Cresce il peso dell’Africa tra i cattolici mondiali, in calo invece l’Europa

Continua a crescere il peso dell’Africa tra i cattolici mondiali, con un aumento dal 18,9% al 19,3%, mentre si conferma il calo di quello europeo, per il quale la percentuale scende, nel 2021, dal 21,1% del 2020, di tre punti percentuali. I dati provengono dall’Annuario Pontificio 2023 e dall’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2021, la cui redazione è stata curata dall’Ufficio centrale di Statistica della Chiesa, e che sono in questi giorni in distribuzione nelle librerie, editi dalla Libreria editrice vaticana.
Dalla lettura dei dati dell’Annuario Pontificio, riportati anche dall’Osservatore Romano, si possono ricavare le informazioni relative alla vita della Chiesa cattolica nel mondo, a partire dal 1° dicembre 2021 e fino al 30 novembre 2022. L’Annuarium Statisticum Ecclesiae fornisce i dati sulle principali dinamiche che caratterizzano l’azione pastorale della Chiesa cattolica nelle 3.030 circoscrizioni ecclesiastiche del pianeta. Dalle annotazioni sugli aspetti quantitativi emergono le tendenze più nette e di maggiore importanza per la Chiesa cattolica fra il 2020 e il 2021.
Aumenta il numero dei cattolici nel mondo
A livello planetario il numero dei cattolici battezzati passa da 1.360 milioni nel 2020 a 1.378 milioni nel 2021, con una variazione relativa di +1,3%: un aumento solo di poco inferiore a quello della popolazione della Terra, passata nello stesso periodo da 7.667 a 7.786 milioni, con una variazione positiva, quindi, dell’1,6%.
Questi incrementi sono da ascriversi in maniera differenziata alle diverse situazioni continentali: mentre infatti in Africa si registra un incremento del 3,1% dei cattolici, all’estremo opposto, in Europa si manifesta una situazione di pratica stabilità; da registrare sono, anche, gli incrementi che si rilevano in Asia (+0,99) e in America (+1,01%). Nel 2021, i cattolici costituiscono il 17,67% della popolazione mondiale. Tale aliquota rimane negli ultimi anni pressoché invariata, evidenziando così una sostanziale stabilità nella diffusione dei cattolici. Similmente si può notare che la proporzione più alta è nelle Americhe con 64,1 cattolici per 100 abitanti, cui fanno seguito quelle dell’Europa con 39,6 cattolici, dell’Oceania con 25,9 e dell’Africa con 19,4; l’incidenza più bassa è in Asia con 3,3 cattolici per 100 abitanti, a motivo, come è noto, della grande diffusione che in questo continente hanno le confessioni non cristiane.
Guardando al numero dei cattolici presenti nelle varie aree continentali sul totale mondiale, si conferma nel biennio considerato la tendenza verso un aumento del peso dell’Africa (i cui cattolici salgono dal 18,9% al 19,3% di quelli mondiali) e del calo invece di quello europeo, per il quale la percentuale sul totale mondiale scende, nel 2021, dal 21,1% del 2020, di tre punti percentuali. Anche se si segnala una lievissima flessione nel 2021, l’America rimane il continente a cui appartiene il 48% dei cattolici del mondo. Di questi quasi il 57% risiede nell’America del Sud, il 27% nel solo Brasile che si conferma il Paese con la più elevata consistenza dei cattolici battezzati al mondo: quasi 180 milioni di unità della popolazione brasiliana sono di fede cattolica. Moderatamente crescente appare l’incidenza del continente asiatico che con un peso di oltre il 59% della popolazione del pianeta si mantiene, per quanto riguarda i cattolici, attorno all’11% nel periodo considerato. Stabile rimane in Oceania il peso dei cattolici sul totale mondiale, anche se con una consistenza che non raggiunge lo 0,8 % della popolazione mondiale.
Meno chierici e meno vescovi
I più recenti dati, riferiti al 2021, indicano che il numero dei chierici nel mondo è pari a 462.388 unità, con 5.340 vescovi, 407.872 sacerdoti e 49.176 diaconi permanenti. Rispetto al 2020 i chierici diminuiscono dello 0,39%. Il numero dei vescovi passa da 5.363 unità nel 2020 a 5.340 nel 2021. Il calo interessa l’America (da 2.022 a 2.000 unità), l’Asia (da 810 a 806), l’Europa (da 1.678 a 1.676) e l’Oceania (da 135 a 133), mentre l’Africa registra un incremento di sette unità. In particolare, nell’America del Nord si manifesta una crescita di tre unità mentre il resto del continente mostra variazioni contrastate: quasi stabilità nella parte centrale e diminuzione alquanto pronunciata (24 unità) nella parte meridionale. L’incidenza percentuale dei vescovi per continente rimane sostanzialmente stabile: in particolare nel 2021 l’intero continente americano raccoglie il 37,5% di tutti i vescovi del mondo, seguito dall’Europa con il 31,4%, dall’Asia con il 15,1%, dall’Africa con il 13,6% e dall’Oceania con il 2,4%.
