Sudan: Coopi, 30mila vittime, 12 milioni di sfollati, +480% violazioni sui minori. “Una delle peggiori crisi umanitarie al mondo”

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In Sudan, a due anni dallo scoppio del conflitto armato tra esercito e forze paramilitari, oltre 12 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case, di cui quasi 4 milioni hanno attraversato i confini verso Paesi già in difficoltà, come Ciad, Sud Sudan ed Egitto. La guerra, iniziata il 15 aprile 2023, ha causato quasi 29mila vittime, di cui 7.500 civili, e ha generato una delle più gravi emergenze umanitarie a livello globale. Il 2024 si apre con una crisi alimentare che colpisce 24 milioni di sudanesi e un’emergenza idrica che priva 270mila persone, inclusi 130mila bambini, dell’accesso all’acqua potabile.

Solo il 25% delle strutture sanitarie nelle aree colpite è operativo e malattie come colera, dengue e malaria sono in aumento. In questo contesto l’organizzazione umanitaria Coopi – Cooperazione internazionale, presente nel Paese dal 2004, ha intensificato gli interventi, realizzando nel 2024 dieci progetti in cinque Stati sudanesi e raggiungendo quasi 150mila persone. L’azione – riferisce il Sir – si concentra su distribuzione di acqua potabile, beni essenziali e sostegno agricolo, anche nelle aree più isolate come Mellit, nel Nord Darfur, dove Coopi ha avviato un progetto per contrastare la carestia.

“In Sudan è in corso una delle emergenze più drammatiche del nostro tempo, ma resta ai margini dell’attenzione globale”, afferma Ennio Miccoli, direttore dell’organizzazione, che nel 2024 celebra 60 anni di attività. In due decenni, Coopi ha realizzato 119 progetti nel Paese, raggiungendo oltre 4 milioni di beneficiari. Nel mondo, oltre 305 milioni di persone hanno oggi bisogno di assistenza umanitaria. Coopi, di cui quest’anno ricorre il sessantesimo anniversario, è presente in 33 Paesi del mondo e attua più di 200 progetti di sviluppo ed emergenza.

Commissione Ue: 282 milioni per aiuti umanitari a Sudan e Ciad

Ammonta a 282,5 milioni di euro lo stanziamento in aiuti umanitari che la Commissione ha destinato a rispondere ai bisogni delle popolazioni più vulnerabili in Ciad, Sudan e nei Paesi limitrofi. Ieri la commissaria per la gestione delle crisi Hadja Lahbib era in Ciad, per visitare progetti finanziati dall’Ue nel Paese, a cui andranno 74,5 milioni di euro per continuare a far fronte alla crisi degli sfollamenti forzati nella provincia del Lago Ciad, in particolare dal Sudan, nonché l’afflusso di rifugiati e rimpatriati sudanesi nella parte orientale del Paese.

In Sudan, invece – spiega il Sir -, la somma di 160 milioni di euro sarà spesa per le popolazioni che, oltre che per il conflitto, soffrono per la carestia e la grave insicurezza alimentare che ha colpito alcune regioni del Paese. Le iniziative umanitarie si sostanziano in aiuti economici, servizi sanitari e nutrizionali, acqua e servizi igienico-sanitari, assistenza per l’alloggio, protezione e istruzione. I restanti 48 milioni di euro dello stanziamento annunciato oggi è diretto al Sud Sudan, all’Etiopia, all’Egitto e alla Libia per aiutare i rifugiati e le comunità.

“Ho constatato in prima persona la portata e l’impatto di questa crisi, in cui i più vulnerabili subiscono le conseguenze più gravi”, ha commentato la commissaria. “Dallo scoppio della guerra in Sudan, l’Ue ha intensificato il suo sostegno e il pacchetto di aiuti odierno riafferma il nostro incrollabile impegno ad affrontare questa crisi, fornendo assistenza umanitaria cruciale ed estendendo il supporto ai Paesi vicini nel momento del bisogno”.

[Fonte: Sir; Foto: Coopi]