Diritto d’asilo e “Paesi sicuri”: mons. Felicolo, “finalmente la Corte di giustizia europea ha fatto chiarezza”

Condividi l'articolo sui canali social

Con un sentenza molto attesa, la Corte di giustizia dell’Unione europea, in merito alla richiesta di protezione internazionale di un cittadino o di una cittadina di Paesi terzi, conferma che può essere respinta “in esito a una procedura accelerata di frontiera, qualora il suo Paese di origine sia stato designato come «sicuro» ad opera di uno Stato membro”.

La Corte ha precisato però “che tale designazione può essere effettuata mediante un atto legislativo, a condizione che quest’ultimo possa essere oggetto di un controllo giurisdizionale effettivo vertente sul rispetto dei criteri sostanziali stabilite dal diritto dell’Unione” e che nessuno Stato membro può “includere un Paese nell’elenco dei paesi di origine sicuri qualora esso non offra una protezione sufficiente a tutta la sua popolazione”.

“La Corte di giustizia dell’Unione europea – ha commentato il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Pierpaolo Felicolo – ha finalmente fatto chiarezza su una questione molto importante, a tutela dei diritti dei richiedenti asilo e di tutti noi”.

Il pronunciamento chiarisce anche che si fa riferimento alla direttiva attualmente applicabile fino all’entrata in vigore del nuovo regolamento (12 giugno 2026), e che il legislatore dell’Unione può anticipare questa data.

Secondo il Tavolo asilo e immigrazione “si tratta di una decisione dirompente, che smentisce in modo radicale la linea del governo italiano” sul cosiddetto “modello Albania” e chiede al governo “di prendere atto della pronuncia, cessare ogni iniziativa orientata alla riattivazione del Protocollo, e ricondurre la politica migratoria all’interno del diritto internazionale ed europeo, e delle garanzie costituzionali”.

[Fonte e Foto: Migrantes Online]