Pax Christi, "lo sdoganamento non può essere legittimazione della violenza"

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"Se lo sdoganamento significa legittimazione della violenza, evviva le dogane!". E' quanto afferma il movimento cattolico Pax Christi in un articolo sulla sua rivista Mosaico di Pace, fondata da don Tonino Bello.

"Sdoganamento è un termine molto adoperato in questa stagione politica", sottolinea don Tonio Dell'Olio, sacerdote e attivista per la non-violenza. "Lo si ripete nei salotti televisivi soprattutto da parte dei rappresentanti della destra che - a loro dire - finalmente possono fornire una versione alternativa dei fatti consumatisi nel ventennio fascista".

"È lo sdoganamento di un'altra interpretazione dei fatti e il tentativo di legittimare chi si è macchiato di crimini di guerra, di comportamenti e scelte contro la libertà e l'esercizio dei diritti - osserva la rivista di Pax Christi -. In realtà il più delle volte non vengono negati tali comportamenti ma si dice che quelle stesse persone, gruppi politici e formazioni di vario genere hanno anche fatto cose buone".

In questo modo, prosegue, "si corre quantomeno il rischio che ostentando le seconde si legittimino anche le prime. Ha fatto così Vannacci per la Decima Mas a Porta a porta con il consenso esplicito del conduttore di quella trasmissione".

"A me francamente - ironizza Dell'Olio - viene sempre in mente la gag di Roberto Benigni che riferiva di un idraulico chiamato per riparare un guasto e che, dopo aver operato ottimamente sull'impianto idrico dell'abitazione, aggredisce e immobilizza il padrone di casa, tortura la moglie per farsi dire dov'è la cassaforte e il numero della combinazione e violenta la figlia dei due. 'Però è un bravo idraulico' - concludeva Benigni".

"Se lo sdoganamento significa legittimazione della violenza, evviva le dogane!", è la conclusione.

[Foto d'archivio]