The Human Safety Net, 555 le start-up attivate dal 2017 ad oggi con il programma Per i Rifugiati. Creati quasi 1.000 posti di lavoro

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Venezia – Sono 555 le start-up che The Human Safety Net dalla sua istituzione nel 2017 ad oggi ha supportato a creare grazie al programma Per Rifugiati. Il risultato, ottenuto insieme a 10 partner, ha consentito la creazione di quasi mille posti di lavoro aggiuntivi.

Il dato è emerso nel corso della Giornata Mondiale del Rifugiato alla Casa di The Human Safety Net, nelle Procuratie Vecchie in piazza San Marco a Venezia, nel corso dell’evento “Migrazioni forzate tra sfide e buone pratiche: protagonisti di innovazione in dialogo”, un dibattito in formato talk che si è posto l’obiettivo di rafforzare l’incontro tra la comunità e i soggetti promotori di progetti innovativi e buone pratiche sul territorio nazionale, come l’accoglienza in famiglia e i corridoi umanitari.

L’appuntamento ha inaugurato il “Festival delle Migrazioni – In Movimento” organizzato da Refugee Welcome Italia a Venezia e Mestre con lo scopo il restituire la voce ai soggetti primi della migrazione, proponendo attività in cui i migranti e rifugiati siano protagonisti attivi. Il talk, condotto e moderato da Alan Barbieri, rappresentante della sezione Programmi per Rifugiati di The Human Safety Net, e Parvin Yavari, Community manager A2030 OdV - Social Innovation Designers, Diplomata Ready for IT e Team leader di ENACTUS per l’Università di Padova, ha preso avvio da alcuni passaggi significativi del libro «Egmat non deve morire» di Angela De Lorenzo.

The Human Safety Net è un movimento globale di persone che aiutano le persone che sostiene le famiglie con bambini piccoli (0-6) e l'integrazione dei rifugiati attraverso il lavoro e l'imprenditorialità.

Nel programma For RefugeesThe Human Safety Net sostiene complessivamente 23 partner in 6 paesi; i partner sono organizzazioni non-profit o imprese sociali attive nella promozione dell’imprenditorialità o nella formazione e inclusione lavorativa. I beneficiari provengono da una varietà di Paesi di tutto il mondo; il primo Paese di origine è l'Ucraina, seguito dall'Afghanistan e dalla Repubblica Araba Siriana al terzo posto. In generale, sono rappresentate più di 80 nazionalità. Solitamente, i partecipanti non entrano nel programma appena arrivati, ma dopo qualche anno dall’arrivo, con l’eccezione per esempio di cittadini ucraini che appena arrivati in Germania o Francia hanno subito cercato risorse e reti per poter iniziare o riniziare la propria attività d’impresa. Una testimonianza della loro perseveranza e del lavoro dei partner è il tasso di sopravvivenza di queste imprese a cinque anni, che con il 56% è superiore alla media del 51%[1]. Il fatto che questi imprenditori provengano da Paesi diversi, senza una rete locale e molto spesso senza nemmeno conoscere la lingua locale rende questo risultato ancora più impressionante.

Le imprese sostenute sono per la grande maggioranza micro imprese individuali o imprese con meno di 3 dipendenti (c.a. 70% delle imprese totali sostenute da The Human Safety Net – In Italia il 63% delle imprese ricade in questa categoria, che include il lavoro autonomo). Gli imprenditori solitamente hanno avuto un’esperienza imprenditoriale alle spalle e sono nel paese ospite da 2-3 anni, avendo avuto la possibilità di poter approfondire la conoscenza della lingua e del mercato nel quale opereranno.

I rifugiati hanno il talento e la resilienza per costruire imprese di successo, ma hanno bisogno di un supporto dedicato. Il programma per i Rifugiati offre loro gli strumenti per diventare imprenditori o per ricevere una formazione professionale che possa favorire la loro inclusione nel mercato del lavoro locale. Il programma imprenditoriale per rifugiati è presente in Francia, Germania, Svizzera e da maggio 2023 anche in Lussemburgo con un programma di microcredito. In Francia sono state lanciate 254 startup, 287 in Germania e 14 in Svizzera (il Lussemburgo non è entrato nel conteggio 2023 poiché le attività erano appena iniziate).

APPROFONDIMENTO

Indipendenza economica attraverso l'imprenditorialità

Per i rifugiati che arrivano in un nuovo Paese, esistono numerose barriere alla piena inclusione economica. L'imprenditorialità, per molti, può rappresentare una via concreta verso una maggiore indipendenza economica e il raggiungimento dei propri obiettivi. Creare una nuova attività significa avere la possibilità di provvedere al proprio sostentamento e di apportare benefici alla comunità in cui l'attività viene avviata. La maggior parte dei rifugiati ha difficoltà a ricominciare la propria carriera, ma con gli strumenti e i consigli giusti può rientrare nel mondo del lavoro e continuare a perseguire le proprie aspirazioni professionali.

