Il Papa, “subito nuovi negoziati per il Sudan. Abbassare la tensione in Sud Sudan e avviare dialogo”

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Appelli del Pontefice all’Angelus dalla sua convalescenza a Casa Santa Marta. “Continuiamo a pregare per la pace: anche in Myanmar che soffre tanto per il terremoto”. E ancora: “la Quaresima sia tempo di guarigione”.

CITTA’ DEL VATICANO – Dalla sua convalescenza a Casa Santa Marta, ieri all’Angelus – che dal suo ricovero al Gemelli a metà febbraio viene diffuso solo in forma scritta – papa Francesco non ha fatto mancare nuovi appelli di pace: per i due Sudan, prima di tutto, poi per gli altri Paesi colpiti dalle guerre, e anche per il Myanmar, ora devastato anche dal terremoto.

“Seguo con preoccupazione la situazione in Sud Sudan”, ha detto il Pontefice nel testo preparato per l’Angelus, con riferimento alla difficile situazione nel Paese dopo l’arresto del vice presidente Riek Machar: “Rinnovo il mio appello accorato a tutti i Leader, perché pongano il massimo impegno per abbassare la tensione nel Paese. Occorre mettere da parte le divergenze e, con coraggio e responsabilità, sedersi attorno a un tavolo e avviare un dialogo costruttivo. Solo così sarà possibile alleviare le sofferenze dell’amata popolazione sud-sudanese e costruire un futuro di pace e stabilità”.

“E in Sudan la guerra continua a mietere vittime innocenti – ha proseguito -. Esorto le parti in conflitto a mettere al primo posto la salvaguardia della vita dei loro fratelli civili; e auspico che siano avviati al più presto nuovi negoziati, capaci di assicurare una soluzione duratura alla crisi. La Comunità internazionale aumenti gli sforzi per far fronte alla spaventosa catastrofe umanitaria”.

Francesco ha quindi aggiunto: “confidando nella misericordia di Dio Padre, continuiamo a pregare per la pace: nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Libano, Repubblica Democratica del Congo e Myanmar, che soffre tanto anche per il terremoto”.

“Grazie a Dio ci sono anche fatti positivi – ha detto ancora -: cito ad esempio la ratifica dell’Accordo sulla delimitazione del confine tra il Tajikistan e il Kyrgyzstan, che rappresenta un ottimo risultato diplomatico. Incoraggio entrambi i Paesi a proseguire su questa strada. Maria, Madre di misericordia, aiuti la famiglia umana a riconciliarsi nella pace”.

Il Papa ha fatto riferimento anche alla sua malattia e alla sua degenza. “Carissimi, viviamo questa Quaresima, tanto più nel Giubileo, come tempo di guarigione – ha affermato -. Anch’io la sto sperimentando così, nell’animo e nel corpo. Perciò ringrazio di cuore tutti coloro che, a immagine del Salvatore, sono per il prossimo strumenti di guarigione con la loro parola e con la loro scienza, con l’affetto e con la preghiera. La fragilità e la malattia sono esperienze che ci accomunano tutti; a maggior ragione, però, siamo fratelli nella salvezza che Cristo ci ha donato”.

[Foto: Roma Capitale]