Pizzaballa, “in Terra Santa abbiamo lasciato il campo agli estremisti da entrambe le parti. Ma dobbiamo sperare nei tanti ‘miti'”

La veglia di preghiera per la pace a Gaza nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, promossa da Sant’Egidio con i movimenti e le associazioni cattoliche. “Siamo affranti, mai un momento così duro”, afferma il patriarca di Gerusalemme. Il card. Bassetti: “la violenza può e deve essere fermata”.
ROMA, 22 SET – “Il Signore vi dia pace. Saluti e preghiere dalla Città Santa, da Gerusalemme. ‘Beati i miti perché erediteranno la terra’. In questi mesi di grande dolore, e dove tutto quello che sembra il contrario della mitezza, cioè forza, potenza, sembra dominare il mondo ed ereditare la terra, questa Beatitudine mi colpisce, sembra una contraddizione. Anche se poi capisco ogni giorno di più che è proprio vera”. Così il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, si è rivolto in collegamento video ai partecipanti alla veglia di preghiera “Pace per Gaza” nella Basilica di Santa Maria in Trastevere.
L’evento, presieduto dal cardinale Gualtiero Bassetti, ex presidente della Cei, è stato promosso “di fronte all’estrema gravità della situazione bellica e umanitaria a Gaza” – e nella giornata in cui decine di manifestazioni per la fine della guerra a Gaza hanno punteggiato l’Italia – dalla Comunità di Sant’Egidio con un ampio fronte di associazione e movimenti cattolici: ACLI, AGESCI, Azione Cattolica Italiana, Comunione e Liberazione, Comunità Papa Giovanni XXIII, Cooperativa Auxilium, Movimento Cristiano dei Lavoratori, Movimento dei Focolari, Movimento Politico per l’Unità, OFS Ordine Francescano Secolare, Rinnovamento nello Spirito Santo, Unione Superiori Generali USG, Unione Superiore Generali UISG. La finalità: “per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, la soluzione diplomatica negoziata, il rispetto integrale del diritto umanitario internazionale”.
“Penso alla nostra Terra Santa – ha detto Pizzaballa nel video proiettato nell’affollata Basilica al termine della celebrazione -, in questo momento, quello che stiamo vivendo, io so che siete riuniti in preghiera per questo, vi ringrazio anzitutto. Siamo affranti, siamo profondamente feriti da questa situazione, da quello che stiamo vivendo, dal clima di odio che ha creato questa violenza, che a sua volta crea altro odio, in questo circolo vizioso che non si riesce a spezzare, ahimé. E come ho detto tante volte abbiamo lasciato il campo agli estremisti dall’una e dall’altra parte”.
“Però vedo anche tanti miti – ha proseguito il cardinale -, vedo tante persone che si mettono in gioco, che amano la giustizia che fanno la giustizia, pagata con prezzo personale, in questo senso: israeliani, palestinesi, ebrei, cristiani, musulmani, qui non è questione di appartenenza ma di umanità, innanzitutto”.
“Bene, questo per me fa sperare – ha affermato Pizzaballa -: mi fa sperare che anche qui, non so come, non so quando, certo questo sembra essere il momento della violenza, del dolore e della forza, ma i miti, che per loro natura non fanno chiasso, ci sono. Ecco, noi vogliamo appartenere ai miti e insieme ai loro, i tanti miti di tutte le appartenenze possibili, insieme a loro poco alla volta creare quel tessuto sul quale, poco alla volta, poi si potrà ricostruire per il futuro. E’ la mia speranza”.
“Il momento è duro – ha sottolineato il patriarca di Gerusalemme -. Io sono qui da 35 anni e un momento così duro non l’ho mai visto. Però dobbiamo come tutti i miti sperare nel Signore e continuare a fare la giustizia, fare la verità, con amore verso tutti. E’ quello a cui siamo chiamati, è quello che dobbiamo, devo, dobbiamo tutti cercare di difendere. La giustizia, la verità, ma anche l’amore per tutti. Sapendo che verrà il momento, quando il linguaggio del potere, della forza fallirà, quando tutto questo castello di violenza crollerà, in quel momento noi dovremo essere pronti”.
“Verrà il momento – ha concluso Pizzaballa – in cui dovremo, con la nostra parola, con la nostra testimonianza, portare la forza di questa mitezza, e ricostruire perché tutti possano ereditare, nella bellezza, nell’amore e nella mitezza, la terra che Dio ci ha donato. Grazie e auguri a tutti voi”.
All’inizio della veglia, il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo ha detto che “siamo molto toccati questa sera dalla grande partecipazione che ci unisce, qui nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, per pregare per la pace per Gaza. Noi crediamo – ha osservato – che la preghiera abbia una forza storica, pacifica, non violenta, che può smuovere i cuori perché finisca la guerra, fìnisca l’occupazione, finiscano le violenze e i bombardamenti, siano liberati gli ostaggi, si ritorni al rispetto del diritto internazionale in quella terra”.
Impagliazzo ha quindi ringrazia i movimenti, le associazioni, le comunità ecclesiali partecipanti. “Preghiamo per tutte le vittime della guerra, per tutti i sofferenti, particolarmente per i bambini, per le donne, per gli anziani”, ha aggiunto.
Nella sua omelia, il card. Bassetti ha affermato che “la violenza può e deve essere fermata”. “Ottenere il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, la soluzione diplomatica negoziata, il rispetto integrale del diritto umanitario internazionale per Gaza significa ridare slancio a progetti per la soluzione negoziata di tutti i conflitti”, ha evidenziato.
“Tutte e tutti siamo interpellati dall’obbligo di coscienza di non tradire mai la nostra umanità”, ha detto quindi il porporato che, rivolgendosi alle associazioni cattoliche presenti, ha ricordato le parole di papa Leone XIV domenica all’Angelus in Piazza San Pietro.
“Siamo parte di questo movimento pluriforme che vuole il cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi”, ha quindi aggiunto, e “la speranza non arretra”. “Infelici sono coloro che non provano compassione e la compassione è sempre condivisione”, ha sottolineato Bassetti, concludendo con un appello ai governanti: “Non è lecito ingannare i popoli, la pace e la sicurezza non sono garantite dalla guerra e dal riarmo”.
Alle manifestazioni per la pace a Gaza ha partecipato anche il nuovo movimento dei “Preti contro il genocidio”, una cui rappresentanza si è unita alla veglia di preghiera a Santa Maria in Trastevere.
[Foto: Comunità di Sant’Egidio]