Più omogenea ed equilibrata è la distribuzione per continente del numero di cattolici per vescovo, passato mediamente da 254 mila a 258 mila cattolici tra il 2020 e il 202: Africa e Asia, continenti in cui la diffusione del cattolicesimo ha presentato maggiore dinamicità, mostrano una tendenza a convergere verso la media. La valutazione del numero di sacerdoti per ogni vescovo è utile per avere un’idea degli impegni pastorali cui ogni vescovo deve fronteggiare in ciascun continente. A livello mondiale tale rapporto decresce nel biennio considerato da 77 a 76 sacerdoti per vescovo, evidenziando così un migliore equilibrio quantitativo, nella realtà continentale, fra sacerdoti e vescovi al trascorrere del tempo fra l’inizio e la fine del periodo di osservazione.
Segno più solo in Asia e in Africa
Il numero dei sacerdoti, nel complesso mondiale passa da 410.219 unità nel 2020 a 407.872 nel 2021, con un calo di 0,57%. Tuttavia, quando si analizzano partitamente la parte dei sacerdoti diocesani e quella dei sacerdoti religiosi, si riscontra che a fronte di una diminuzione di 0,32% dei primi, i secondi subiscono un calo di 1,1%. Nei vari continenti le variazioni sono in contrasto: l’Europa e l’Africa ma anche l’Asia si pongono in posizione antitetica. Infatti, in Europa si ha una diminuzione sia dei sacerdoti diocesani sia dei sacerdoti religiosi (anche in America si registra un calo dei due gruppi di sacerdoti), di contro in Africa ed in Asia si assiste ad un incremento di sacerdoti di entrambi i gruppi. In Africa il numero di sacerdoti diocesani passa da 35.561 a 36.535, con un aumento relativo del 2,74%, mentre il numero di sacerdoti religiosi si accresce del 3,65%. In Asia, il numero di sacerdoti registra nel corso del biennio considerato una crescita complessiva di 1,0%. In Oceania si ha un aumento di appena 0,2%, tuttavia in questo continente la relativa bassa consistenza di sacerdoti ne rende minore l’impatto e il contingente al 2020 di 4.496 unità si accresce sino a 4.507 al 2021.
La distribuzione percentuale dei sacerdoti per continente evidenzia apprezzabili cambiamenti nel biennio considerato. L’Europa, pur detenendo la quota più elevata, vede diminuire nel tempo il numero dei sacerdoti sul totale: nel 2020 i 164 mila sacerdoti rappresentavano quasi il 40% del totale del gruppo ecclesiastico, mentre un anno più tardi scendono ad una quota pari al 39,3%. Africa ed Asia, al contrario, guadagnano terreno conquistando complessivamente una percentuale di 30,3% del totale mondiale nel 2021, dal 29,6% nel 2020. L’America e l’Oceania mantengono nel tempo un’incidenza percentuale stabile attorno ad una quota del 29% e di poco più dell’1%, rispettivamente.
Le differenze tra le distribuzioni dei cattolici e dei sacerdoti, nonché la diversità della dinamica temporale messa in luce per questi due caratteri, comportano una marcata variabilità del carico pastorale inteso come rapporto tra numero di cattolici e numero di sacerdoti: questo indice passa a livello mondiale da 3.314 nel 2020 a 3.373 nel 2021. Rispetto al valore medio mondiale, i carichi più gravosi si localizzano nel 2021 nell’America (5.534) e in Africa (5.101). Su valori inferiori alla media mondiale si collocano in ordine decrescente l’Oceania (con 2.437 cattolici per sacerdote), l’Asia (2.137) e l’Europa (1.784).
Segnali incoraggianti dai diaconi permanenti
La popolazione dei diaconi permanenti, sia diocesani sia religiosi, mostra anche nel biennio 2020-2021 una significativa ed incoraggiante dinamica evolutiva: il numero nel mondo passa da 48.635 a 49.176 unità, con un aumento relativo dell’1,1%. L’incremento si verifica ovunque, tuttavia i ritmi di crescita sono diversi da continente a continente. Europa ed America registrano le consistenze numericamente più significative. Il numero dei diaconi europei, infatti, con 15.170 unità nel 2020 raggiunge 15.438 unità nel 2021. In America la consistenza di 32.226 nel 2020 sale nel 2021 a 32.373 unità. Questi due continenti, da soli, rappresentano oltre il 97% della consistenza globale del pianeta, con la porzione rimanente suddivisa tra Africa, Asia e Oceania. In particolare in Asia e in Oceania il tasso di crescita è più blando. Questo sviluppo così differenziato dei vari continenti ha fatto sì che l’importanza percentuale dei diaconi si sia modificata e non di poco nel corso del periodo considerato: ad esempio, in Europa all’inizio del periodo il tasso costituiva il 31,2% del totale planetario, al 2021 passa al 31,4%. Correlativamente, in America, ove vi è un altro consistente gruppo di diaconi permanenti, si registra una diminuzione del peso relativo (da 66,3% a 65,8%).
