Israele protesta contro i vescovi della Terra Santa, "si oppongono al nostro diritto di difenderci da chi vuole la nostra fine"

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Il governo di Israele, tramite l'Ambasciata presso la Santa Sede, ha duramente protestato contro i vescovi cattolici di Terra Santa per il loro documento sulla "guerra di Gaza", nel quale negano che si tratti di una "guerra giusta".

"Contrariamente al testo del documento, gli obiettivi dell'operazione nella Striscia di Gaza, fin dal primo giorno erano chiari: porre fine al dominio di Hamas in questo territorio e garantire che atrocità come quelle commesse il 7 ottobre non si ripetessero", sottolinea in un comunicato stampa la rappresentanza diplomatica israeliana in Vaticano.

"L'affermazione del documento secondo cui il principio della distinzione tra civili e combattenti è stato ignorato da entrambe le parti in questa guerra - prosegue la nota - crea una falsa simmetria che riflette pregiudizi e unilateralità. I fatti mostrano che Israele fa del suo meglio per fare la distinzione sopra menzionata mentre Hamas sta facendo il contrario, incorporando deliberatamente civili e combattenti come elemento centrale nella sua strategia di combattimento, apparentemente sapendo che ci saranno quelli che incolperanno Israele".

Secondo l'Ambasciata israeliana, "il modo in cui il documento utilizza il termine 'guerra giusta' non è compatibile con il diritto internazionale che Israele rispetta e a cui si attiene".

"Il documento - aggiunge - inquadra erroneamente gli eventi successivi al 7 ottobre come 'la guerra a Gaza', ignorando opportunisticamente gli attacchi simultanei contro Israele da Libano, Siria, Yemen e Iran. Quindi il titolo 'La guerra contro l'esistenza di Israele' descriverebbe gli eventi degli ultimi 9 mesi in modo più realistico".

"C'è insomma da rammaricarsi che un gruppo di esponenti della Chiesa Cattolica abbia deciso di emanare un documento che, con pretesti religiosi e astuzie linguistiche, non fa altro che opporsi di fatto al diritto di Israele di difendersi dai suoi nemici che dichiaratamente intendono porre fine alla sua esistenza", conclude la nota.

[Photo Credits: UNDP PAPP/Abed Zagout]