LIBRI / "Gerusalemme città impossibile", le chiavi per capire l'occupazione israeliana
Esce la nuova edizione di Gerusalemme città impossibile di Meir Margalit, risultato di trent’anni di lavoro e di attivismo per la sua città.
TSEdizioni pubblica, anche in edizione e-book, "Gerusalemme. Città impossibile. Le chiavi per capire l’occupazione israeliana", di Meir Margalit (272 pagg, 22 euro), uno dei massimi esperti del pluridecennale conflitto israelo-palestinese.
L’introduzione reca la data del 15 dicembre 2023. In essa l’autore chiarisce: «Se l’introduzione alla prima edizione di questo libro era stata scritta dalla posizione privilegiata di un ricercatore impegnato, scrivo oggi questo testo, con tutta la responsabilità, che la guerra mi impone, e con il rispetto per il dolore di chi ha sofferto la sorte dei quasi 200 ostaggi finiti nelle mani di Hamas, nonché per la vergogna di chi è caduto vittima di bombardamenti indiscriminati, che continuano senza sosta proprio mentre consegno questo mio scritto. Ecco perché la nuova introduzione viaggia su due binari. Da un lato implora: Liberate la mia gente! Dall’altro, allo stesso tempo, grida a gran voce: Fermate i bombardamenti».
Continua l’autore, impegnato anni nel Comitato israeliano contro le demolizioni delle case (Icahd), una delle più importanti ong israeliane per i diritti umani: «Sebbene questa regione martoriata abbia nel tempo conosciuto innumerevoli guerre, la barbarie scatenata il 7 ottobre trascende e supera tutto ciò che avevamo vissuto in passato. Le atrocità di questi giorni in questa terra non mi permettono di esprimere un giudizio con la moderazione che questo libro meriterebbe, eppure, nonostante la confusione, posso riaffermare che alcuni aspetti del conflitto israelo-palestinese rimangono sempre gli stessi, e sono peggiorati: con il passare del tempo, il conflitto è diventato sempre più violento, sempre più deprecabile; non si fa più distinzione tra combattenti e civili, la discrimine tra fronte e retroguardia è stata completamente cancellata, non c’è più un posto sicuro per nessuno, e occupanti e occupati si assomigliano sempre di più. Inoltre, è sempre più evidente la verità che in guerra mai nessuno vince, mentre tutti perdono in egual misura».
L’introduzione merita di essere approfondita. Prosegue Margalit: «La città è popolata di sguardi pieni di paura, un’incertezza esistenziale che ci corrode dall’interno. I timori della popolazione sono sempre più evidenti nei comportamenti quotidiani. Se in passato era già difficile trovare un tassista che accettasse di portarti nella parte orientale della città, ora i dipendenti arabi dei centri commerciali sono scomparsi, i cantieri sono bloccati per mancanza di manodopera e, ad eccezione di coloro che devono recarsi sul posto di lavoro, pena la perdita dello stesso, la maggior parte dei palestinesi ha smesso di recarsi nella parte occidentale».
L’autore sottolinea infine che la tesi centrale di questo libro rimane attuale: «È imperativo dividere la città, non solo una divisione territoriale, ma anche una divisione funzionale e formale, come dettagliato nelle pagine seguenti. Solo dividendola potremo tenerla insieme. Se c’è una speranza di ripristinare la sua capacità di essere moderata, la qualità del suo umanesimo, la statura morale che merita, è dividerla in due capitali per due nazioni. Oggi sembra più difficile che mai, ma non dimentichiamo che la storia ci ha insegnato che dove infuriano le tempeste nascono le speranze, e a coloro che pensano che questo sia impossibile, ricordiamo che in questo mondo il possibile può essere raggiunto solo se l’impossibile viene combattuto più e più volte».
L’Autore
Meir Margalit. Ebreo-israeliano, è considerato uno dei massimi esperti del pluridecennale conflitto israelo-palestinese. Nato in Argentina nel 1952, quando emigra in Israele nel 1972 fa parte di un gruppo della destra sionista ed è tra i fondatori dell’insediamento di Netzarim, nella Striscia di Gaza. Nel 1973 partecipa alla guerra di Yom Kippur, ma da quel momento cambia radicalmente il suo approccio alla questione arabo-israeliana. Dal 1998 al 2002 e dal 2008 al 2014 è stato membro del Consiglio comunale di Gerusalemme in rappresentanza del partito Meretz. Co-fondatore di una delle più importanti organizzazioni per i diritti umani in Israele, il Comitato israeliano contro le demolizioni delle case (Icahd), è stato consigliere in vari organismi dell’Onu.