Pizzaballa, "vicino l'accordo per Gaza, ma c'è chi rema contro"
Il parroco Romanelli, "speriamo nei colloqui, passo verso il miracolo della pace".
"Le prospettive fanno ben sperare": è quanto afferma, in un'intervista ai media vaticani, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, commentando il risultato dei colloqui di Doha per il cessate il fuoco a Gaza, mentre è previsto che le trattative riprendano mercoledì al Cairo.
"Sì, credo che in questo momento ci siano le condizioni migliori perché si raggiunga un accordo - osserva il porporato -. Naturalmente ci sarà sempre chi rema contro, gli ostacoli non mancano, ma credo che siano maturate le condizioni perché si possa finalmente concludere questa fase della guerra e quindi di conseguenza anche allontanare un'escalation, un allargarsi del conflitto con l'intervento diretto dell'Iran e l'estendersi della guerra anche in Libano. Ripeto, sono tante le difficoltà, ma credo che ci sia uno sforzo imponente anche da parte, non solo dei mediatori, ma anche degli Stati Uniti, di chiudere questa situazione. Le prospettive fanno ben sperare".
Pizzaballa sottolinea anche la speranza che si allontani la minaccia di un intervento iraniano contro Israele: "Sì. Non dobbiamo farci illusioni - aggiunge comunque -. Il conflitto non è ancora finito; lo vediamo molto bene a Gaza con i continui bombardamenti, con la tragedia che è sotto gli occhi di tutti e che ci lascia sempre senza parole".
Intanto, "la nostra piccola comunità che si trova a nord di Gaza, nella città di Gaza City, cerca di vivere in questa situazione nelle condizioni migliori e più serene possibili per quanto sia difficile - fa sapere il cardinale -. Siamo attivi nel cercare di aiutare la popolazione con aiuti che riusciamo ad avere non solo dai Cavalieri di Malta ma anche da tante altre associazioni; gli ultimi sono stati quelli della Chiesa mennonita che ha mandato più di mille pacchi. È molto bello vedere come all'interno di questa situazione gravissima e tragica ci sia anche tanta solidarietà".
Nel frattempo, sempre a proposito della conclusione dei colloqui di Doha, la speranza espressa ai media vaticani dal parroco dell'unica chiesa cattolica della Striscia di Gaza, l'argentino padre Gabriel Romanelli, è che i frutti dei negoziati possano vedere la luce già entro la prossima settimana.
L'amarezza del sacerdote è che "però, ancora purtroppo si sentono i rumori dei bombardamenti. È comunque una buona notizia se si pone fine a questa guerra, con il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Come primo passo verso la pace".
Padre Gabriel ricorda l'intensa giornata di festa religiosa che c'è stata con la celebrazione dell'Assunta "in una maniera magnifica, nonostante il dolore, la stanchezza". Sottolinea quanto siano "persone splendide i rifugiati" che hanno voluto celebrare la Madonna unendosi alla richiesta del patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pizzaballa, il quale ha chiesto di pregare la Vergine e San Michele, per la pace.
Proprio chiedendo il miracolo della pace hanno cominciato la giornata: "In silenzio per un'ora, poi le Lodi in arabo, il Rosario e poi la Messa solenne". E dopo - prosegue - "abbiamo rinnovato la consacrazione della parrocchia di tutta la Striscia di Gaza alla Sacra Famiglia".
Romanelli accenna inoltre alla processione che si è svolta nel cortile della chiesa con canti mariani a cui ha fatto seguito anche un incontro delle famiglie cattoliche e ortodosse e la distribuzione di alcuni beni di prima necessità, cibo e kit per la pulizia: "Erano tutti contenti e penso anche la Madonna e il suo Figlio. Speriamo che quest'aria di pace che si avverte sia il miracolo della Madonna".
[Photo Credits: Vatican News]