Movimenti e Ong, “fermare l’occupazione di Gaza, la pace unica via”

“La decisione del Governo israeliano di procedere all’ occupazione della Striscia di Gaza è di estrema gravità, e viene attuata nella contrarietà della maggioranza dell’ opinione pubblica di Israele e fra le forti perplessità degli stessi alti comandi militari”. E’ quanto rilevano in una nota le Acli, Associazioni Cristiane dei Lavoratori Italiani.
“Quasi sicuramente essa provocherà l’inasprimento della condizione degli ostaggi ancora in mano ai terroristi di Hamas, se non la loro morte”, prosegue il comunicato.
Per la popolazione di Gaza “significherà lo sradicamento dalle loro case, per molti la morte per fame o per guerra”.
“Chiediamo di porre fine a questa guerra disumana, che sta distruggendo le vite di migliaia di persone e sta avvelenando l’anima di Israele”, affermano le Acli.
“L’escalation militare che va avanti da due anni senza alcuna prospettiva non può essere la soluzione, come non lo è rinchiudere, di fatto, sotto chiave un milione di persone in condizioni disumane”, aggiungono.
“Siamo convinti che le ragioni della pace siano più forti della follia della guerra, e facciamo una volta di più appello a tutte le persone di buona volontà perché si uniscano nel promuovere azioni di pace e di giustizia”, conclude la nota.
ActionAid condanna l’occupazione di Gaza City da parte di Israele
“Lo sfollamento forzato è uno strumento di dominio che lacera le comunità e consolida cicli di povertà, trauma e violenza di genere”.
ActionAid è profondamente indignata per la decisione del governo israeliano di occupare Gaza City e condanna senza mezzi termini questa palese escalation. “Questa occupazione provocherà lo sfollamento forzato di centinaia di migliaia di palestinesi, persone già più volte costrette ad abbandonare le proprie case, private dei loro diritti e della loro sicurezza”, afferma in una nota.
Jamil Sawalmeh, Direttore di ActionAid Palestina, dichiara: “Questa decisione non solo sfollerà centinaia di migliaia di altre persone, ma sradicherà famiglie che non hanno più alcun posto dove andare. La popolazione di Gaza viene deliberatamente affamata e sottoposta a una violenza incessante. Palestinesi esausti e traumatizzati a Gaza sono costretti a vivere in un ciclo infinito di sfollamenti e devastazione, intrappolati in uno spazio sempre più ristretto, di fronte al collasso totale delle infrastrutture e alla completa assenza di sicurezza.
Donne e comunità emarginate subiscono in maniera sproporzionata le conseguenze di questa violenza: molte affrontano ora lo sfollamento per la seconda, terza o persino quarta volta nella loro vita, senza accesso a un riparo, al cibo, all’assistenza sanitaria o ai servizi di base. Queste azioni non sono solo moralmente indifendibili, ma costituiscono anche evidenti violazioni del diritto internazionale, comprese le norme che vietano il trasferimento forzato di popolazioni, l’annessione di territori occupati e la negazione del diritto all’autodeterminazione.
Lo sfollamento forzato è uno strumento di dominio che lacera le comunità e consolida cicli di povertà, trauma e violenza di genere. Non si tratta solo di una catastrofe umanitaria: è la continuazione di un progetto di lunga data di espansione coloniale e pulizia etnica”.
ActionAid chiede a tutta la comunità internazionale di andare oltre le dichiarazioni di preoccupazione. “Gli Stati Terzi devono adottare azioni urgenti e concrete per fermare le sottrazioni di terre, prevenire l’annessione e assicurare i responsabili alla giustizia. Silenzio e inattività equivalgono a complicità”, conclude.
[Foto: Vatican News]