Parolin a Pezeshkian, "non si allarghi il conflitto in Medio Oriente"
Telefonata tra il segretario di Stato vaticano e il presidente dell'Iran.
CITTA' DEL VATICANO, 12 AGO - La Santa Sede si fa parte attiva nel cercare di scongiurare l'allargamento del conflitto in Medio Oriente. Mentre si fanno insistenti le indicazioni su un ormai imminente attacco dell'Iran a Israele, in risposta all'uccisione il 31 luglio a Teheran del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh, questa mattina il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha avuto un colloquio telefonico con il nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, proprio per riaffermare il 'no' ad una possibile escalation che infiammi oltremisura, e con conseguenze imprevedibili, lo scenario attuale.
Il cardinale si è dapprima congratulato con il presidente, eletto alla guida della Repubblica Islamica a inizio luglio, per l’inizio del suo mandato avviato il 28 luglio. Nella telefonata - di cui ha riferito il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni - sono stati trattati “temi di comune interesse”, ma soprattutto Parolin “ha espresso la seria preoccupazione della Santa Sede per quanto sta accadendo in Medio Oriente, ribadendo la necessità di evitare in ogni modo che si allarghi il gravissimo conflitto in corso e preferendo invece il dialogo, il negoziato e la pace”.
Restano questi - il dialogo, il negoziato e la pace - i punti di riferimento della diplomazia pontificia affinché si risolva la guerra in corso a Gaza, e nel muovere i propri passi contro l'estensione del conflitto, parallelamente ai leader europei, come quelli di Regno Unito, Francia e Germania, che chiedono a Teheran di astenersi dall'effettuare attacchi di rappresaglia contro Israele.
L'interlocutore diretto del Vaticano in tale contesto è il neo presidente Pezeshkian, un "riformista" che finora ha fatto in modo che si rinviasse l'attacco diretto dell'Iran a Israele, ma che fa fatica a resistere alle pressioni oltranziste e interventiste della teocrazia sciita e dei "guardiani della rivoluzione".
L'iniziativa del card. Parolin fa seguito ai numerosi richiami del Papa, come quello di mercoledì scorso al termine dell’udienza generale, quando Bergoglio aveva ribadito l’“appello a tutte le parti coinvolte affinché il conflitto non si allarghi e si cessi immediatamente il fuoco su tutti i fronti, a partire da Gaza, dove la situazione umanitaria è gravissima, è insostenibile”. “Prego - aveva aggiunto - perché la ricerca sincera della pace estingua le contese, l’amore vinca l’odio e la vendetta sia disarmata dal perdono”.
E ancora ieri all'Angelus - con parole significative proprio per i timori su una conflagrazione generale della "terza guerra mondiale a pezzi" -, dopo aver "ricordato, in questi giorni, l’anniversario del bombardamento atomico delle città di Hiroshima e Nagasaki" e "mentre continuiamo a raccomandare al Signore le vittime di quegli eventi e di tutte le guerre", Francesco ha esortato a rinnovare "la nostra intensa preghiera per la pace, specialmente per la martoriata Ucraina, il Medio Oriente, Palestina, Israele, il Sudan e il Myanmar".
[Questo articolo è stato pubblicato oggi dall'ANSA; Photo Credits: Vatican News]