Elezioni europee e l'impennata di fake news

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Secondo un report stilato dall’Osservatorio europeo dei media digitali, la crescente disinformazione relativa alle politiche o alle istituzioni dell’Unione europea e la circolazione di fake news ha registrato il suo apice nel periodo immediatamente precedente alle elezioni del Parlamento europeo. ne parla Michele Lipri nel numero di luglio della rivista ecumenica Confronti.

Un recente report stilato dall’Osservatorio europeo dei media digitali (Edmo) ha segnalato una tendenza crescente nella disinformazione relativa alle politiche o alle istituzioni dell’Unione europea (Ue) il cui apice è stato registrato nel periodo immediatamente precedente alle elezioni del Parlamento europeo.

Le 34 organizzazioni che hanno composto la rete di Edmo hanno pubblicato un totale di 1.643 articoli di fact-checking nel maggio 2024. Di questi articoli, 121 (8%) si sono concentrati sulla disinformazione relativa alla guerra in Ucraina; 104 (6%) sulla disinformazione legata ai cambiamenti climatici; 250 (15%) sulla disinformazione relativa all’Ue; 152 (9%) sul conflitto tra Israele e Hamas; 104 (6%) sulla disinformazione relativa al Covid-19; 97 (6%) sulla disinformazione legata all’immigrazione; e 36 (2%) sulla disinformazione su tematiche Lgbtq+ e questioni di genere.

La disinformazione relativa all’Ue e alle sue istituzioni è passata dall’11% del mese di aprile 2024 al 15% del mese successivo, raggiungendo il punto più alto da quando è iniziato il monitoraggio da parte di Edmo.

A maggio circolavano diverse fake news nei confronti dell’Ue, ma tutte avevano in comune il fatto di dipingere l’Unione come fondamentalmente corrotta e contraria agli interessi nazionali dei vari Stati membri. Alcune di queste hanno attaccato i leader dell’Ue come la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che è stata descritta come legata al nazismo (i nonni sarebbero stati sostenitori di Adolf Hitler), in conflitto di interessi nella gestione della fase pandemica perché - secondo la fake news - suo marito sarebbe stato dipendente in un’azienda il cui proprietario è Pfizer (quel che è vero è che la Procura europea sta indagando su accuse di presunti illeciti penali in relazione ai negoziati sui vaccini tra von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer).

Inoltre, nel corso del mese di maggio in alcuni Paesi sono emerse false storie che suggerivano manipolazioni e frodi in vista del voto di giugno, come in Germania dove è stato affermato che le schede elettorali inviate per posta fossero appositamente bucate o tagliate e dunque invalidate prima ancora che si potesse esprimere la propria preferenza o, ancora che i funzionari elettorali avessero ricevuto istruzioni di dichiarare non validi i voti del partito di estrema Destra Alternative für Deutschland (AfD).

Altro tema caldo è stato quello relativo alla crisi in Medio Oriente e ha riguardato in particolare le
proteste in supporto agli abitanti di Gaza, spesso esagerando la portata o la violenza di queste manifestazioni o screditandole sul piano morale.

Altre fake news hanno riguardato anche i leader israeliani (ad esempio, è circolata la voce che la Corte penale internazionale avesse emesso mandati di arresto contro il premier e il ministro della Difesa israeliani) e le azioni militari di Israele a Rafah.

L’attentato al Primo ministro slovacco Robert Fico, avvenuto il 15 maggio scorso, ha scatenato una tempesta di fake news. Una delle storie più diffuse sosteneva che la moglie dell’assassino fosse ucraina, mentre altre affermazioni infondate lo collegavano ai servizi segreti della nazione invasa,
cercando di incolpare il governo di Kiev dell’attacco.

