Leader ecumenici smentiscono Netanyahu: “l’occupazione israeliana, non l’Anp, danneggia i cristiani in Palestina”

Documento di rappresentanti delle Chiese della Terra Santa, tra cui il patriarca emerito Michel Sabbah: “i cristiani e molti altri lasciano Betlemme per l’occupazione israeliana e le sue politiche di chiusura, permessi, diritti di residenza esclusivi, non per le politiche dell’Autorità Palestinese”.
Di Antonella Palermo
GERUSALEMME – “L’occupazione, non l’Autorità Nazionale Palestinese, danneggia i cristiani in Palestina”. In un documento dal titolo “Una Voce di Gerusalemme per la Giustizia: una testimonianza ecumenica per l’uguaglianza e una pace giusta in Palestina/Israele”, una rappresentanza di leader delle varie Chiese cristiane in Terra Santa – tra i quali il patriarca latino emerito di Gerusalemme Michel Sabbah, l’arcivescovo greco-ortodosso Attallah Hanna e il vescovo luterano emerito di Terra Santa Munib Younan – contesta le affermazioni fatte dal premier israeliano Netanyahu all’Onu: in particolare laddove ha dichiarato che quando Betlemme era sotto il controllo israeliano vi era un 80% di cristiani, calato poi al 20% dopo il passaggio all’ANP (l’Autorità Nazionale Palestinese).
“La ragione per cui i Cristiani e molti altri stanno lasciando Betlemme è l’occupazione israeliana e le sue politiche di chiusure, permessi, diritti di residenza esclusivi, ecc., e non le politiche dell’Autorità Palestinese“, affermano invece con forza i leader cristiani, smentendo le parole di Netanyahu e parlando di sue “menzogne sfacciate”.
“Il 26 settembre 2025, il Primo Ministro israeliano Binyamin Netanyahu – si legge nel documento, trasmesso a Tra Cielo e Terra – si è rivolto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Netanyahu ha difeso la guerra genocida di Israele a Gaza e le politiche del suo governo estremista. Il Primo Ministro israeliano ha evocato molte mezze verità e menzogne sfacciate, ha fatto ricorso all’islamofobia e ha confuso deliberatamente l’antisemitismo con la legittima critica al Sionismo e a Israele. Qui, vorremmo ritornare a una falsità che riguarda in particolare i Cristiani in Palestina”.
Netanyahu ha affermato: “I Cristiani non se la cavano molto meglio. Quando Betlemme, il luogo di nascita di Gesù, era sotto il controllo israeliano, l’80% dei suoi residenti era Cristiano. Ma da quando l’ANP (Autorità Nazionale Palestinese) ha preso il controllo, tale numero è sceso a meno del 20%”.
“Il signor Netanyahu – proseguono i leader cristiani – non parla a nome dei Cristiani Palestinesi e non gli si può permettere di distorcere la verità. Betlemme è stata una città a maggioranza Cristiana fino al 1948: allora più dell’80% della popolazione era Cristiana. Con l’espulsione di circa 750.000 rifugiati Palestinesi dalla loro patria nella Palestina storica durante la Nakba del 1948, tre campi profughi furono stabiliti a Betlemme, cambiando così la composizione demografica della città. Quando Israele ha occupato la Cisgiordania nel 1967, Betlemme aveva una popolazione composta da una maggioranza di Musulmani”.
Secondo i firmatari del documento, “decenni di occupazione israeliana, causando dure condizioni di vita, hanno provocato l’emigrazione di molti Cristiani e Musulmani, e questa realtà continua ancora oggi. Betlemme, una città dipendente dal turismo, ha sofferto in particolare negli ultimi due anni della guerra di Israele a Gaza con l’arresto quasi completo del turismo e dei pellegrinaggi. Centinaia di persone hanno lasciato Betlemme negli ultimi mesi a causa delle continue devastazioni dell’occupazione israeliana e della violenza militare”.
“Ancora una volta – concludono -: Cristiani e Musulmani a Betlemme e in tutta la Palestina continuano a vivere insieme come un unico popolo, condividendo le stesse lotte sotto l’occupazione. La verità che continua a rimanere è che i Palestinesi, Cristiani e Musulmani allo stesso modo, cercano uguaglianza, giustizia e pace nella loro patria”.
Tra i firmatari del documento, sia ecclesiastici che laici, oltre a Sabbah, Hanna e Younan, Yusef Daher, Sawsan Bitar, Sami El-Yousef, John Munayer, Samuel Munayer, Sandra Khoury, padre David Neuhaus SJ,, Dina Nasser, padre Frans Bouwen MA, padre Firas Abdrabbo, padre Alessandro Barchi, Rafi Ghattas e altri.
[Foto d’archivio]