Polemiche al Parlamento europeo per un convegno sul cardinale croato Stepinac

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E' stata un'iniziativa particolarmente controversa, e che ha suscitato non poche polemiche, quella di tenere martedì 21 marzo al Parlamento europeo di Strasburgo il convegno dal titolo "Il beato Aloysius Stepinac - una testimonianza di fede, perseveranza e speranza", dedicato alla discussa figura del cardinale e arcivescovo cattolico croato, beatificato nel 1998 da papa Giovanni Paolo II. Arcivescovo di Zagabria dal 1937 al 1960, anno della morte, e cardinale tra i più giovani del suo tempo, la sua personalità e storia sono estremamente dibattute. Da una parte è accusato di collaborazionismo con gli 'ustascia' del sanguinario regime filonazista di Ante Pavelic, all'epoca del secondo conflitto mondiale, dall'altra viene considerato un martire perseguitato dal regime comunista jugoslavo.

Il convegno è stato organizzato dall'eurodeputata croata Željana Zovko. Sono intervenuti storici e rappresentanti della Chiesa. "Nelle circostanze del totalitarismo più oscuro, l'arcivescovo Stepinac merita il posto di un uomo giusto", ha detto l'eurodeputata Zovko, sottolineando che il suo desiderio era quello di contribuire alla conservazione della figura del beato Stepinac e promuovere la verità sulla sua vita ed eredità. "Questo evento ha un peso aggiuntivo perché al centro c'è una persona che è stata anche vittima di un regime totalitario. Come membro del gruppo per promuovere la cultura del ricordo, sono fortemente impegnato a condannare tutti i regimi totalitari", ha detto Zovko.

Il postulatore della causa del beato Alojzije Stepinac, mons. Juraj Batelja, ha affermato che soprattutto la propaganda serba e comunista ha diffuso per decenni menzogne e mezze verità sull'arcivescovo di Zagabria Stepinac e che il loro governo ha convinto l'opinione pubblica che la Chiesa cattolica fosse un'istituzione fascista e antisemita. "Il regime del governo senza Dio ha proibito alla Chiesa ogni possibilità di portare la verità al pubblico. È così che è praticamente iniziato ed è stato commesso l'assassinio giudiziario dell'arcivescovo Stepinac, e che si è cercato di imporre la menzogna come verità", ha sostenuto mons. Batelja. Che ha anche aggiunto che quando nel 1936 cominciarono ad arrivare a Zagabria i primi ebrei esiliati dalla Germania e dalla Polonia, l'arcivescovo coadiutore Stepinac si mise a capo del comitato per la cura di queste persone e la raccolta di fondi per permettere loro di vivere una vita dignitosa e trovare lavoro. "Numerose lettere di apprezzamento da parte di ebrei, privati e istituzioni ebraiche sono testimonianza di un'attività così diffusa e vivace", ha spiegato Batelja.

L'Incaricato d'Affari della Nunziatura apostolica presso l'UE, mons. Hrvoje Škrlec, ha parlato nel suo intervento di chi fosse Alojzije Stepinac e in quale ambiente sociale e politico abbia agito come arcivescovo di Zagabria. "All'estero, molti credevano nell'innocenza di Stepinac. Ad esempio, il premio Nobel francese François Mauriac ha scritto che Alojzije Stepinac è stato condannato per essersi rifiutato di tagliare i rapporti con il Papa. In Serbia, parlare criticamente di questo verdetto è sempre stato e rimane tuttora un quasi tabù. Mentre la maggioranza dei vescovi e sacerdoti della Chiesa ortodossa serba e l'opinione pubblica in Serbia considerano Stepinac colpevole, c'è chi non condivide questa opinione, come ad esempio il vescovo Dositej di Zagabria, la cui vita è stata salvata da Alojzije Stepinac , e il vescovo Dionysius del Canada", ha detto mons. Škrlec.

Alla Conferenza è stata presentata la traduzione inglese del libro di mons. Batelja "Il beato Alojzije Stepinac – Salvare ebrei e serbi nella seconda guerra mondiale". Gli storici Robin Harris e Ester Gitman hanno parlato in partiucolare del libro, mentre Ivan Vučak, il parroco di Krašić, ha parlato di Stepinac e del suo atteggiamento nei confronti degli ebrei a Krašić.

Ma già all'indomani dello svolgimento, la missione della Serbia presso l'Ue ha duramente criticato l'organizzazione al Parlamento europeo della conferenza sul cardinale Stepinac, ritenuto da Belgrado e dalla Chiesa ortodossa serba uno stretto collaboratore dell'allora regime filofascista croato degli ustascia. In una lettera all'eurodeputata croata Zeljana Zovko, organizzatrice della conferenza, la missione ha sostenuto che per tutti i cittadini serbi e per la Chiesa ortodossa serba, il cardinale Stepinac resta una figura complice della politica responsabile di crimini di massa contro serbi, ebrei, rom e altre comunità non croate durante la Seconda guerra mondiale. Nella lettera si è ricordato come Stepinac, dopo la guerra, fosse stato condannato a 16 anni di carcere a Zagabria nel 1946, osservando come il processo di canonizzazione del cardinale Stepinac, avviato dal Vaticano, sia un tema controverso che condiziona in negativo le relazioni tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa serba.

(Fonti: Glas Koncila, ANSA)