Open Arms e World Central Kitchen: termina la missione congiunta nel corridoio umanitario marittimo verso Gaza

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Con l'arrivo della nave Open Arms a Larnaca, Cipro, la missione in collaborazione con World Central Kitchen (WCK) nel corridoio umanitario verso la Striscia di Gaza è sospesa, a seguito del devastante attacco subito dal convoglio umanitario dell'organizzazione fondata dallo chef José Andrés e della morte di sette operatori umanitari di WCK. Questo attacco, perpetrato dalle Forze di Difesa Israeliane (IDF) lunedì scorso, segna una svolta dolorosa nei nostri sforzi per alleviare la crisi umanitaria a Gaza.

Piangiamo profondamente la perdita di Saifeddin, Zomi, Damian, Jacob, John, Jim e James, membri devoti della WCK e preziosi partner in questa missione, uccisi in un atto di violenza incomprensibile. I loro nomi si aggiungono alla lunga lista di oltre 32.500 civili, per lo più donne e bambini, vittime della violenza a Gaza dall'ottobre 2023, insieme a centinaia di operatori umanitari e giornalisti in un'escalation di violenza senza precedenti.

Nelle scorse settimane, Open Arms e WCK hanno raggiunto un traguardo senza precedenti: l'apertura del primo corridoio marittimo umanitario per Gaza da Cipro, superando due decenni di blocco navale imposto da Israele. L'obiettivo era quello di alleviare la disperata situazione umanitaria di Gaza, caratterizzata da carestia e livelli allarmanti di malnutrizione dopo mesi di continui bombardamenti.

Il 15 marzo, Open Arms e WCK hanno consegnato con successo le prime 200 tonnellate di cibo nell'ambito dell'operazione Safeena. Lo scorso sabato 31 marzo, tre navi, tra cui Open Arms, con una piattaforma galleggiante, sono salpate da Cipro per la seconda spedizione di aiuti marittimi a Gaza, trasportando quasi 400 tonnellate di cibo sufficienti a preparare più di 1 milione di pasti.

Una volta raggiunte le coste di Gaza, lunedì scorso, le squadre di Open Arms e WCK sono riuscite a sbarcare le prime 100 tonnellate di cibo, che la squadra di terra della WCK ha rapidamente trasferito in un magazzino a Deir al-Balah, nella Striscia. Pochi minuti dopo il completamento dell'operazione di sbarco, il convoglio, composto da tre veicoli chiaramente identificati con il logo della WCK, è stato attaccato da tre missili lanciati dall'IDF in momenti diversi. Ciò è avvenuto nonostante l'organizzazione avesse coordinato i suoi spostamenti con le autorità israeliane, che erano a conoscenza del suo itinerario, del suo percorso e della sua missione umanitaria.

Ha detto Oscar Camps, il  direttore di Open Arms che si trova a Cipro:

"La Palestina è oggi la nostra causa come umanità. Siamo appena tornati dalla missione Open Arms 110, la nostra seconda missione a Gaza per aprire un corridoio umanitario via mare con l'obiettivo di contribuire con la nostra nave e le nostre attrezzature a combattere l'uso della fame come arma di guerra contro la popolazione palestinese.

Più di 35.000 persone sono morte in quello che le grandi potenze esitano a chiamare con il suo nome: genocidio. Un laboratorio distopico dove il sangue delle persone scorre mentre le tecnologie di guerra vengono testate e perfezionate, guidate da algoritmi sempre più automatizzati che permettono di diluire ogni responsabilità umana, utilizzando la tecnologia e banalizzando il male.

Siamo tornati da Gaza, dove gli assassini in uniforme sono autorizzati a sparare ai bambini; dove gli ospedali e le scuole sono distrutti e i corridoi umanitari sono sabotati; dove anche le terribili regole della guerra sono violate e medici, insegnanti e personale umanitario sono giustiziati; dove i giornalisti e la stampa sono perseguitati, dove i testimoni di questi meccanismi di annientamento sono espulsi. Noi siamo tornati, ma non i nostri compagni della WCK: Zomi, Issam, Damian, Jacob, Jim, John e James.

Rimangono lì. Ora gli Stati si affrettano a porgere le loro condoglianze alle famiglie, ma non hanno la stessa fretta di smettere di inviare armi a questo laboratorio di distruzione. Ieri molti media si sono indignati per queste morti, ma oggi c'è stato un nuovo bombardamento, sotto gli occhi del mondo.

Fino a quando permetteremo altri morti e crimini di guerra a Gaza? Cosa deve succedere ancora prima che la società globale reagisca? Quanta umanità deve essere persa in questo genocidio?".

Questo tragico evento sottolinea la desolante realtà di una strategia che sembra concentrarsi sulla morte e sulla distruzione, ignorando i più elementari diritti umani. Chiediamo risposte e responsabilità per questo attacco inaccettabile e invitiamo la comunità internazionale a rafforzare gli sforzi per proteggere i civili e coloro che rischiano la vita per portare aiuti alle persone vulnerabili.

(Photo Credits: Antonio Sempere/www.pressenza.com)