L’attività pastorale dei chierici viene affiancata da altre figure di operatori religiosi. Prosegue il trend di contrazione che investe da diversi anni il gruppo dei religiosi professi non sacerdoti: nel mondo, contavano 50.569 unità nel 2020 e scendono a 49.774 nel 2021, con una variazione di -1,6%. In netto calo in Europa (-4,1%), in America del Nord (-3,6%) e in Oceania (-10,3%), stazionari in Asia, i religiosi professi non sacerdoti aumentano in Africa (+2,2%), dove continuano ad accrescere la propria quota sul totale mondiale. Il peso dei religiosi professi non sacerdoti in Africa ed in Asia arriva a superare del 71% la percentuale presente in America. L’Europa continua a mantenere la quota relativa più elevata (27,9%), ma in diminuzione rispetto al 2020.
Le religiose professe rappresentano nel 2021 complessivamente una popolazione di 608.958 unità, per circa il 33% presenti in Europa, seguite dall’Asia che conta 175.494 consacrate e dall’America che raggiunge 145.206 unità. Rispetto al 2020, il gruppo subisce una flessione di 1,7%. Il calo riguarda tre continenti (Europa, America e Oceania), con variazioni negative anche di rilievo (intorno al -3,5%). Conseguentemente la frazione delle religiose in Africa e Asia sul totale mondiale passa dal 41,1% al 42,3%, a discapito dell’Europa e dell’America la cui incidenza nell’insieme si riduce dal 57,8% al 56,7%.
E’ sempre allarme-vocazioni
L’andamento temporale per il numero di seminaristi maggiori che si osserva nel mondo, a partire dal 2013, denota una ininterrotta decrescita che prosegue anche nel 2021. In quest’anno la consistenza dei seminaristi si attesta su 109.895 unità, ripartiti per il 61% fra seminaristi diocesani e per il restante 39% fra i religiosi. Rispetto al 2020 si registra una flessione di 1,8%. La diminuzione si verifica in quasi tutte le ripartizioni territoriali: il numero dei seminaristi è in espansione solo in Africa dove si registra tra il 2020 e il 2021 un incremento di appena 0,6%. Nell’America del Nord si manifesta un andamento decrescente alquanto pronunciato (-5,8% nel biennio considerato). Il resto del continente americano mostra, invece, una contrazione più ridotta (-1,8%). In Europa e in Asia i seminaristi subiscono nel biennio una diminuzione di 5,8% e di 1,6%, rispettivamente. Di conseguenza, si osserva un ridimensionamento del ruolo del continente europeo alla crescita potenziale del rinnovo della compagine sacerdotale, con una quota che passa dal 13,6% a poco più del 13% del totale mondiale. Anche per l’America del Nord si registra una diminuzione di peso, passato da una quota di 4,6% del 2020 a 4,4% del 2021. L’incidenza del resto del continente americano sul totale mondiale resta nel biennio praticamente invariata. Aumenta, invece, il peso di Africa e di Asia che nel complesso raggiunge il 60,1% di tutti i seminaristi maggiori. L’Oceania rappresenta appena lo 0,9% del totale, ma in lieve aumento.
Ragguagliando il numero dei seminaristi maggiori all’ammontare della popolazione cattolica, si ottiene un tasso (di vocazione) che mette ancora meglio in luce l’entità del livello toccato dalle vocazioni alla fine del biennio. Nel 2020 vi erano nel complesso dei continenti 8,23 seminaristi maggiori per centomila cattolici e il numero alla fine del 2021 è di 7,99. La situazione più favorevole si registra, per quanto riguarda il 2021, in Asia (con 20,96 seminaristi per centomila cattolici), in Africa (con 12,75) e in Oceania (8,76). Molto minore è il tasso di vocazione nelle rimanenti ripartizioni dove al valore di 5,01 per l’Europa si contrappone quello di 4,13 dell’America meridionale.
Anche in rapporto al numero dei sacerdoti presenti, le vocazioni risultano in calo. Se il numero dei candidati nel mondo nel 2020 era, infatti, pari a 27,27 per 100 sacerdoti, nel 2021 il quoziente scende a 26,94. Tale indicatore, interpretabile come una misura del potenziale di sostenibilità generazionale nell’effettivo servizio pastorale, risulta diversificato per aree continentali. Confrontando infatti i valori che si osservano nel 2021 nei vari continenti con il valore soglia pari al 12,5 seminaristi per 100 sacerdoti presenti e tale da garantire il ricambio sacerdotale da parte dei seminaristi, si rileva che al momento l’Europa, contando su meno di nove candidati per ogni 100 sacerdoti nel 2021, rimane l’unica area continentale al di sotto della percentuale di rimpiazzo, confermando così il permanere di una situazione di regresso delle vocazioni sacerdotali, diminuite di 888 unità dal 2020. Il continente con il quoziente più favorevole rimane quello africano, nel quale per 100 sacerdoti presenti oltre 65 seminaristi frequentano nel 202, seminaristi di filosofia e teologia, e quello asiatico (con 44,79 seminaristi per 100 sacerdoti). A livello di subcontinenti, al di sotto del valore soglia si colloca anche l’America del Nord, con rapporto seminaristi e sacerdoti pari all’11,21%.