Gli 'evangelical' potrebbero presto rivaleggiare con i cattolici in America Latina

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"La cattedrale della Chiesa Universale del Regno di Dio a Salvador, città del nord-est povero del Brasile, è così grande che si vede a chilometri di distanza. Costruita nello stile di un tempio neoclassico, potrebbe essere un gigantesco centro congressi o un casinò. In un recente venerdì pomeriggio il suo annesso, che può contenere fino a 3.000 persone, era gremito. Tale successo suggerisce una forza sempre più importante nella politica latinoamericana". Inizia così un recente reportage dell'Economist tra Marabà e Salvador in Brasile che testimonia come ormai un quinto dei fedeli della regione sia 'evangelical' e come molti ora credano nel "vangelo della prosperità"

"Il cristianesimo 'evangelical' è la religione in più rapida crescita nella regione - spiega il settimanale della City -. I sondaggi sulle credenze religiose variano ampiamente, ma circa un quinto dei latinoamericani si identifica come evangelico, rispetto a un decimo nel 2002. In Guatemala e Honduras, dovrebbero superare i cattolici romani come religione dominante entro il 2030".

Nell'arco di qualche decennio, quindi, forse anche prima, i cristiani evangelici potrebbero superare il numero di fedeli complessivo in America Latina per ora “dominato” dai cattolici: questo dicono gli ultimi sondaggi sulle credenze religiose rivelate dall’Economist nel suo ampio approfondimento sul rapporto tra fede, spiritualità e politica nel potenziale futuro Sud America evangelico. Attualmente un quinto dei latinoamericani si identifica come fedele 'evangelical' - la Chiesa protestante (luterana o riformata) che definisce il proprio riconoscimento esclusivo nell’autorità nel Nuovo Testamento della Bibbia - mentre solo nel 2002 il dato era un decimo del totale: la crescita enorme porterà in Guatemala e Honduras, ad esempio, il superamento dei cattolici entro il 2030, in Brasile verso il 2035.

"Negli anni ’70 pastori intraprendenti, ispirati da quelli degli Stati Uniti, introdussero un filone noto come neo-pentecostalismo. Questo predica il “vangelo della prosperità“, una reinterpretazione radicale della Bibbia che afferma che la ricchezza terrena è un segno delle benedizioni divine", rileva il magazine economico-finanziario introducendo il tema degli evangelici alla “conquista” del Sud America. Predicatori, anche miliardari, attraggono sempre più fedeli anche tra le fasce più povere delle società: "gli evangelici hanno anche diffuso i loro insegnamenti online. Su Instagram, piattaforma di condivisione di immagini, otto dei dieci influencer cristiani più seguiti in Brasile sono evangelici"»", spiega ancora il settimanale indicando diversi esempi di predicatori capaci di attirare follower e seguaci a milioni, più di Papa Francesco sui canali social. Pedro Franco, fondatore di ‘InChurch’ (che fornisce software per le chiese) evidenzia come "un tempo le chiese parlavano di Gesù nelle piazze, nelle strade… Oggi si parla di Gesù attraverso i social network".

Ma non è solo il “boom” degli evangelici sui social a renderli a tutt'oggi più attrattivi e seguiti dei cattolici, soprattutto tra le giovani generazioni e le popolazioni magari più emarginate, o comunque in via di sviluppo: l’attenzione all’educazione sul mondo finanziario, l'adesione ai principi legati al Nuovo Testamento che di fatto punta a contestare decisamente l’apertura di parte dei cattolici a temi come aborto legalizzato, eutanasia e ideologia gender. E, non ultima, c'è poi la politica, fattore assolutamente da non sottovalutare, in particolare in Paesi come il Brasile dove alle ultime elezioni lo scontro fra Lula e Bolsonaro è stato anche una corsa ad accaparrarsi il voto degli evangelici gravitanti in entrambi gli schieramenti. E se nelle precedenti presidenziali proprio il voto degli 'evangelical' aveva decretato il trionfo di Bolsonaro, lo scorso ottobre, sia per i richiami e l'attivismo di Lula anche in quel campo sia per alcune attese disilluse, non è stato sufficiente alla rimonta del presidente uscente.

"Pochi giorni prima del ballottaggio presidenziale del Brasile in ottobre, Luiz Inàcio Lula da Silva, che ha vinto con uno scarso margine di 1,8 punti percentuali, ha pubblicato una lettera aperta in cui prometteva di non chiudere le chiese e si dichiarava contrario all’aborto", ricorda l'Economist. Di contro Bolsonaro aveva dedicato oltre il 40% delle sue visite in campagna elettorale proprio in chiese o attività degli evangelici. Rispetto al passato, sottolinea il settimanale, sembra molto più stretta la vicinanza tra evangelici e cattolici conservatori, almeno sul fronte dei “diritti”: spiega Taylor Boas della Boston University come nelle Elezioni Cile 2021 si sia invertito il trend che vedeva gli evangelici appoggiare i socialisti contro candidati appartenenti all’Opus Dei, "nel 2021 2021, gli evangelici si sono schierati dietro José Antonio Kast, un cattolico, per le sue opinioni a favore della vita e perché è contrario al matrimonio gay. Gli evangelici hanno anche recentemente aiutato a eleggere un sindaco dell’Opus Dei in Perù".

(Fonte: The Economist; Photo: Igreja Da Cidade)