Parlamentari Ucraina, "una visita del Papa sarebbe un passo fondamentale per la pace"
"Noi preghiamo e aspettiamo tantissimo la visita del Santo Padre in Ucraina. A nostro avviso questo sarebbe un grande passo, un grande contributo per la pace in Ucraina". Le parole di Rostyslav Tistyk, capo delle delegazione di parlamentari ucraini del Gruppo di amicizia con la Santa Sede, sintetizzano il significato della loro visita di questi giorni a Roma: i sette deputati della Verchovna Rada, il parlamento monocamerale ucraino, di varie appartenenze politiche e confessioni religiose, hanno portato la causa del loro Paese, da quasi un anno aggredito dai russi, in un colloquio con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e con il 'segretario per i Rapporti con gli Stati mons. Paul Richard Gallagher, e ieri hanno incontrato anche papa Francesco al termine dell'udienza generale. Da loro anche la richiesta di un supporto della Santa Sede "per ottenere il rimpatrio delle centinaia di migliaia di bambini che sono stati deportati in Russia".
Tra gli altri membri della delegazione, Johan Petroniak, Nikola Stefanchuk, Ivan Kalaur, Sergii Labasuk. "A nostro avviso la Santa Sede può giocare un ruolo fondamentale per far finire la guerra, perché noi pensiamo che questa guerra sia non solo contro l'Ucraina ma anche una guerra contro tutto il mondo democratico", dicono in un incontro con alcuni giornalisti all'Ambasciata ucraina presso la Santa Sede.
"E' una guerra medievale, che un uomo contemporaneo non riesce a capacitarsi come sia possibile". E perché anche gli otto milioni di profughi all'estero (oltre ai cinque milioni di sfollati interni) tornino a casa, "ci serve la vittoria: la Russia ha mostrato che non bada a nessun valore, né culturale né spirituale. La Russia capisce solo la forza". Inoltre, "l'Ucraina adesso svolge il ruolo di uno scudo, per proteggere l'Europa da un male totale e assoluto. E possiamo sconfiggere questo male solo col vostro aiuto e supporto". "E' una guerra della Russia contro la civiltà. Per questo il mondo civile deve restare unito. E noi su questo chiediamo anche l'appoggio e la benedizione dal Santo Padre".
"Noi riponiamo tante speranze in particolare nella visita del Santo Padre in Ucraina. Questo sarebbe un gesto importantissimo non solo per noi ma anche a tutto il mondo civile che testimonierebbe la sua posizione", spiega ancora il capo-delegazione Tistyk.
"I milioni di ucraini hanno bisogno di un supporto spirituale - sostengono i deputati - e la visita del Santo Padre Francesco darebbe una grande carica di speranza per tantissimi ucraini , e un segnale a tutto il mondo di un gesto così importante diretto verso il Paese". I parlamentari paragonano la possibile visita del Papa a quella recente del presidente americano Joe Biden. "La sua visita in sé sarebbe un segnale molto forte a tutto il mondo civile e al mondo cristiano. Un segnale che quello ucraino è un popolo devoto. Che è il popolo che condivide i valori fondamentali e universali della vita umana, la libertà di coscienza e la libertà di religione. E così smaschera la propaganda russa e rivela che questa propaganda non è altro che menzogne".
Il gruppo di parlamentari solleva anche la questione del ritorno in patria del numero, tuttora imprecisato di bambini ucraini deportati in Russia "con scuse come quelle di farli curare o evacuarli dai bombardamenti". Le cifre vanno dai 720 mila ai 770 mila: "un genocidio - lo definisce uno dei deputati -, perché il rapimento dei bambini significa privare l'Ucraina del futuro". Finora, grazie all'impegno di organizzazioni internazionali, ne sono rientrati solo 307. "Però chiederemo alla Santa Sede di aiutare e prendere sotto il suo patrocinio questa questione - dice Tistyk -. E' molto importante per noi far tornare ogni nostro bambino ucraino. I nostri bambini sono il nostro futuro". Le ipotesi sul tavolo sono due: una che faccia transitare il rientro dei bambini in Ucraina tramite la Turchia e un'altra tramite il Vaticano. "L'esito positivo di questi processi può essere assicurato solo con l'intervento di leader internazionali di grande influenza oppure di organizzazioni internazionali di grande influenza - riconoscono i parlamentari -. Abbiamo visto il grande effetto dell'aiuto della Santa Sede nello scambio di prigionieri e di conseguenza vorremmo chiedere al Papa anche di aiutarci in questa questione".
Sul fatto che il Papa ha affermato di voler andare a Mosca, uno dei delegati spiega: "noi non aspettiamo che il Papa si concentri su un popolo e dimentichi l’altro popolo, però in questo caso l’Ucraina è la vittima, la vittima che non ha chiamato questa guerra su di sé, che ha sofferto per l’attacco ingiusto, e oggi ha come conseguenza la catastrofe umanitaria, come conseguenza assolutamente disumana di quanto ha compiuto la Federazione Russa.
"La visita del Papa in ogni Paese del mondo è una benedizione di Dio - rileva un altro dei parlamentari -. La visita del Papa in ogni Paese porta la pace. E bisogna farsi la domanda: chi vuole la pace in questa guerra tra Russia e Ucraina? Alla Russia non serve la pace, la Russia vuole la guerra, la Russia vuole le vittime e vuole la morte. Solo l’Ucraina sta pregando per la pace. I sacerdoti russi stanno benedicendo i missili che portano la morte. Invece nelle chiese ucraine c’è la preghiera per la pace. Per questo la visita del Santo Padre in Ucraina è molto importante. L’Ucraina necessita della pace e per questo necessita della visita di papa Francesco".
"Come si può dire che la guerra non è tra il bene e il male? - interviene un altro deputato - Quando la Russia uccide, violenta le donne, i bambini, distrugge intere città con le persone civili? Ci sono decine di migliaia di testimonianze di atrocità che sono state commesse nelle città di Bucha, Mariupol, Bakhmut". "Di notte quando i civili, le persone dormono, arrivano i missili e distruggono interi edifici - prosegue -. Per questo possiamo definirlo il male. E gli ucraini stanno difendendo la loro terra e la loro gente. La Russia è come un drago che vuole soltanto la distruzione, è come Satana. E la visita del Papa sarebbe un messaggio della pace. Noi vorremmo anche pensare che una visita del Papa alla Russia possa essere un grande momento di apertura degli occhi ai russi, e che questo drago possa mostrarsi davanti a tutti. Certo, spetta al Papa prendere una decisione sui suoi prossimi passi, ma il popolo ucraino sta aspettando il Papa sulla propria terra".