Medio Oriente: primo giorno di cessate il fuoco in Libano, gli Usa ora guardano a Gaza
Intanto Blinken va in visita di congedo al Papa in Vaticano.
Dalle quattro del mattino di ieri ora italiana tra Israele e Hezbollah vige il cessate il fuoco. Una tregua che sulla carta dovrebbe durare due mesi, ma che già nelle prime ore del mattino è stata messa alla prova. Nel sud del Libano Tsahal ha registrato due incidenti: uno a Kfarkila, di fronte alla città israeliana di Metula, e uno poco più a sud, a Miss Al Jabal. In entrambi i casi i soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro gli uomini di Hezbollah per allontanarli dall’area. Secondo gli accordi, i terroristi libanesi dovranno ritirarsi a nord del fiume Litani. «Agiremo con fermezza se Hezbollah entrerà in aree proibite», ha dichiarato il ministro della Difesa, Israel Katz. I due episodi sono la dimostrazione di quanto sia fragile questa tregua, mediata dagli Stati Uniti con l’aiuto della Francia.
Il cessate il fuoco pone fine a quasi 14 mesi di combattimenti iniziati l’8 ottobre 2023, il giorno dopo le stragi di Hamas, quando Hezbollah è intervenuto a sostegno dei terroristi palestinesi. L’accordo, approvato dal governo israeliano con 10 voti a favore e uno contrario, prevede un periodo di transizione di 60 giorni. Durante questo periodo: Tsahal si ritirerà dal sud del Libano, così come dovrà fare Hezbollah. L’esercito libanese dispiegherà 5.000 truppe a sud del fiume Litani, presidiando 33 postazioni lungo il confine.
Fino a un’ora prima dell’accordo, l’esercito israeliano ha compiuto diversi attacchi contro obiettivi di Hezbollah a Beirut e lungo il confine libanese, distruggendo infrastrutture, depositi di armi e sedi finanziarie del gruppo sostenuto dall’Iran. Anche dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco, secondo un’integrazione inserita dagli Usa nell’intesa, Israele avrà il diritto di rispondere a eventuali violazioni della milizia sciita, ricorda il portale Moked/Pagine Ebraiche.
Raggiunta l’intesa in Libano, ora l’amministrazione di Joe Biden intende concentrarsi su un accordo a Gaza. «Nei prossimi giorni, gli Stati Uniti faranno un’ulteriore sforzo con Turchia, Egitto, Qatar, Israele e altri per ottenere un cessate il fuoco a Gaza con il rilascio degli ostaggi e la fine della guerra, senza più Hamas al potere». Le famiglie degli ostaggi hanno rilanciato le parole di Biden e chiesto a Washington e Gerusalemme di fare in fretta: «Ogni giorno che passa può essere l’ultimo per i nostri cari».
Intanto ieri il segretario di Stato americano Anthony Blinken, che lascerà l'incarico l'anno prossimo, ha effettuato una visita di congedo a papa Francesco. Sui social media, Blinken ha dichiarato di aver incontrato il leader della Chiesa cattolica per “esprimere gratitudine per la sua leadership globale nella protezione dei più vulnerabili e nella promozione della dignità umana”.
L'esponente del governo Usa ha incontrato anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, e l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario vaticano per i rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali.
"Ho incontrato il cardinale Parolin e l'arcivescovo Gallagher e ho riaffermato la stretta collaborazione tra Stati Uniti e Santa Sede nell'affrontare alcune priorità. Abbiamo discusso di Medio Oriente e Sudan, sostenendo la sovranità dell'Ucraina e promuovendo la democrazia in Venezuela", ha scritto. Blinken lascerà l’incarico dopo l’ingresso della nuova amministrazione, che sarà guidata dal repubblicano Donald Trump. Il magnate ha nominato il senatore Marco Rubio come prossimo segretario di stato di Washington.
[Foto: Moked/Pagine Ebraiche]