Zuppi, "in Cina grande attenzione". Ora tornerà a Mosca. Lavrov, "pronti a parlarci". Putin, "Kiev dica se vuole negoziati"

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CITTÀ DEL VATICANO, 15 SET - Il cardinale Matteo Zuppi, inviato del Papa per la pace in Ucraina, è già tornato in Italia dalla tappa cinese della sua missione, iniziata mercoledì. E, senza porre tempo in mezzo, arrivato da Pechino via Istanbul a Palermo, alle 18 nella cattedrale ha presieduto la messa, concelebrandola con l'arcivescovo Corrado Lorefice, nel trentennale del martirio di don Pino Puglisi per mano mafiosa.

"C'è stata una grande attenzione da parte del governo cinese. Una discussione franca con l'inviato per l'Ucraina, con un importante scambio di vedute anche di prospettive per il futuro", ha commentato 'a caldo' al Tg2000. "C'è stato un impegno da parte di Pechino? Tutti devono spingere nella stessa direzione - ha aggiunto - che deve essere quella di trovare la chiave di una pace giusta e sicura".

Ma intanto, oggi si è appreso che la missione di Zuppi conoscerà nuove fasi, e quanto meno, a breve, una nuova tappa a Mosca, già toccata dall'emissario papale oltre a Kiev e a Washington. A renderlo noto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov. "L'inviato del Papa per l'Ucraina ha in programma un viaggio a Mosca" e le autorità russe sono "pronte" a parlare con lui, ha detto, citato dalle agenzie russe.

"Gli sforzi del Vaticano stanno continuando e il suo inviato verrà nuovamente" a Mosca, ha affermato Lavrov, senza citare il nome del cardinale Zuppi, che ha effettuato una prima missione in Russia lo scorso giugno, ma non era stato ricevuto né dal presidente Vladimir Putin né dal ministro degli Esteri. Mosca rimane pronta a "rispondere a tutte le proposte serie", ma la palla per organizzare negoziati è "nel campo ucraino", ha aggiunto Lavrov, parlando a una tavola rotonda sulle possibilità di una soluzione del conflitto.

L'apertura delle autorità russe all'iniziativa della Santa Sede si fa quindi più esplicita che in passato. E' "importante perché la pace si fa dialogando e trovando gli spazi possibili e necessari. È sicuramente una dichiarazione positiva e va nella direzione auspicata da Papa Francesco", ha detto Zuppi sempre al tg di Tv2000.

E' comunque singolare che questo accada all'indomani del colloquio a Pechino, presso il ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare, tra Zuppi e Li Hui, rappresentante speciale del governo cinese per gli Affari Euroasiatici, e anche lui incaricato nei mesi scorsi per cercare la pace tra Russia e Ucraina (sulla base del vago piano di pace in 12 punti presentato da Pechino). Una sorta di "omologo" dello stesso Zuppi, quindi - come impone il protocollo locale -, ma con solidi agganci e considerazione a Mosca.

Inoltre, sempre oggi, incontrando a Sochi il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, Putin ha affermato che la Russia "non ha mai rifiutato negoziati sull'Ucraina, se la controparte li vuole, che lo dica", riferisce la Tass.

Si tratta di piccoli passi in avanti? Segnali di lenta apertura? Lo dirà solo il tempo. Ma intanto la missione dell'inviato papale andrà avanti, con la "pazienza" necessaria e da lui stesso rivendicata, per cercare ancora possibili canali di distensione e dialogo. Per Zuppi, comunque, "la palla non è solo nel campo ucraino. Devono giocare tutti. L'Ucraina ha già giocato e ha presentato anche le sue proposte. In realtà per la pace devono giocare tutti quanti".

Prima che il cardinale rientrasse in Italia, in Cina non si è più parlato della sua presenza e del suo incontro né nella quotidiana conferenza stampa della portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, né sulle testate e i siti filo-governativi. Nessun accenno nemmeno sul sito degli organismi ufficiali dei cattolici cinesi, a conferma della volontà di Pechino di tenere distinti i piani tra i contatti diplomatici con il Vaticano e la vita della Chiesa in Cina.

La vera novità è però venuta da Mosca, e in più per bocca del capo della diplomazia Lavrov. Alla precedente visita, tra il 28 e il 30 giugno scorsi, Zuppi aveva incontrato due volte il consigliere per la politica estera del Cremlino, Yuri Ushakov, quindi Maria Llova-Belova, commissaria russa per i diritti dell'infanzia (sul problema dei bambini ucraini deportati in Russia) e infine il patriarca di Mosca Kirill. Ora altri sviluppi non dovrebbero farsi attendere.

(Questo articolo è stato pubblicato oggi dall'ANSA - Foto: Flickr/Cineca)