L’Iran chiede al Papa di intervenire contro gli insulti e le minacce a Khamenei

L’Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede, l’ayatollah Mohammad Hossein Mokhtari, scrive a Papa Leone XIV per chiedere una presa di posizione, come guida religiosa, contro le offese e le minacce di assassinio rivolte alla Guida Suprema dell’Iran Ali Khamenei da parte di USA e Israele. Nella lettera si invoca un intervento del Pontefice a favore di Khamenei “insultato” e “minacciato” dagli Stati Uniti e da Israele.
“Come Vostra Santità è a conoscenza, il governo degli Stati Uniti e il Suo Presidente – scrive Mokhtari -, in diverse occasioni, non solo hanno insultato la Guida Suprema della Repubblica Islamica dell’Iran – che non è soltanto una figura politica, ma anche un’autorità religiosa – ma l’hanno anche minacciata direttamente di assassinio, mentre esponenti del regime sionista, tra cui il Ministro degli Esteri israeliano, hanno esplicitamente ammesso l’intenzione di tale regime di attuare questo assassinio”.
“Con grande rammarico – prosegue – la politica dominante del mondo odierno ha portato a marginalizzare i valori spirituali e morali e ad offendere tradizioni, simboli sacri e, soprattutto, i leader religiosi”.
Secondo l’ambasciatore iraniano in Vaticano, “l’azione recente del Presidente degli Stati Uniti, al di là del suo aspetto politico e giuridico – che è in contrasto con le leggi e i protocolli riconosciuti dall’ordinamento internazionale – comporta conseguenze amare e pericolose anche sul piano religioso”. In altre parole, “questo insulto palese a un’autorità religiosa del mondo islamico non ha ripercussioni solo politiche, ma anche religiose”.
“E’ evidente che, nella tradizione cristiana – scrive ancora Mokhtari -, l’insulto verso figure sacre è considerato peccato ed è segno di mancanza di rispetto verso Dio stesso”. E “il silenzio di fronte all’insulto a un leader religioso non potrà che generare divisioni tra i seguaci dell’Islam e delle altre fedi, con conseguenze che coinvolgeranno tutti”.
Rivolgendosi a papa Leone, l’ambasciatore di Teheran dice che “Lei, naturalmente, è annoverato tra i pionieri del rafforzamento delle relazioni e del dialogo interreligioso, e possiede esperienze e competenze rare nel creare unità e coesione tra le comunità e nel rimuovere la violenza. Ha già compiuto passi positivi per spianare questa strada e Le auguro pieno successo”.
“Confidiamo pertanto che Vostra Santità – aggiunge Mokhtari – voglia prendere una posizione ferma contro le minacce e gli insulti rivolti alla Guida Suprema dell’Iran, oltraggio che ferisce profondamente non solo i musulmani sciiti, ma tutti i musulmani nei diversi Paesi del mondo”.
Nella missiva al Pontefice l’ayatollah Mokhtari evidenzia inoltre che “la tolleranza religiosa, virtù lodevole e necessaria, non può mai tollerare insulti verso i leader di altre fedi”. Ecco allora la richiesta a papa Leone di una presa di posizione, anche perché, secondo l’Iran, si “rischia di vanificare tutti gli sforzi compiuti per l’unità e la fratellanza tra le religioni, contraddicendo senza dubbio i principi del Documento sulla Fratellanza Umana firmato dal defunto Papa Francesco nel 2019”.
[Foto: Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede]