Il Papa smentisce Sevastianov, "non ho un piano di pace per l'Ucraina"

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Nell'intervista rilasciata ieri al quotidiano argentino La Nacìon per i suoi dieci anni di pontificato, papa Francesco, rispondendo alle domande della giornalista Elisabetta Piqué - peraltro reduce da lunghi periodi trascorsi in Ucraina in questo anno di guerra -, smentisce il suo interlocutore russo Leonid Mihailovic Sevastianov che asserisce da tempo di avere "un piano di pace" del Pontefice da far conoscere in Russia.

"Quello del Vaticano è un servizio di pace"

Alla domanda se esista un suo "piano di pace" per l'Ucraina, dal momento che Sevastianov, presidente dell'Unione Mondiale dei Vecchi Credenti, sposato con la soprano georgiana Svetlana Kasyan ed ex amico di Putin e del patriarca Kirill ma poi distaccatosene, ne parla diffusamente, Francesco ammette di essere in corrispondenza con Sevastianov, ma spiega: "Non un piano di pace, c'è un servizio di pace, che, a discrezione... ma ci sono diversi capi di Stato che sono interessati, giusto?". E in che cosa consista questo "servizio di pace", "un desiderio di servire la pace - replica -. Ad esempio in India, Modi è molto preoccupato. E Modi è un uomo equilibrato che sa chiamare perfettamente al dialogo con entrambi. Un esempio. Ci sono altri capi di Stato. E sottobanco si lavora. Il mio rapporto con l'ambasciatore russo qui è eccellente. Un uomo le cui credenziali ho ricevuto sette anni fa... Beh, ora cambia, giusto? Figlio di madre ucraina, padre russo, conosce bene il conflitto. È un uomo molto serio e professionale, puoi parlare. E mentre puoi parlare, andiamo avanti".

Francesco mostra di dare credito a una possibile mediazione israeliana. Se sia credibile un incontro in Vaticano tra Zelensky e Putin, "detto così, Zelensky e Putin, non lo so - afferma infatti -. Ma è plausibile un incontro mondiale dei delegati mondiali su questo. C'è anche un gruppo israeliano che sta lavorando su questo. Diversi che probabilmente si uniscono e possono fare qualcosa, giusto? Il Vaticano funziona".

"Voglio andare a Kiev, ma a condizione di andare anche a Mosca"

Nell'intervista a La Nacìon il Papa ribadisce anche: "Sono disposto ad andare a Kiev. Voglio andare a Kiev. Ma a condizione di andare a Mosca. Vado in entrambi i posti o in nessuno dei due". Il Pontefice dice di ritenere che andare a Mosca "non è impossibile". "Non sto dicendo che sia possibile. Non è impossibile - spiega -. Speriamo di poterlo fare, eh. Occhio, non c'è nessuna promessa, niente. Non ho chiuso quella porta". E ricorda anche che il secondo giorno dopo l'invasione dell'Ucraina "sono andato in Ambasciata, mi sono offerto di andare in Russia. Il ministro Lavrov mi ha risposto dicendo che mi ringraziava tanto, che ne tenevano conto ma per il momento ovviamente non era il caso. Ora, in questo momento, il Vaticano sta facendo qualcosa di più diplomatico per vedere se si può ottenere qualcosa".

Il presunto e fantomatico "piano di pace" che gli sarebbe stato affidato dal Papa, e su cui finora il Vaticano aveva mantenuto il silenzio, era stato dapprima presentato da Sevastianov a fine febbraio tramite l'agenzia russa Ria Novosti, spiegando che si tratta "di un testo elaborato con registrazioni della voce del Pontefice". In primis Sevastianov ha parlato della sua corrispondenza periodica con il Pontefice e sottolineato che il piano di pace ha un punto di partenza ineludibile: in un conflitto, in una guerra, le parti coinvolte hanno le medesime responsabilità. Il piano si sarebbe proposto di raggiungere e garantire una pace lunga e giusta, basata sull'inclusione, il rispetto per la cultura e la lingua e la cooperazione tra tutti e ciò riguarda l'Ucraina, la Russia e l'Europa. In questa cornice le priorità del piano sono: la protezione della vita, della salute umana nonché la non partecipazione di Paesi stranieri al rifornimento di armi alle parti in conflitto. Non va dimenticato che al posto della guerra c'è la cooperazione e la costruzione di un unico spazio socio-economico equo. La cultura, la lingua, la nazionalità e la fede di ogni persona devono essere protette e rispettate.

Sevastianov, "il piano è una road map, ma non di natura politica"

In un'intervista del 1° marzo a Franca Giansoldati del Messaggero, poi, Sevastianov ha spiegato che l'asserito progetto di pace "è grosso modo una road map ma non tanto di natura politica. Non affronta il tema militare. Si basa su una riflessione spirituale. Si dice che la pace non esiste senza giustizia, che agli accordi ci si arriva lentamente ma prima le parti devono mettersi attorno a un tavolo a discutere. Che senza interlocuzioni si scivola in una spirale dalla quale non si torna indietro. Naturalmente il piano non entra nei dettagli di tipo militare o politico perché non è certo compito del Papa, ma dei leader di governo. Rappresenta un estremo tentativo per fermare questa deriva".

Inoltre, "prima di tutto ci si deve sedere attorno a un tavolo e poi l'accordo arriverà. Saranno gli Ucraini a decidere cosa è giusto per la loro. Il progetto del Papa deve essere divulgato il più possibile tra il popolo russo per formare e informare l'opinione pubblica. Io non voglio andare al Cremlino perché il nostro obiettivo è di fare leva sulla gente e quanta più gente lo verrà a conoscere, quanto il potere politico non potrà far finta della esistenza di una opinione contraria alla guerra. Il Cremlino non potrà rifiutarsi di rispondere. I cinesi hanno fatto un piano politico, il Papa un piano spirituale. Papa Francesco continua a ripetere che nessuna vittoria militare sul campo ha mai prodotto nella storia la pace per lungo tempo".

"In Russia Francesco gode di considerazione, è autorevole e vi è stato un grande cambiamento sulla figura del Pontefice - ha aggiunto Sevastianov nell'intervista al Messaggero -. Un tempo era soprattutto un simbolo dell'Occidente. Oggi rappresenta il dialogo. È una persona spirituale. Non va a benedire le armi. Lui cerca di essere moderatore e mediatore. E' la sua forza anche se questo diventa molto difficile per tante persone da accettare. Deve essere neutrale come Gesù".