Repubblica Democratica del Congo: l’M23 rifiuta negoziati diretti con Kinshasa

Per la milizia filo-rwandese trattative di pace “impraticabili” a causa delle nuove sanzioni europee. Ne riferisce Nigrizia.
Si è chiuso lo spiraglio che in questi giorni aveva fatto intravedere per la prima volta la possibilità di una trattativa di pace diretta tra il governo della Repubblica democratica del Congo e la milizia M23, che controlla ampi e strategici territori nell’est del paese.
Una trattativa facilitata anche dall’intermediazione delle organizzazioni delle Chiese protestanti e cattoliche congolesi su Kinshasa.
Ieri sera Lawrence Kanyuka, portavoce dei miliziani sostenuti da Rwanda, ha definito i negoziati in programma per oggi nella capitale angolana Luanda, “impraticabili”, a causa delle nuove sanzioni imposte dall’Unione Europea a 32 individui e due entità, tra cui nove leader della milizia e diversi ufficiali rwandesi.
Le sanzioni UE
Le sanzioni colpiscono figure chiave dell’M23, tra cui il presidente del movimento Bertrand Bisimwa, già sanzionato dalle Nazioni Unite, il capo del reclutamento e della propaganda Désiré Rukomera, il colonnello John Imani Nzenze, il vicecapo delle finanze e della produzione dell’M23 Jean-Bosco Nzabonimpa Mupenzi e Joseph Musanga Bahati, nominato governatore della regione del Nord Kivu dopo l’occupazione del capoluogo Goma a gennaio.
Tra gli ufficiali rwandesi interessati dalle sanzioni, il comandante delle forze speciali Ruki Karusisi, il comandante della seconda divisione dell’esercito, generale di brigata Pascal Muhizi, e il maggiore generale Eugène Nkubito, comandante della terza divisione.
Sanzionati anche Francis Kamanzi, alias Erasto, amministratore delegato del Rwanda Mines, Petroleum and Gas Board (RMB) e la raffineria d’oro Gasabo, con sede a Kigali e “responsabile dell’importazione illegale di oro dalle regioni controllate da M23”.
Scontro diplomatico tra Bruxelles e Kigali
Parallelamente si è inasprita la tensione tra Rwanda e Belgio. Ieri Kigali ha infatti interrotto i rapporti diplomatici con Bruxelles, accusato di “tentare di destabilizzare sia il Rwanda che la regione”, ordinando a tutti i diplomatici belgi di lasciare il paese. Una misura definita “sproporzionata” dal Belgio che ha a sua volta espulso i diplomatici rwandesi.
A febbraio Kigali aveva sospeso i programmi di cooperazione con il Belgio. Le relazioni diplomatiche tra i due paesi erano tese da tempo, tanto che le posizioni di entrambi gli ambasciatori erano rimaste vacanti. Nel 2023, il Belgio aveva infatti rifiutato la nomina di Vincent Karega come ambasciatore rwandese a Bruxelles e Kigali aveva risposto allo stesso modo nel 2024.
Gli USA alla ricerca di minerali critici
In questo contesto di crescenti tensioni si inseriscono gli Stati Uniti, interessati a portare a casa un accordo per lo sfruttamento dei cosiddetti “minerali critici” di cui è ricca la Rd Congo.
Ieri è arrivato a Kinshasa il deputato Ronny Jackson, definito dalla presidenza congolese come “l’inviato speciale” di Donald Trump, che ha incontrato Tshisekedi, a sua volta alla ricerca di opportunità per diversificare i contratti di sfruttamento minerario, per lo più al momento rivolti alla Cina.
[Fonte e Foto: Nigrizia]