagini che arrivano nelle ultime ore da Gaza, dove è stata colpita la parrocchia della Sacra Famiglia e si piangono nuove vittime innocenti, “si aggiungono a quelle delle violenze, delle distruzioni degli ultimi mesi e anni, in Terra Santa come altrove”, sottolinea in un comunicato la Presidenza della Caritas Italiana. In comunione con papa Leone XIV, Caritas Italiana fa proprio l’appello per “un immediato cessate il fuoco”. “La speranza che ciò avvenga non esime dal pronunciare parole chiare non solo contro la guerra ma anche contro ciò che la alimenta”. Quello che accade a Gaza “non è guerra, è crudeltà”, disse papa Francesco in occasione del suo ultimo discorso alla Curia romana, si legge ancora nella nota: “è il volto brutale di un conflitto che non risparmia i più fragili e che calpesta il Diritto internazionale”. Caritas Italiana “chiede con forza alla Comunità internazionale di condannare ogni forma di terrorismo e ogni uso illegittimo delle armi contro i civili innocenti. Auspica anche che la Comunità internazionale recuperi il suo ruolo di garante della pace e del bene comune, dando forza ed efficacia alle Organizzazioni multilaterali”.Da subito si sospenda la vendita di armi che alimentano i conflitti. Per costruire la pace sono necessarie scelte e istituzioni di pace. E per sostenere la vita in tutte le sue forme vanno bandite le armi che uccidono innocenti”. In conclusione, Caritas Italiana esprime la sua solidarietà a tutte le comunità coinvolte in questa guerra – come in tutte le altre guerre – ed è particolarmente vicina, in questo momento, a padre Gabriel Romanelli e alla sua piccola comunità cristiana che continua ad annunciare, pur nella distruzione, la “buona notizia”.

La Custodia di Terra Santa, “le richieste postume di scuse un ritornello ripetuto troppe volte per mascherare comportamenti bellici non più accettabili”

“Ancora una volta, ci troviamo a denunciare con forza l’inaccettabile e cinica realtà in cui civili inermi, luoghi di culto e strutture umanitarie diventano bersaglio di violenza e distruzione. Le richieste postume di scuse risultano purtroppo essere un ritornello ripetuto troppe volte per mascherare comportamenti bellici non più accettabili”. Dura condanna della Custodia di Terra Santa dell’attacco di questa mattina alla parrocchia latina della Sacra Famiglia di Gaza ad opera dell’esercito israeliano che ha provocato tre morti e 11 feriti “tutti civili innocenti, tra di essi il Parroco, padre Gabriel Romanelli e il Vice parroco”. “In comunione con il Patriarcato Latino di Gerusalemme, coi Cristiani di Terra Santa e con Papa Leone – si legge nel comunicato – piangiamo le vite spezzate e preghiamo per i feriti, per le loro famiglie e per tutta la comunità che continua a soffrire in mezzo alla devastazione insensata della guerra”. “Condanniamo fermamente ogni atto che colpisce la popolazione civile e ribadiamo l’urgenza di un cessate il fuoco immediato, della fine della guerra e dell’avvio di un processo che conduca ad una pace giusta e duratura. Ogni giorno che passa – ribadisce la Custodia di Terra Santa – il prezzo umano diventa più insostenibile, il silenzio del mondo più assordante e la paralisi della comunità internazionale più ingiustificabile”. La Custodia di Terra Santa “si unisce nella preghiera con tutti coloro che lavorano per la pace, la giustizia e la protezione di ogni persona umana, a qualsiasi popolo o religione appartenga. In questi giorni oscuri – conclude la Custodia – chiediamo al Signore della pace di non abbandonare il suo popolo e di convertire i cuori alla compassione, alla responsabilità e al dialogo”.

Pax Christi, “la quotidianità straziante di Gaza”

“L’indignazione per il genocidio in corso nella Striscia di Gaza si riaccende quando riconosciamo i luoghi e li sentiamo come più familiari. L’attenzione ha un picco perché anche i volti e i nomi ci sembrano più vicini. O semplicemente perché sono sdoganati dall’aridità di una cifra e prendono corpo in una storia con una famiglia, un lavoro, un progetto, magari persino in un sogno o un ideale”, scrive su Mosaico di Pace, la rivista del movimento Pax Christi, don Tonio Dell’Olio, presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi. “È avvenuto così per le bombe sulla chiesa della Sacra Famiglia di Gaza. La morte di tre persone e la notizia delle 10 ferite in quella chiesa, scuote le coscienze persino della politica che calcola con l’alambicco la convenienza e l’opportunità di disturbare il carnefice alleato politico e partner commerciale”, prosegue. “Ma purtroppo questa è la quotidianità straziante in quel lembo di terra che chiamano santa e invece risulta tristemente e disperatamente maledetta. Non è la prima volta che si colpisce un luogo di culto e francamente a me risulta persino molto meno sacrilego che colpire i bambini e gli abitanti in generale”, aggiunge Dell’Olio, secondo cui “dovremmo riuscire a com-muoverci veramente, ovvero a “muoverci insieme” per dire che la maggioranza di coloro che abitano la terra non è figlia del calcolo e chiede semplicemente di restare umani”.

[Foto: Vatican News]