I partner di The Human Safety Net

Nel programma For Refugees, The Human Safety Net sostiene complessivamente 23 partner in 6 paesi; i partner sono organizzazioni non-profit o imprese sociali attive nella promozione dell’imprenditorialità o nella formazione e inclusione lavorativa. Nel gruppo di partner sono presenti sia organizzazioni con un forte radicamento territoriale, attive solo in una specifica comunità, sia enti attivi a livello nazionale nel proprio paese, con molteplici siti di progetto gestiti. L’eterogeneità e soprattutto l’esperienza e il know-how dei partner consentono di sostenere approcci adattati alle esigenze delle comunità locali, innovativi e ad alto impatto sociale.

Il programma a sostengo dell’imprenditorialità conta 9 partner in 4 paesi. La maggior parte dei partner nascono per rispondere alle esigenze specifiche degli imprenditori rifugiati, offrendo programmi di formazione, consulenza sulla costituzione d’impresa e, nel caso dei partner in Germania e Lussemburgo, accesso diretto a canali di microcredito (Lista dei partner nel Programma Imprenditorialità – Francia: SINGA, La Ruche / Svizzera: Capacity Zurich / Germania: FITT, LeetHub St. Pauli, BuergerStiftung Aachen, Social Impact, KIZ Sinnova / Lussemburgo: MicroLux

Cosa fanno i partner

I partner reclutano migranti e rifugiati interessati ad avviare un'impresa. Il programma offre un processo di sostegno personalizzato della durata di 8-10 mesi. I programmi comprendono workshop, formazione, coaching, sviluppo e sperimentazione di business e networking con esperti che possono aiutare i nuovi imprenditori a entrare in contatto con potenziali partner, investitori e clienti.

I workshop coprono una formazione generale che va da come gestire il budget di una microimpresa a come creare una campagna di marketing efficace. A questi si affiancano sessioni con business coach esperti in argomenti tecnici, come gli aspetti fiscali e legali della gestione di un'impresa. Infine, un'ampia rete di volontari, provenienti da grandi aziende o dagli stessi imprenditori, affianca i partecipanti come mentori, fornendo un supporto personalizzato durante tutto il programma di formazione.

Alla fine del corso, si tiene un evento di presentazione di tutte le start-up create, con una giuria di esperti che fornisce un feedback a tutti e “premia” l'idea migliore, di solito con un piccolo premio in denaro e visibilità sui social media. Tre partner offrono accesso al microcredito per l'avvio di un'impresa. Questi partner sono LOK e.v. e Perspective Neustart in Germania e Microlux in Lussemburgo.

I beneficiari e il programma imprenditoriale

beneficiari provengono da una varietà di Paesi di tutto il mondo; il primo Paese di origine è l'Ucraina, seguito dall'Afghanistan e dalla Repubblica Araba Siriana al terzo posto. In generale, sono rappresentate più di 80 nazionalità. Solitamente, i partecipanti non entrano nel programma appena arrivati, ma dopo qualche anno dall’arrivo, con l’eccezione per esempio di cittadini ucraini che appena arrivati in Germania o Francia hanno subito cercato risorse e reti per poter iniziare o reiniziare la propria attività d’impresa.

Il primo settore in cui i beneficiari avviano le loro attività è il commercio all'ingrosso e al dettaglio, seguito dai servizi alimentari al secondo posto e dai servizi professionali al terzo.

Una volta concluso il periodo di incubazione con le nostre ONG partner, i beneficiari operano autonomamente sul mercato e devono superare tutti gli ostacoli che un imprenditore deve sostenere per rendere la propria attività sostenibile nel lungo periodo.

Una testimonianza della loro perseveranza e del lavoro dei partner è il tasso di sopravvivenza di queste imprese a cinque anni, che con il 56% è superiore alla media del 51%[2]. Il fatto che questi imprenditori provengano da Paesi diversi, senza una rete locale e molto spesso senza nemmeno conoscere la lingua locale rende questo risultato ancora più impressionante.

Le imprese sostenute sono per la grande maggioranza microimprese individuali o imprese con meno di 3 dipendenti (c.a. 70% delle imprese totali sostenute da The Human Safety Net – In Italia il 63% delle imprese ricade in questa categoria, che include il lavoro autonomo). Gli imprenditori solitamente hanno avuto un’esperienza imprenditoriale alle spalle e sono nel paese ospite da 2-3 anni, avendo avuto la possibilità di poter approfondire la conoscenza della lingua e del mercato nel quale opereranno. Molte delle imprese sostenute replicano modelli di impresa che gli imprenditori conoscevano nel paese d’origine (soprattutto quelle attive nei settori della ristorazione, piccolo commercio o attività artigiane) e si rivolgono direttamente alla comunità di origine presente nel paese. Altre invece si concentrano nel promuovere attività economica nel paese d’origine, svolgendo attività di import/export e promuovendo scambi commerciali e di conoscenze.

[Photo Credits: The Human Safety Net]