Pax Christi, "che senso ha la decisione dell'Aja su Israele e Palestina se non ha nessuna speranza di essere applicata?"

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"A che serve una decisione che non è vincolante e che non ha alcuna speranza di essere realizzata?". Se lo chiede su Mosaico di Pace - la rivista del movimento cattolico Pax Christi, fondata da don Tonino Bello - don Tonio Dell'Olio, presidente della Pro Civitate Christiana di Assisi, a proposito del pronunciamento nero su bianco della Corte internazionale dell'Aja, organo delle Nazioni Unite, secondo cui "le colonie israeliane in Palestina e a Gerusalemme est sono illegali" e "Israele deve smantellarle e risarcire per l'occupazione".

"Nella sentenza si legge che gli insediamenti illegali dei coloni corrispondono 'de facto a un'annessione' attuata attraverso 'una sistematica discriminazione, segregazione e apartheid' a danno dei palestinesi", ricorda Dell'Olio. Inoltre, "le Nazioni Unite, e in particolare l'Assemblea Generale e il Consiglio di Sicurezza, dovrebbero considerare le modalità precise e le ulteriori azioni necessarie per porre fine alla presenza illegale dello Stato di Israele il prima possibile".

Secondo dati dell'ong Peace Now, spiega ancora Mosaico di Pace, "solo in questa prima metà del 2024 Israele si è già appropriato di 2.368 ettari in Palestina, una quantità record che supera quella del 2014".

"Le autorità israeliane hanno fatto sapere prontamente che non riconoscono la decisione del Tribunale. In nome della sicurezza dello Stato d'Israele, né smantelleranno e tantomeno risarciranno", sottolinea Dell'Olio, che aggiunge: "A che serve, quindi, una decisione che non è vincolante e che non ha alcuna speranza di essere realizzata? Forse solo a dimostrare la falla umanitaria di un organismo sovranazionale come quello delle Nazioni Unite che va profondamente riformato per essere reso efficace".

"E questo sarebbe il primo impegno di una comunità internazionale consapevole e determinato a costruire la pace", conclude.

[Photo Credits: Remocontro/Picasa]