Kirill, "la nostra vera indipendenza si basa sulla potenza delle forze armate della nostra patria"

Condividi l'articolo sui canali social

Ieri, 8 maggio, alla vigilia del 78° anniversario della Giornata della Vittoria, che viene celebrata il 9 maggio in memoria della capitolazione della Germania nazista durante la seconda guerra mondiale (per i russi "la Grande guerra Patriottica"), il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, ha deposto una corona di fiori presso la Tomba del Milite Ignoto vicino alle Mura del Cremlino, all'interno dei Giardini di Alexander. Lo riferisce il sito del Patriarcato di Mosca.

Alla cerimonia hanno partecipato anche il comandante militare di Mosca, il tenente generale E.A. Selezenev, ufficiali e soldati della compagnia della guardia d'onore del 154° reggimento Preobrazenskij, e gran parte della gerarchia della Chiesa ortodossa russa. Dopo aver deposto la corona, è stato osservato un momento di silenzio e poi la banda militare ha eseguito l'inno nazionale della Russia. 

Il patriarca Kirill ha salutato i presenti, prima di tutto i militari, con un breve discorso, in cui ha riaffermato, senza infingimento, la sua visione dei rapporti tra i popoli e le nazioni sostanzialmente come rapporti di forza. Il Capo della Chiesa ortodossa russa ha detto: "La vittoria del nostro popolo è stata costosa, ma questi sacrifici non sono stati vani. Quando si verifica un incidente stradale, né la vittima né i suoi parenti sanno perché è successo, perché la vita di qualcuno è stata interrotta".

"Ma poi c'è stata un'impresa consapevole di persone che si sono buttate dentro un mare di fuoco, che non avevano paura di sfidare il nemico, che nella prima fase delle ostilità era ampiamente superiore in forza. Hanno difeso la nostra Patria con incredibile fatica, sconfinato eroismo, e tu ed io siamo gli eredi di questa vittoria", ha dichiarato Kirill. "Seguendo queste persone grandi e gloriose - ha proseguito il leader ortodosso - siamo chiamati a difendere la Patria, e solo questo fatto dovrebbe mobilitare il nostro spirito, rafforzare il nostro amore per la Patria, renderci impavidi, forti, capaci, come i nostri antenati, di difendere la Patria, se necessario, da qualsiasi forza armata". 

Kirill ha voluto ricordare ai soldati presenti ma anche a tutto l'esercito russo che "la nostra vera indipendenza si basa sulla potenza delle forze armate della nostra patria. Facciamo parte di un numero molto ristretto di paesi indipendenti, che si possono contare sulle dita di una mano. La Russia è tra i paesi veramente indipendenti, nel senso che davvero non dipendiamo da nessuno, che siamo liberi, in modo che possiamo organizzare le nostre vite secondo la volontà del nostro popolo, e per questo le nostre forze armate devono essere invincibili". 

Infine, il Patriarca di Mosca ha indirizzato anche qualche parola al clero che lo accompagnava: "Durante i terribili tempi della Grande Guerra Patriottica, la Chiesa non era nella migliore posizione, soprattutto considerando che questi anni furono preceduti da un'aperta persecuzione della Chiesa da parte delle autorità. Molti più sacerdoti furono imprigionati, molti più credenti soffrirono innocentemente e, con ogni probabilità, il nemico sperava che qualcuno si sarebbe certamente allontanato dal potere e non lo avrebbe sostenuto".

"Come si potrebbe mantenere lo stesso potere che ha distrutto la fede e la Chiesa? Ma cosa è successo? - ha chiesto Kirill - Nonostante tutto il dolore, nonostante il fatto che all'inizio degli anni Quaranta i nostri vescovi e sacerdoti languissero in prigione, la Chiesa ortodossa russa, per bocca del suo primate, il Patriarca Sergio, fece una dichiarazione storica nelle prime ore dell'aggressione armata. Quando le autorità politiche non avevano ancora formulato la loro posizione, Sergio ha invitato tutti i cristiani ortodossi a difendere la loro patria, dando un esempio di devozione disinteressata al popolo e al paese. E questo atto, a suo modo eroico, queste parole del Patriarca Sergio, pronunciate il primo giorno di guerra, sono entrate nell'anima di tante, tante persone, ispirandole a difendere la Patria. E sappiamo quale ruolo importante ha svolto la Chiesa ortodossa russa nella mobilitazione delle forze spirituali della nostra Patria, nell'educazione patriottica sia dell'esercito che del nostro popolo".

"Dio conceda che nulla di simile accada mai più e che nessun altro invada i sacri confini della nostra Patria - ha aggiunto il patriarca -. Ma per esserlo, il Paese deve essere molto forte. Perché non attaccano chi ha paura, ma hanno paura di chi è forte. E questa forza del popolo, la forza delle Forze Armate, la forza spirituale del nostro popolo deve essere la fortezza che anche il nemico più audace avrebbe paura di attraversare. Pertanto, la nostra preghiera oggi è per la prosperità della nostra Patria. La nostra preghiera oggi è per il nostro Presidente, per le autorità, per l'esercito, per tutto il popolo, affinché il Signore aiuti tutti noi ad essere uniti, per poter proteggere la nostra Patria con la preghiera e la parola".

(Fonte: Patriarcato di Mosca - Photo: Patriarcato di Mosca)