Perché c’è così tanta Asia nel prossimo Conclave

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Il Collegio cardinalizio voluto da Francesco rispecchia più il mondo che la Chiesa cattolica. O meglio: rispecchia la sua vocazione missionaria. I numeri contano meno del significato della testimonianza evangelica che i cristiani sono chiamati a vivere nella comunità delle nazioni.

Di Gianni Criveller, da AsiaNews

Sono impresse nella nostra mente le immagini delle lunghissime file di persone venute a Roma da tante parti per salutare papa Francesco, del suo funerale e del trasferimento a Santa Maria Maggiore lungo le vie del centro città. Una eloquente testimonianza che Francesco è stato un papa tra la gente e dei poveri soprattutto. Anche il cerimoniale della sua sepoltura ha previsto questa speciale attenzione alle persone che Francesco ha prediletto. Il funerale di sabato ha annoverato la partecipazione anche di numerosi potenti. Speriamo che, almeno, si decidano ad impegnarsi per ‘la pace mondo e la fraternità tra i popoli’, i beni per i quali Francesco ha offerto la sua sofferenza.

Da oggi le attenzioni della comunità cattolica e di tante altre persone sono rivolte alle Congregazioni generali dei cardinali, chiamate a discutere del futuro della Chiesa. Tra di loro, i 135 cardinali elettori (con l’eccezione di due ammalati), fra una decina di giorni, si riuniranno in conclave per l’elezione del nuovo papa.

Il Collegio cardinalizio non è mai stato così numeroso e sarà dunque il conclave più affollato della storia. Come pure il Collegio non è mai stato così universale. È una buona notizia, perché ‘cattolica’ vuol dire universale, e dunque la Chiesa diviene sempre più pienamente sé stessa. Alcuni Paesi europei di tradizione cattolica, come l’Austria e l’Irlanda, non hanno cardinali elettori. Come pure alcune diocesi molto importanti, come Milano e Parigi, non avranno il loro vescovo in conclave. Per contro, Paesi come il Myanmar, la Mongolia, la Thailandia, e Singapore, con un numero piuttosto esiguo di cattolici, sono rappresentati. In un senso molto importante il prossimo conclave rispecchia più il mondo che la Chiesa cattolica, o meglio ancora, rispecchia la vocazione missionaria della Chiesa diffusa su tutto il mondo. I numeri contano meno del significato della testimonianza evangelica che i cristiani sono chiamati a vivere nella comunità delle nazioni.

Inoltre, per la prima volta in modo molto serio, alcuni cardinali asiatici sono considerati validi candidati all’elezione. Naturalmente a noi non interessa il toto-nomi, quanto piuttosto registrare un dato di cronaca che ha una significativa valenza ecclesiale. (C’è in verità un’eccezione storica: l’armeno card. Aghagianian ricevette molti voti nel conclave che elesse Giovanni XXIII: lo sappiamo dallo stesso papa Roncalli).

Le Congregazioni generali che entrano nel vivo da oggi sono un momento davvero importante: i cardinali infatti dovranno discutere delle questioni più attuali per la vita della chiesa, e c’è da credere che ciò influirà non poco sull’esito del conclave. È noto che nel 2013 l’intervento da parte del card. Bergoglio impressionò favorevolmente molti cardinali, e favorì la sua elezione. C’è un altro aspetto da considerare: molti cardinali, soprattutto quelli di recente nomina e che provengono da tanti luoghi diversi, non si conoscono tra loro. Questi giorni a Roma, fatti di incontri formali e spontanei, sono una preziosa opportunità per rimediare a questa difficoltà.

[Fonte e Foto: AsiaNews]