In Slovacchia l’attentato è stato prontamente sfruttato per esacerbare l’opinione pubblica già fortemente polarizzata. Ad esempio, sono state diffuse immagini false dell’assassino ritratto mentre interagisce con Martin Šimečka, giornalista e padre del co-fondatore del principale partito di opposizione slovacco (Slovacchia progressista), o altri contenuti che collegano l’aggressore alla comunità Lgbtq+. È stato anche falsamente affermato che Slovacchia progressista avrebbe appoggiato l’atto violento.

Anche la disinformazione anti-immigrazione è riemersa in molti Paesi dell’Ue, amplificando i sentimenti razzisti e xenofobi. Come da copione, le fake news ritraggono i migranti come privilegiati, violenti, criminali e in numero superiore alla realtà. Una retorica che viene poi riutilizzata nelle varie “teorie del complotto” che suggeriscono che ci sia un disegno di “sostituzione etnica” o addirittura che i migranti siano in realtà soldati delle Nazioni Unite (sic!) che verranno schierati per far rispettare (con la forza) il lockdown nella prossima (e preordinata) pandemia.

Alcune delle principali fake news

Entrare nell'Ue "non conviene"

In tutti i Paesi dell’Unione sono circolate fake news che dipingono l’adesione all’Ue come “svantaggiosa”, sostenendo ad esempio che l’Ue impone condizioni economiche ingiuste e una burocrazia irragionevole ai suoi Paesi membri. False affermazioni hanno sostenuto che l’introduzione dell’Euro in Croazia ha portato a un raddoppiamento dei prezzi, che il percorso di digitalizzazione in atto dei documenti è finalizzato al controllo totale dei cittadini e che la Banca centrale europea sta pianificando di introdurre l’Euro digitale e vietare il contante a fini di sorveglianza.

Secondo questa narrazione, i governi nazionali stanno cedendo la supremazia alla legislazione europea, esponendo i cittadini a queste misure autoritarie.

Lgbtq+ “pervertitori”

Anche se in numero minore, molte sono state le false storie sulle tematiche Lgbtq+ che, prima delle ultime elezioni, hanno mirato principalmente a demonizzare la comunità.

Tra le fake news più comuni ci sono state l’esagerazione dell’impatto che queste tematiche avevano sulla sfera culturale e politica dell’Ue (virale è stata un’immagine creata artificialmente in cui la nazionale svizzera era vestita con un tutù rosa), ma anche fake news che sostenevano l’esistenza e la diffusione di libri sessualmente espliciti che venivano distribuiti ai bambini con l’intento di pervertirli, prendendo spunto da un pubblicazione, in Spagna, di un libro satirico volto a denunciare l’omofobia.

Immigrazione “senza limiti”

Molte sono le fake news che sono circolate che hanno riguardato la riforma del Patto sulla migrazione e l’asilo recentemente approvata e la questione migratoria in generale, esagerandone le conseguenze. Sono stati, ad esempio, diffusi numeri falsi sui migranti che gli Stati membri sarebbero costretti ad accettare e/o sui contributi che dovrebbero versare in caso di rifiuto.

Una retorica che è stata sfruttata in più di un’occasione anche dai politici di varie correnti politiche durante le loro campagne elettorali.

Escalation in Ucraina

La presunta escalation della guerra in Ucraina è stata l’argomento principale della disinformazione online a maggio scorso. Diverse fake news affermavano la presenza di soldati dei Paesi membri dell’Ue - e in particolare di quelli francesi - in Ucraina, suggerendo il coinvolgimento diretto delle truppe Nato nelle operazioni di terra.

I contenuti delle fake news suggerivano anche che l’Occidente avesse iniziato la guerra perché voleva appropriarsi delle ricchezze naturali della Russia. Allo stesso tempo, storie rivelatesi false dalle organizzazioni di fact-checking coinvolte nella rete Edmo hanno esagerato le minacce russe alla sicurezza dell’Ue, descrivendo come imminenti delle presunte gravi azioni militari.

[Photo Credits: PuntoEuropa.eu]