Vicario di Istanbul, "nell'attacco alla chiesa la matrice è l'intolleranza religiosa". Fonti cristiane, "sospetti sugli ultranazionalisti"
CITTÀ DEL VATICANO, 28 GEN - "Le motivazioni concretamente non si conoscono, debbono essere ancora verificate, ma gli elementi che finora sembrano emergere lasciano ipotizzare un attacco di matrice religiosa, una motivazione di intolleranza religiosa". Lo dice a Vatican News mons. Massimiliano Palinuro, vicario apostolico di Istanbul e amministratore apostolico di Costantinopoli, sull'attacco di stamane alla chiesa della Natività di Maria a Sariyer, nel sobborgo di Büyükdere, dove durante la messa "due persone armate sono entrate esplodendo molti colpi di pistola in aria". Poi c'è stata "la reazione di uno dei fedeli, che aveva anche qualche problema di salute mentale, quindi ha avuto il coraggio di protestare contro questo atteggiamento: probabilmente in risposta a questo atto hanno risposto uccidendo questa persona".
"La nostra comunità è letteralmente sconvolta", denuncia il vescovo, sempre parlando al sito della Santa Sede. "Naturalmente, è il momento della preghiera, della solidarietà alla comunità cattolica di Büyükdere, e naturalmente è il momento della preghiera per la persona che è defunta. Come comunità cristiana chiediamo alle autorità di fare chiarezza e di cercare la verità - prosegue -. Chiediamo, ovviamente, soltanto giustizia per questa persona che ha perso la vita. E nello stesso tempo, chiediamo maggiore sicurezza perché sia garantita l'incolumità dei fedeli delle comunità cristiane che perseverano nella fede, che con coraggio a volte affrontano anche tragitti molto lunghi per partecipare alla celebrazione eucaristica".
Mons. Palinuro aggiunge di non conoscere la vittima ma che "era ben noto da parte del parroco della chiesa e della comunità". Conferma che "era una persona anche con qualche problema psicologico, però - afferma - forse proprio per questo è stato l'unico ad avere avuto il coraggio di affrontare questi terroristi che avevano invaso la chiesa; e probabilmente proprio per questo gesto di coraggio è stato ucciso". Il presule fornisce questi elementi a poche ore dal fatto sottolineando che al momento la dinamica sembra essere questa, "anche se le indagini sono in corso e quindi tutto quello che stiamo raccogliendo è da parte di testimoni che erano presenti ma che a volte sembrano anche un po' confusi e scioccati".
Intanto, "in Turchia le notizie riguardanti" l'attacco alla chiesa della Natività di Maria "sono state già fermate, già poche ore dopo l'assalto hanno proibito che se ne parli", riferiscono all'ANSA fonti vicine alla comunità cristiana turca.
"Diversi ministri tra cui quello delle Religioni e dell'Interno e il prefetto sono accorsi alla chiesa - raccontano le fonti - ma poi hanno proibito la diffusione di notizie in merito". Per quanto riguarda la chiesa, "si tratta di un luogo frequentato dalla comunità cristiana non solo italiana ma europea. Ad esempio era presente al momento dell'agguato anche il console polacco con le sue bambine; è un punto di riferimento della comunità europea, ci vanno tanti cristiani. La vittima la frequentava da qualche mese, ci è stato riferito che non fosse un uomo d'affari, sembra avesse qualche forma di handicap".
Per quanto riguarda le possibili motivazioni, le fonti vicine alla comunità cristiana locale, ipotizzano: "Abbiamo attirato troppo l''attenzione di qualcuno o forse c'è chi non ci vuole là, in quella zona, c'è in quel quartiere qualcosa di strano nell'aria che non si capisce, un clima ostile che noi crediamo abbia a che fare con la presenza di molti ultranazionalisti della zona di Trebisonda, quella dove è stato ucciso don Andrea Santoro".
(Foto: Sariyer Santa Maria Church/Anton Bulai)