Il Papa, "i cristiani massacrati nella Repubblica Democratica del Congo sono martiri"

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"Continuano a giungere notizie dolorose di scontri e massacri compiuti nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo. Rivolgo il mio appello alle Autorità nazionali e alla Comunità internazionale, affinché si faccia il possibile per la cessazione delle violenze e per la salvaguardia della vita dei civili. Tra le vittime, molti sono cristiani uccisi in odium fidei. Sono martiri. Il loro sacrificio è un seme che germoglia e porta frutto, e ci insegna a testimoniare il Vangelo con coraggio e coerenza". Lo ha detto ieri papa Francesco all'Angelus, aggiungendo poi l'invito a non cessare "di pregare per la pace in Ucraina, in Terra Santa, in Sudan, Myanmar e dovunque si soffre per la guerra".

Nella Repubblica Democratica del Congo negli ultimi tempi si sono verificati nuovi massacri attribuiti ai jihadisti delle ADF. A quanto ha riferito l'agenzia vaticana Fides, sono 41 le persone uccise secondo il bilancio ufficiale presentato il 10 giugno dal governo congolese, di una serie di attacchi commessi il 7 giugno dai guerriglieri delle ADF nel Territorio di Beni, nel Nord Kivu, nell’est della RDC. Secondo il governo di Kinshasa, 39 persone sono state uccise nei villaggi di Masala e Mahibi e due in quello di Keme. Altre nove sono rimaste ferite.

Le Forze Democratiche Alleata (ADF nella sigla inglese) sono un gruppo originario dell’Uganda, che da decenni si è installato nell’est della RDC, in particolare nel Nord Kivu. Nel 2019 le ADF hanno fatto atto di adesione allo Stato Islamico, accentuando il loro profilo “jihadista”.

Gli ultimi massacri compiuti (in precedenza altre 15 persone sono state uccise il 4 giugno a Masau, al confine tra le provincie del Nord Kivu e dell’Ituri, mentre altre uccisione di massa sono avvenute ad aprile e maggio) sembrano essere dovute paradossalmente all’operazione Shujaa, condotta congiuntamente dall’esercito congolese ed ugandese per dare alla caccia ai jihadisti delle ADF.

L’operazione lanciata nel settembre 2021, ha però avuto come conseguenza lo spostamento verso ovest degli appartenenti alle ADF che per sfuggire alle truppe congolesi e ugandesi si stanno dirigendo verso Mangina e il territorio di Mambasa nell’Ituri. In queste aree gli ADF puntano a saccheggiare le risorse locali come il cacao e a sfruttare le miniere artigianali locali per potere riorganizzarsi e continuare le loro azioni mortali.

[Photo Credits: www.losservatorio.org]