Il card. Parolin ai capi religiosi, "in mezzo ai conflitti, il Libano rimanga un modello di convivenza"
“Oggi il Libano deve rimanere un modello di convivenza e di unità alla luce delle crisi e delle guerre in corso”. Lo ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, rivolgendosi ad alti rappresentanti di Chiese e comunità religiose presenti in Libano, da lui incontrati nella mattinata di martedì 25 giugno a Bkerké, presso la sede del Patriarcato maronita.
”Io sono qui oggi”, ha aggiunto il cardinale nel breve discorso rivolto ai presenti, riferendosi alla crisi istituzionale attraversata dal Paese dei Cedri, “per cercare di aiutare a raggiungere una soluzione alla crisi del Libano, che non elegge un Presidente, cercando di raggiungere soluzioni che vadano bene a tutti, e spero che oggi possiamo tutti raggiungere una soluzione alla crisi attuale".
L’incontro con i capi di comunità cristiane e musulmane libanesi a Bkerké è stato convocato dal patriarca maronita, il cardinale Bechara Boutros Rai, riferisce l'agenzia vaticana Fides. All’incontro, tra gli altri, hanno preso parte anche il catholicos armeno ortodosso Aram I, il patriarca armeno cattolico Rafael Minassian, il patriarca melchita romano Youssef Absi, il gran mufti della Repubblica Abdul Latif Derian, e il capo del Consiglio islamico alawita, lo Sheikh Ali Kaddour. All’incontro non erano presenti rappresentanti sciiti, mentre vi hanno preso parte anche capi politici cristiani come Gibran Bassil, del Movimento Patriottico Libero, il capo del Movimento Marada, Suleiman Frangieh, e un rappresentante del presidente delle Forze Libanesi Samir Geagea.
All'inizio dell'incontro, il patriarca maronita Rai ha detto che la “famiglia libanese" vive oggi “una fase molto difficile, e spero che lanceremo un richiamo all'importanza di pregare per la pace e la fine delle guerre che la regione e il Libano non possono più sopportare".
Ieri, intanto, Parolin ha esortato le parti in conflitto nel Medio Oriente ad "accettare proposte di pace", sottolineando come la regione, incluso il Libano, ed anche il mondo intero "certamente non hanno bisogno di guerra". In una conferenza stampa svoltasi a Beirut, il segretario di Stato vaticano ha detto che "il Medio Oriente sta vivendo un momento critico". E ha affermato che la Santa Sede chiede "l'accettazione delle proposte di pace per fermare i combattimenti da entrambe le parti, per il rilascio degli ostaggi a Gaza e per l'arrivo incondizionato degli aiuti necessari alla popolazione palestinese".
Durante la sua visita, cominciata domenica pomeriggio, Parolin ha incontrato leader politici e religiosi, tra cui il presidente del parlamento Nabih Berri, interlocutore privilegiato dei paesi occidentali interessati a parlare con Hezbollah, e il premier uscente Najib Miqati, a capo di un governo per gli affari correnti di cui fanno parte rappresentanti del partito armato filo-iraniano alleato di Hamas.
Secondo il primo collaboratore del Papa, il Vaticano è "seriamente preoccupato" per il vuoto presidenziale in Libano", che si protrae da quasi due anni. Parolin ha affermato che eleggere un capo di Stato è "un'urgenza e una necessità assoluta", esprimendo la speranza che "i partiti politici possano trovare una soluzione senza indugio".
[Photo Credits: Fides]